Capitolo 3-La ruota della morte.

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Gli anni passarono in fretta, era una vita monotona, sempre gli stessi orari, le stesse facce, lo stesso cibo. Avevamo 17 anni quando qualcosa cambiò, quel qualcosa fu l'arrivo di un ragazzo di 23 anni, alto, non troppo magro ma in forma, le spalle larghe, i capelli di un castani chiaro, mossi e un po' lunghi, gli occhi a mandorla marroni e una pelle bianca da far invidia anche alle donne più ricche e aristocratiche del 500.

A mia sorella non piaceva affatto, invece io ne rimasi colpita fin da subito. "Ciao bellezza, tu sei?" si rivolse a me con una tale sfrontatezza."Ma che sfacciato!" pensò Phoebe. "Ciao, sono Clara e tu invece?""Kevin, piacere di conoscerla madame" mi prese la mano e la baciò come un vero gentiluomo. Aveva dei vestiti umili, un pantalone beige abbastanza rovinato una camicia nera e una giacca elegante, ma non troppo, coordinata ai pantaloni."Phoebe devo parlarti!" disse Alyssa, la donna barbuta, e io fui costretta a camminare con lei."Senti per la prossima serata... sai che le cose non stanno andando bene, cerca di convincere tua sorella a fare da cavie per Jackson"."Secondo te io non ci sento?" intervenni."Credo che tua sorella sappia convincerti meglio di me, buona giornata" girò i tacchi e andò verso il suo capannone. "Io sulla ruota non salgo" Jackson faceva roteare un cerchio di cartone a cui attaccava un pupazzo di stoffa, per poi lanciare coltelli senza colpirlo, Alyssa voleva che noi ci salissimo, aveva ricevuto l'incarico di organizzare le scalette degli spettacoli da Crock."Sai che Crock si arrabbierà, non ci capiterà nulla, sarebbe un disastro e Alyssa non lo permetterebbe mai" cercava di convincermi."E Alyssa cosa ne sa? Sarà Jackson a lanciare i coltelli". Le cose effettivamente non andavano bene nell'ultimo periodo, gli spettatori si erano dimezzati, a partecipare ora erano in 15, quando andava bene 20, massimo 25 persone."Fidati di lui, ci ha mai fatto del male?" chiese guardandomi maliziosamente. Effettivamente no, non ci aveva fatto del male fisico, ma psicologico, tentava sempre di toccarci le gambe, di fare battutine a sfondo sessuale e ciò non era affatto rassicurante. "Quindi a te piace quando allunga le mani eh?!""Non mi dispiace" rispose."Bene, ci salgo" risposi, era solo perché non avevo altra scelta.Stavamo per essere attaccate ad una ruota, stavamo per girare ritrovandoci a testa in giù e con una persona davanti a noi che cercava di non colpirci con dei coltelli enormi. Il cuore ci batteva forte, ma era colpa mia, Phoebe non vedeva l'ora che iniziassimo a girare per provare quell'adrenalina mai provata, sembrava quasi emozionata, i suoi occhi erano lucidi, le sue labbra accennavano un sorriso enigmatico, controverso.Ed io ero là con lei, con la mano che tremava, gelida come un cubetto di ghiaccio, immobile e inerme. Iniziò a girare tutto intorno, una sagoma confusa davanti a noi iniziò a lanciare coltelli. In bilico tra vita e morte, tra speranza e sfiducia, tra paura ed esaltazione. Il primo coltello, il secondo, il terzo, a questi seguirono il quarto e il quinto, il più grande e affilato.Il numero era finito, ed eravamo ancora vive, non sarei qui a raccontare la nostra sventura altrimenti. Mi sembrava di non aver mai provato una paura simile, infatti era così...fino ad allora.Una cosa positiva però ci fu.Kevin venne a complimentarsi con me."Tesoro, sei stata fantastica, vorrei chiederti di uscire, ma dovrebbe venire anche tua sorella e sarebbe imbarazzante" disse."Grazie!" esclamò infastidita Phoebe."Devo prendere per forza il pacchetto completo? Non posso innamorarmi solo di una delle due?" chiese altrettanto infastidito."Certo fai pure".Sicuramente ero rossa come un pomodoro, anzi un peperone, o forse come il rossetto di Sylvia (la donna con la vita stretta)."Se ti va possiamo vederci per bere qualcosa, se Phoebe vuole farti questo favore"."A me non importa, farò finta di non esistere" disse Phoebe."Allora certo, mi piacerebbe" ero così felice."Ci vediamo stasera alle sette nel mio capannone okay? Cercherò delle vecchie bottiglie che Crock nasconde in cucina""Come lo sai?" chiesi sorridendo innocentemente.Mi fece l'occhiolino e se ne andò.Mi sistemai per bene i capelli, li porto corti da sempre, ma qualche boccolo non guastava. Misi un po' di quella roba rosa polverosa sugli occhi, mi dava così fastidio, ma mi rendeva più carina. Alle sette, puntualissima, ero nella tenda. Lui si avvicinò e mi accolse con un baciamano "Madame".Parlammo per molto tempo e bevemmo dell'ottimo spumante. Mi ero totalmente scordata di Phoebe in quelle ore, mi sembrava di essere sola con lui, era brava a sparire quando voleva."Ma che ci fai qui tu?" chiesi."Non mi sono ancora esibito, ultimamente sto aiutando più dal punto di vista tecnico nell'organizzazione di spettacoli vari""Non hai ancora risposto alla mia domanda, che ci fa un ragazzo così bello qui?"."Che sfacciata" pensò Phoebe, si era svegliata la stronza."Ti ringrazio, ma anche tu sei bellissima e sei qui. Ecco...vedi...so che potrebbe sembrare assurdo, ma riesco a sollevare dei pesi esagerati, nemmeno immagini quanto grandi""Wow, e questo sarebbe un..."difetto"?""Il difetto è che non ho i muscoli che servirebbero per farlo, sono uno scherzo della natura proprio come te"."E non ti hanno mai spiegato come fai?"."No, non mi interessa".

Continuammo a parlare di mostri, del nostro passato, lui mi raccontò di lui e io raccontai di me. "Sono stata davvero bene, ti ringrazio". Lui mi baciò la guancia e me ne andai. Mi sembrava di conoscerlo da una vita, era dolce, simpatico, ironico, proprio come me.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 19, 2020 ⏰

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