Prologo

25 5 4
                                    

Mi sveglio da quello che pare essere stato un lungo sonno, non so bene dove mi trovo, tutto appare offuscato, lontano, indefinito. I dolori pervadono il mio intero corpo, facendosi più forti verso l'alto. Un dolore che non si può descrivere e che converge al cuore. È li che provo il dolore più forte. Pian piano tutto si fa più chiaro, la mia vista inizia a stabilizzarsi, tutto è più nitido, inizio a ricordare il motivo per cui mi trovo su questo lettino, tutta sola. Non è facile spiegare cosa si prova ad essere soli, soprattutto quando si era abituati a non esserlo mai. Ho condiviso il mio corpo per 23 anni con qualcuno che era del tutto simile a me, ecco cosa provoca quel dolore, la solitudine, la mancanza di quella voce, di quella persona.Sono nata in un piccolo paesino sperduto, in una casa lontana, anche dalle poche altre presenti nei dintorni. Cresciuta con la mia metà, la mia gemella, quella persone che ami più della tua stessa vita, che a volte non sopporti, ma senza la quale non riusciresti a vivere. Giocavamo saltando la corda, almeno una volta al giorno ci mettevamo su quell'altalena un po' arrugginita in giradino, qualche volta giocavamo al solitario, che poi non era così solitario, una passeggiata, un pic nic ogni tanto...e passavano le giornate. Giorni felici, non potrò dimenticarli mai. Non amo parlare di mia zia...lei è...insomma, singolare, è lei che ci ha cresciute con tanto amore, come se fossimo sue figlie. Non frequentammo nessuna scuola, non ci avrebbero mai accolte, del resto non siamo qualcosa che si vede tutti i giorni.

Let the show begin!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora