Sage
Era il mio ultimo anno di liceo, ero fidanzata con Jake dalla prima superiore.
Lo amavo, sicuramente entro la fine dell'estate mi avrebbe fatto la proposta.
Si avevo solo 20 anni, ma l'amore non lo prevedi, e tra noi era amore.
Erano le quattro del pomeriggio, mi stavo preparando per il ballo di fine anno, l'abito che avevo scelto era di un blu notte con il corpetto a cuore e tanti strass, la gonna era di raso morbida, fasciava le mie curve al punto giusto. Non ero proprio magra, ma non potevo lamentarmi.
Ero alta 1.67, capelli lunghi mossi e biondo cenere, occhi verdi e di corporatura media. Non ero una sportiva ma amavo restare in forma.
Mentre sistemavo i capelli, sentii bussare: <Sage, sono la mamma posso entrare?>. Aprii la porta e lei per poco non si mise a piangere, lo faceva spesso in questo periodo, forse perché sapeva che sarei andata a studiare all'UCLA, che distanziava ben 10 ore da casa mia, quindi ero obbligata a prendere una stanza all'interno del College.
Trassi un respiro e dissi: <mamma, dai non piangere. Non ti sto abbandonando, sarò semplicemente un po' più distante, ma non ti preoccupare ti chiamerò sempre. La tua bambina sarà sempre nel tuo cuore>, mettendole una mano sul petto.
Mia madre fece un passo in avanti e mi abbracciò, inebriandomi di quell'odore che sicuramente nei prossimi quattro anni mi sarebbe mancato.
Mi allontanai e le chiesi: <mi daresti una mano con i capelli?>, lei annuì e si mise dietro di me, incominciando a spazzolare quella folta e indomabile chioma.
Verso le sette iniziai a truccarmi, Jake sarebbe venuto a prendermi con la limousine.
Avevo optato per un trucco semplice, un po' di ombretto rosa per risaltare i miei occhi, un po' di fard sulle guance e un gloss trasparente. I capelli erano legati in una bella treccia che mi ricadeva sulle spalle, con qualche mollettina con i brillantini per dare un tocco di luce.
Verso le otto, presi il vestito e me lo misi, avevo optato per un décolleté blu notte non tanto alto.
Sentii suonare il campanello, e da sotto mia madre disse:<< Sage, Jake è qui che ti aspetta, scendi che vi scatto una foto>>. Era tradizione della famiglia Buchanan scattare una foto vicino al caminetto.
Trassi un respiro e scesi la scalinata, Jake mi guardò e nel suo sguardo non notai nessuna espressione di sorpresa, come se per lui fosse un'abitudine vedermi in tiro.
Sorrisi e lo raggiunsi, lui mi guardò e mi diede un bacio e poi disse:<< su dai dobbiamo muoverci che mi aspettano>>.
Scattammo la foto e con la limousine ci dirigemmo verso la scuola.
Il tema era Per sempre, appropriato vista la situazione tra me e Jake.
Scesi dall'auto e in compagnia di Jake andammo verso la palestra.
Non so perché ma, quella sera ebbi una sensazione strana, ma feci finta di nulla e cercai di divertirmi.
Erano passate quattro ore, era quasi mezzanotte e Jake era sparito da più di un'ora, tra poco avrebbero eletto la reginetta e il re del ballo.
Incominciai a cercarlo per tutta la palestra, chiesi ad alcuni ragazzi se lo avessero intravisto da qualche parte, ma nessuno sapeva chi fosse o dove fosse.
Intravidi i suoi compagni di squadra, tra cui Caleb, il suo migliore amico, mi avvicinai e gli chiesi se lo avesse visto da qualche parte. Con il suo fare da idiota mi guardò e disse: << no tesoro, non l'ho visto, magari era stufo della tua presenza ed ha preferito sgommare via>>, ridendo insieme agli altri.
Per un momento credetti che fosse possibile, mi aveva dato dei segnali, guardarmi come se non fossi stupenda nel momento in cui mi era venuto a prendere, dire che era di fretta, durante la foto, sparire a sole quattro ore dal ballo per un'ora senza dirmi nulla, o magari si stava preparando per farmi la proposta davanti a tutti, ed è per questo che non sapevo dove fosse.
Uscii dalla palestra e andai in bagno, avevo bisogno di sciacquarmi la faccia, e ad un certo punto sentii una ragazza ansimare e sussurrare un nome dietro la porta dell'ultima fila.
Presa dalla curiosità, rimasi lì ad un certo punto sbiancai, dalla sua bocca era uscito il nome di Jake!
Presi coraggio ed aprii la porta. Lui era lì dentro di lei che diceva: <no tranquilla, non ci scoprirà>. Quando la ragazza si accorse della mia presenza, urlò e Jake uscì e si girò nella mia direzione: <no piccola non è come pensi, avevo bisogno di capire i miei sentimenti, lei non significa niente>.
Con una tale rabbia, gli tirai un ceffone e me ne andai da quel bagno.
Chiamai un taxi e feci in modo di dimenticare per sempre Jake e il suo tradimento.
Jasper
Ero a casa, tranquillo quando ad un certo punto bussarono alla porta. Era Camille, stavamo insieme da circa due anni, lei era l'unica con cui ero disposto a passare il resto della mia vita con qualcuno.
Avevamo 4 anni di differenza, lei era al primo anno di College, la conobbi grazie al mio migliore amico, era sua sorella.
Appena la vidi, capii che lei sarebbe stata mia.
Era alta, con lunghe gambe slanciate, capelli color mogano e ricci, occhi, beh i suoi occhi erano semplicemente fantastici, di un azzurro quasi grigio, ero follemente innamorato dei suoi occhi.
Non feci in tempo ad aprire che lei mi saltò addosso e disse:<dobbiamo andare in spiaggia sono tutti lì> con un sorriso a 32 denti. Come potevo dirle di no.
Presi la giacca, la presi per mano e ci dirigemmo verso la macchina, prima di salire, la tirai verso di me e le diedi un bacio. La sua lingua era morbida e calda e le sue labbra carnose mi facevano fluire il sangue sulla mia erezione.
Lei sorrise e mi disse: <no no c'è tempo per quello ora andiamo al mare>, mi stampò un bacio veloce e salì sulla macchina.
Feci una corsetta dall'altra parte della macchina salii e misi in moto.
Durante il tragitto le presi la mano, la sensazione che mi dava era una sensazione indescrivibile, semplicemente fantastica.
Ad un certo punto sentii il telefono squillare era Jason il mio migliore amico, Camille mi implorò di non rispondere, ma le dissi di stare tranquilla.
Feci per scrivere la risposta e in pochi secondi vidi la macchina capovolgersi. Non so bene cosa stesse succedendo, capii solo che in quel momento non c'era più niente da fare.
Mi risvegliai in ospedale, di fianco a me c'erano i miei genitori e Jason.
Il suo sguardo era perso nel vuoto, triste come se non ci fosse più niente di divertente per lui d'ora in poi.
Quando vide che ero cosciente chiamò i medici, che mi dissero che era un miracolo che fossi ancora vivo, e che me la fossi cavata con solo un paio di fratture ossee.
Ad un certo punto il mio pensiero si focalizzò su Camille e chiesi:<< e.... e Camille? Camille come sta? Dov'è? Posso vederla? Anzi devo vederla..>>.
I medici mi guardarono ed uscirono dalla stanza insieme ai miei genitori.
Rimase solo Jason che, con le lacrime agli occhi, mi disse che Camille non era sopravvissuta all'incidente.
Preso da una crisi, cominciai ad urlare, era colpa mia se lei non era sopravvissuta, lei mi aveva avvisato ed io non le avevo dato retta.
Jason cercò di calmarmi, di rassicurarmi, dicendomi che la colpa non era mia, ma della vita.
Ma io non gli credetti.
In quel esatto momento, mi promisi che non avrei mai amato nessuno come la mia Camille.
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VOGLIO SOLO TE
RomanceSage è una ragazza intelligente, gentile con tutti, empatica, ma il suo carattere è altrettanto difficile. La sua esperienza con i ragazzi l'ha portata a chiudersi e ad essere distaccata e fredda. Ha origini italiane, però vive a Los Angeles, è al p...