Anna camminava lungo la strada verso scuola, completamente immersa nei suoi pensieri, tornando a riflettere sull'esperienza vissuta sabato sera e cercando di convincersi di aver fatto la scelta giusta. Diana, la domenica, l'aveva tartassata di messaggi dicendo che avrebbe dovuto provarci se davvero Gilbert le interessava e questo sicuramente non l'aiutava.
Anna era certa che l'amicizia venisse prima di qualsiasi ragazzo, che l'amicizia venisse prima dell'amore, ma qualcosa le diceva che Gilbert valeva la pena, che l'avrebbe amata come nessuno aveva mai fatto.
Mentre si tormentava fra un pensiero e l'altro era giunta all'edificio, così facendo un lungo sospiro si fece forza per entrare.
Raggiunse la classe a testa bassa per evitare di incrociare lo sguardo di Gilbert, e si sedette di fianco a Ruby, salutando le sue amiche con un cenno.
Quando entrò Miss Stacy ebbe inizio un'altra monotona giornata scolastica, che Anna viveva bene, perché le piaceva imparare, era affascinata da tutto ciò che non conosceva e che avrebbe potuto apprendere dai libri che leggeva.
Per tutto il giorno, però, la ragazza si era chiesta perché Gilbert non le avesse parlato, non l'avesse guardata e non avesse affrontato l'argomento "sabato sera". Alle sue domande si era risposta che presumibilmente lui aveva deciso, proprio come lei, di lasciar correre evitando di parlarne; ma il pensiero che lui si fosse pentito delle dolcissime cose che le aveva confidato l'aveva sfiorata.Finite le lezioni, Anna uscì dall'edificio, e subito venne annaffiata da una fortissima pioggia, così corse a ripararsi sotto la tettoia che copriva le scale della scuola.
"Diamine!" esclamò "Non ho un ombrello, e nemmeno il cappuccio, come torno a casa?"
Dopo aver sperato per qualche minuto che l'acquazzone scemasse, decise di tentare l'impossibile : arrivare a Green Gables, sana e salva, sotto l'acqua che scendeva fittissima.
Mentre camminava veloce, cercando di non cadere ad ogni pozzanghera, un auto le si fermò di fianco, il proprietario tirò giù il finestrino e la invitò a salire.
Casualmente Gilbert si trovava nel posto giusto, al momento giusto, per salvarla da un bruttissimo raffreddore. Lei, dubbiosa, accettò il passaggio.
"Prendi la mia felpa, è nel sedile sul retro" le disse il ragazzo, con un sorrisetto divertito stampato sul viso.
"Sappi che ho accettato il tuo passaggio solo perché fra qualche giorno c'è il test di matematica, e non ho intenzione di dartela vinta" rispose lei mentre si copriva con la felpa blu del ragazzo. Profumava di buono, non riusciva a decifrare perfettamente il suo profumo, ma le bastava sapere che fosse quello di Gilbert.
"Non avevo dubbi" ribatté lui, accendendo la radio. Per tutto il viaggio i due cantarono, si divertirono, si rivolsero sguardi e sorrisi, ma non affrontarono nessuna conversazione se non riguardante i corsi extra scolastici a cui entrambi partecipavano.
Più tardi arrivarono a Green Gables, e Anna ringraziò Gilbert per poi scendere dalla macchina bianca e incamminarsi verso la porta d'entrata, ma prima che potesse aprirla si sentì chiamare dal ragazzo, così si girò e lo vide correre verso di lei.
Lui la raggiunse e ancora affannato per la corsa, la baciò dolcemente. Lei si sentì il cuore in gola, pensava che stesse per esplodere, così ricambiò senza pensarci troppo. I due ragazzi si trovarono a scambiarsi un lungo bacio appassionato, che in quel momento sembrava essere la cosa più bella che gli fosse mai capitata.
"Ti va di entrare? Marilla e Matthew non ci sono, così mi fai compagnia" chiese Anna staccandosi dal ragazzo e abbracciandolo dolcemente.
"Certo, ne sarei felice" rispose lui baciandole il collo.
I due entrarono in casa, andarono in camera della ragazza e appoggiarono gli zaini, poi si stesero sul letto. Passarono il pomeriggio a farsi le coccole e non si staccarono nemmeno un minuto, infatti sembrava che avessero paura che tutto quello gli venisse rubato, non l'avrebbero sopportato, perché in quel momento si sentivano bene per davvero.
"Anna credo di dover tornare a casa, è tardi e si potrebbero preoccupare, non ho avvisato nessuno" disse Gilbert.
"Sì, penso tu abbia ragione, per quanto vorrei restare così per sempre, dovresti andare prima che Marilla e Matthew tornino" lo assecondò Anna, passando la mano fra i suoi riccioli neri.
La padrona di casa accompagnò il ragazzo fino alla porta e lo salutò stampandogli un altro intenso bacio sulla bocca.
"Ti chiamerò" disse lui accarezzandole il viso.
"Ti risponderò" affermò lei con un enorme sorriso che le illuminava il viso.
Gilbert uscì chiudendo la porta.Anna tornò in camera ancora sognante, non poteva credere a quanto quel ragazzo la facesse stare bene, con lui riusciva a non pensare ai problemi, dimenticava persino quei ricordi tremendi sul periodo passato all'orfanotrofio, che fino a quel giorno l'avevano accompagnata ogni pomeriggio senza sosta. Si sedette sul letto e prese il cellulare, dove trovò una decina di chiamate perse e un centinaio di messaggi da parte di Diana, che quel giorno non era presente a lezione; l'amica le chiedeva di raggiungerla in un bar lì vicino per passare qualche momento insieme, come ai vecchi tempi.
Anna era davvero felice per quello che le era appena successo che decise di raggiungere Diana e raccontarle tutto, infatti così fece. Prese la borsa, le chiavi di casa e inviò un messaggio a Marilla per rassicurarla per quando al suo ritorno non l'avrebbe trovata a casa.
Raccontò tutto a Diana che aveva cominciato ad esultare arrivando quasi ad urlare. In fondo era la sua migliore amica e sapeva tutto quello che Anna aveva passato; avrebbe fatto di tutto pur di vederla felice ed era sicura di non averla mai notata così radiosa e spensierata come quando le parlava di Gilbert. Diana sapeva cosa era meglio per la sua amica e senz'altro Gilbert compariva nella lista.
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CHIAMATEMI ANNA
Romanceuna storia ambientata nei giorni d'oggi, basata sulla storia di "Chiamatemi Anna", le vicende non sono le stesse, solo i personaggi e i loro caratteri fisici e morali.