Seth

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"Seth? Svegliati."
Apro gli occhi lentamente, per abituarmi alla piccola fonte di luce che c'é davanti a me.
Holly mi è seduta accanto, il volto è illuminato solo dall'accendino che ha in mano.
"Cosa c'è?"
"Seguimi."
Mi prende per mano e mi fa uscire dal magazzino, accostando la porta senza fare rumore.
"Che cosa c'è?"
"Auguri! Ho una sorpresa per te."
Ah, già. È il mio compleanno.
"Sai che non mi piacciono le sorprese. Soprattutto il giorno del mio compleanno."
"Ti giuro che questa ti piacerà da morire."
Non posso dirle di no.
"Seguimi."
"Sono in pigiama."
Holly mi mostra lo zaino.
"Ho qui i vestiti e le scarpe, prendili e vestiti."
Apro lo zaino e prendo solamente le scarpe e la felpa, terrò i pantaloni del pigiama.
Mi vesto e guardo Holly.
"Dai, vediamo questa sorpresa."
Lei sorride e mi prende per mano.
Mi sento più coraggioso del solito e infilo le dita tra le sue, stringendole.
"Eccoci."
Si ferma davanti ad una casa ed estrae le chiavi dalla tasca dei pantaloni, senza lasciare però la mia mano.
Bene.
Apre la porta ed entriamo.
"I proprietari sono in vacanza, quindi mi hanno lasciato le chiavi per innaffiare le loro preziosissime piante. La sorpresa però è al piano di sopra."
Vorrei baciarla. Ma non sono abbastanza coraggioso per questo.
"Non vedo niente, accendi la luce."
"No, i vicini se ne accorgerebbero."
Saliamo le scale e mi porta nella camera da letto.
Le sue azioni possono essere fraintendibili in questo momento.
"Eccoci. Ho pensato: a Seth mancherà il suo letto, no? Quindi ti regalo una notte in un vero letto."
Scoppio a ridere e lei mi porta la mano sulle labbra.
"Sta zitto! Cosa ridi?"
Ride anche lei.
"La sorpresa è dormire su un letto?"
"Si. Io non l'ho mai fatto."
"Davvero, Holly? Non ci avevo pensato. Devi provare subito."
Le lascio la mano con riluttanza, mi tolgo la felpa e le scarpe e  salto sul letto, infilandomi nelle coperte.
Le faccio cenno di seguirmi.
Holly si toglie le scarpe e sale sul letto lentamente, alza le coperte con un espressione stranita e si infila sotto.
"Com'è?"
"È soffice. E caldo."
"Già."
Cazzo, è così vicina.
La guardo.
"Vieni qui, dai."
Lei mi sorride e si infila nel mio abbraccio, mentre le nostre gambe si sfiorano, come se avessero paura di un vero contatto.
"Grazie per la sorpresa."
La stringo a me, inspirando il suo profumo, che in realtà è quello delle lenzuola, senza sembrare un pervertito.
"È stato un piacere."
Mi guarda con i suoi occhioni verdi.
"Non ci credo che ci conosciamo da dieci anni esatti oggi."
Le sorrido.
"Non ho mai capito come mai quella sera l'hai sprecata per stare con me."
Ride e si appoggia a me, l'imbarazzo iniziale è andato via.
"Eri solo. E spaventato. Eri appena stato gettato in un mondo estraneo. Non potevo lasciarti lì così."
"Sei sempre stata gentile con me."
Mi guarda intensamente, facendomi sentire nudo.
"Mi racconti come sei diventato Renegade?"
Rido e distolgo lo sguardo.
"Te l'avrò raccontato migliaia di volte."
"Mi piace sentirtelo raccontare."
Arrossisce leggermente.
E, ancora una volta, non posso dirle di no.
"Okay. Ero ancora un bambino esagitato, libero e soprattutto entusiata perchè era il mio compleanno. Mamma e papà continuavano a ripetermi quanto fosse bello il regalo che mi avevano preso e io l'ho aspettato pazientemente fino a sera.
Mio papà è andato a ritirarlo subito dopo il lavoro, mentre io e mia mamma lo stavamo aspettando dietro la porta di casa.
Sentito il rumore della sua macchina parchegguare, mi sono preparato a ricevere il mio fantastico regalo.
Ero esaltato.
Mio papà ha aperto la porta, mi ha abbracciato sorridendo e poi mi ha dato una scatola di cartone, con sopra una busta.
'Non l'hai impacchettato?' Gli ha chiesto mia mamma.
'Non è importante.' Le ha risposto lui con freddezza. Ma all'epoca non ci avevo fatto caso, dato che avevo il mio bellissimo regalo proprio tra le mani.
Poi mio papà si è rivolto a me, sorridendo.
Prima dovevo aprire la busta.
L'ho presa solennemente in mano e l'ho aperta con la massima cura.
Ho preso il foglio all'interno tra le mani e, non sapendo cosa fosse, ho guardato i miei genitori. 
'È un test di paternità. Negativo. Ora apri la scatola.'
Io non sapevo cosa fosse un test di paternità, quindi non avevo capito cosa stesse succedendo e ho aperto la scatola.
Mia mamma invece aveva capito.
La scatola all'interno era quasi vuota" conteneva solo un piercing, questo piercing."
Me lo tocco con una mano mentre Holly ascolta attentamente.
"Mia mamma ha iniziato ad urlare, mentre mio padre ha estratto dalla tasca un ago, mi ha preso e mi ha fatto il piercing. Ha fatto male, quindi ho iniziato a piangere, così cone mia madre.
Mentre me lo faceva ha iniziato a spiegare che mamma lo aveva tradito e che io non ero suo figlio, e che quindi me ne dovevo andare.
Nella scatola avrei dovuto mettere le mie cose più importanti perchè mi avrebbero spedito lontano: ad Atlanta.
In poche ore ero già lì, solo e spaventato, finchè tu non ti sei avvicinata."
"La scelta migliore della mia vita."
Le sorrido.
"Grazie per avermeli raccontato di nuovo. Inmagino che, anche se sono passati dieci anni, ti faccia soffrire ancora."
"Non troppo. Non come prima. Ora sono un uomo."
Entrambi ridiamo.
"Buon compleanno, Seth."
Torniamo a guardarci negli occhi e percepisco ancora quell'attrazione verso di lei.
Lentamente entrambi ci avviciniamo l'uno all'altra, chiudendo lo spazio che c'è tra di noi.
Ci baciamo dolcemente, porto la mano destra dietro il suo orecchio, tra i capelli, mentre lei si aggrappa al mio petto.
Ho sognato questo momento per anni e ora è qui.
Holly interrompe il bacio e mi sorride.
"È meglio che io dorma, oggi sarà una giornata importante."
Annuisco.
"Hai ragione. Devi conoscere il figlio del presidente. Hai avuto una bella idea, devo ammetterlo."
Lei sorride.
"Lo so. Prima lo conosco, poi nel giro di un mese divento sua amica, lui inizia a fidarsi di me. Aspetto ancora: lui nel frattempo si deve essere innamorato di me. E così sgancio la bomba: anche io sono innamorata di lui, ma non possiamo stare insieme perchè io sono una Renegade.
Lui mi porta dal suo amato paparino, a Washington, per togliermi dalla strada. E arrivata lì, non sarò sola. Ci sarete voi. Insieme uccideremo il presidente e faremo un colpo di Stato."
"Max era davvero colpito quando glielo hai spiegato. Deve essere molto fiero di te."
Lei mi sorride e mi bacia la guancia.
"Grazie."
"Buonanotte."
"Notte."

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