"Incomincio a credere che più che dalla competizione, tu sia ossesionato da me".
Non solo si era rifiutato per l'ennesima volta di combattere, ma se ne era saltato fuori con quella frase del cazzo.
E Bakugou vergognosamente se ne era rimasto lì, immobile come un babbeo, sbigottito più che irritato, dandogli così tutto il tempo di sistemarsi per bene la camicia, recuperare lo zaino abbandonato poco prima a terra ed andarsene senza fare una piega.
Solo col senno di poi però aveva capito che la sua era stata solo una strategia scadente per filarsela a gambe levate ed evitare lo scontro diretto ancora una volta.
Così, intenzionato a non fargliela passare liscia - un conto è il non voler cimentarsi in un duello perso in partenza, un'altro è cercare di farlo passare per fesso - quella notte, con i nervi a fior di pelle, si era precipitato fuori dalla sua stanza con l'intento di impartire al damerino a metà una bella lezione una volta per tutte.
Ma le cose, si sa, non sempre vanno come previsto...
***
A quel punto Katsuki, a rigor di logica, se ne sarebbe già dovuto andare da un pezzo, furioso, tuttavia non ce la fa, anzi non può proprio, non con le dita di Shouto - quelle della mano destra, fredde - che gli sfiorano la pelle bollente, l'addome, delineandone i muscoli tesi e ben sviluppati.
Certo, ha già avuto il bastardo a metà addosso a quella maniera, capita spesso quando se le danno di santa ragione durante gli allenamenti, ma ora è un contatto del tutto diverso... piacevole, molto più della dolce ed agognata vendetta che aveva già pregustato prima di varcare la soglia di quella stanza.
Chiude gli occhi godendosi a pieno la sensazione, non dovrebbe abbassare la guardia dinanzi al nemico, lo sa, eppure Shouto in quel momento sembra tutt'altro che un rivale.
Li riapre solo sentendo il suo respiro caldo solleticargli il viso, trovandoselo vicino, vicinissimo, gli occhi eterocromi che gli bruciano addosso, affamati.
"Sei molto meglio di quanto avessi mai pensato, Bakugou".
Maletto. Aveva già pianificato tutto.
Apre la bocca, ma le parole gli muoiono in gola prima che possa replicare o, per inteso, fare esplodere qualcosa, Shouto si raddrizza facendo leva con coi palmi sul pavimento, afferra l'estremità della t-shirt che indossa e se la sfila a sua volta e... Cristo, Bakugou ora ha la bocca asciutta, può giurare di non aver mai visto niente di più invitante di quel busto candido, segnato, da cicatrici che testimoniano le esperienze, gli anni di allenamenti, le vittorie e le sconfitte subite.
Scatta, impaziente si tira su a sedere, un movimento brusco che avrebbe sicuramente fatto perdere l'equilibrio a Todoroki se non fosse stato per il braccio forte attorno alla vita che lo sostiene fermamente, senza perdere altro tempo gli reclama la bocca bisognoso, in un bacio sciatto, poi si stacca, gli percorrere la mascella con le labbra appoggiate appena alla pelle, fino ad arrivare al collo, dove il contatto si fa ancora una volta più deciso, poi gli mordicchia piano la clavicola.
Prima che possa andare oltre Shouto lo ferma, con una mano sul petto lo spinge piano all'indietro e Katsuki si lascia guidare fino a che la sua schiena tocca di nuovo il pavimento, mantenendo incantato, meravigliato il contatto visivo.
STAI LEGGENDO
When the sun goes down
AcakA Bakugou quella vittoria fasulla rode ancora, era stato un tiro mancino, un gesto sleale. Subito dopo l'evento aveva provato, più volte, a fronteggiare Todoroki - a modo suo, intimandolo e minacciandolo - eppure lui non aveva mai fatto una piega...