Non ricordo nulla degli ultimi due anni, come se avessi dormito per tutto il tempo o come se fossi stata teletrasportata nel tempo.
Solo pochi attimi fa mi sembrava di essere davanti a mia madre a prepararmi per la cena del mio quindicesimo compleanno e invece sono passati due anni, di cui non ricordo niente, e dieci mesi, di cui ho ricordi sfocati ma di persone e luoghi che non conosco, come se quei ricordi mi fossero stati messi dentro la mia mente di proposito con violenza e prepotenza e ogni volta che provo a ricordare mi viene una gran emicrania.
A ricordare adesso i miei primi quindici anni di vita sembrano solo un sogno che faccio durante la notte, ma non è possibile, se fossero state solo un sogno come potrei essere così veloce a correre, ad arrampicarmi, a conoscere strategie di lotta, di fuga e di riconoscimento, come saprei parlare più lingue, come potrei non avere paura di addentrarmi in una foresta da sola e sapere alla perfezione come tornare a casa, io tutto ciò non lo capisco.
Ho iniziato a fare questi sogni di questa "vita parallela" secondo me, dieci mesi fa e quando ho iniziato a capire che non fossero solo sogni ne ho parlato subito con mia madre, lei è come una migliore amica per me, so che posso parlarci di tutto e confidarmi perché lei non mi giudicherebbe mai, ma mi darebbe solo ottimi consigli.
Ma quella volta è stato differente, per la prima volta quando gli ho raccontato dei miei sogni e di quello che realmente pensavo che fossero lei mi ha guardata stranita, come se pensasse che sua figlia fosse diventata pazza, ma provò a non darlo a vedere tant'è che inizialmente appoggiò le mie tesi perché pensava che io scherzassi, ma ben presto quando si accorse che non era così iniziò a preoccuparsi sul serio e mi volle portare da una psicologa. Io non ci volevo andare, sapevo di non essere pazza ma decisi di accontentarla perché non volevo farla preoccupare.
La psicologa inizialmente anche lei non capiva se stessi prendendo in giro tutti o parlassi sul serio, ma sono passati otto mesi da quando ogni mercoledì pomeriggio, uscita da scuola vado nel suo studio e ogni volta gli racconto dei sogni che faccio durante la notte. Non so nemmeno io più perché glieli racconto, perché la sua diagnosi è sempre la stessa, troppo stress dovuto alla scuola, sono una ragazza troppo emotiva e mi faccio influenzare facilmente e questo mi porta la mia mente a creare una realtà nei miei sogni in cui mi sento al sicuro e protetta, per quanto particolare e strana essa possa essere.
Ma io sapevo di non essere pazza, forse non sapevo esattamente chi ero o cosa questi sogni volessero dirmi, ma sapevo che tutto ciò non era semplicemente frutto della mia mente, dovevo solo trovare il modo per capire cosa fossero veramente e nel frattempo continuare quella che era la mia vita attuale, ovvero passare le mie giornate andando a scuola dove c'erano i miei migliori amici, Ilaria e Valerio, il mio ragazzo Federico e altri amici che non erano poi molto importanti per me, anche se loro pensavano il contrario, perché erano amici falsi, di quelli che davanti ti sorridono e dietro ti pugnalano, poi c'era la mia famiglia, mia madre Clarissa e mio padre Claudio a cui dovevo tanto, loro mi hanno sempre protetta, sono stati la mia guida nei giorni bui e i miei consiglieri nei giorni felici, o per lo meno è questo ciò che mi ricordo e poi c'è il karate, dal lunedì al sabato mi alleno in una palestra vicino casa, conto le ore, i minuti e i secondi che sembrano non passare mai finché arriva l'ora dell'inizio della lezione, infatti arrivo sempre un'ora prima e mi alleno in sala pesi e la domenica mattina prendo la mia moto e vado a correre in riva al mare per poi tornare a casa e studiare, stato al quinto anno di liceo scientifico, quell'anno avrei avuto la maturità di sicuro non potevo permettermi di avere brutti voti, ci tenevo ad avere voti alti e come mi impegnavo in tutto ciò che facevo la scuola non era da meno.
Insomma, una vita di una qualsiasi ragazza che da li a due mesi avrebbe compiuto diciotto anni e quindi sarebbe diventata maggiorenne.
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Due vite parallele o una da ricordare?
De TodoNon c'è molto da dire, la mia vita si svolge in parallelo ad un sogno e non so quale dei due è la realtà, forse la vita che vivo tutti i giorni, o forse i sogni che faccio tutte le notti sono realtà e la vita di tutti i giorni sono il vero sogno, op...