🔹Non sei solo🔹Haizaki x Kidou [brotp]

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⚠ATTENZIONE⚠

SPOILER SULLA SETTIMA PUNTATA DI INAZUMA ELEVEN ORION

Haizaki era seduto su una panchina a gambe incrociate, mentre guardava il fiume di fronte a lui, tentando di tenere a bada tutta la rabbia e il risentimento che provava nei confronti di Ichihoshi, suo compagno di squadra che si era rivelato un traditore, e che, dopo aver collaborato per l'infortunio di Gouenji, aveva ritenuto necessario eliminare anche Kidou, il quale aveva, anche se in maniera non proprio corretta, cercato di fare luce sulla questione.

Tutta quella situazione gli faceva ribollire il sangue nelle vene in una maniera indescrivibile. Kidou era stato il primo a prendersi sul serio cura di lui, a guidarlo e costringerlo, in un certo senso, a seguire la retta via.

In men che non si dica Haizaki era diventato dipendente dalla luce che il rasta aveva portato nella sua vita, e non si sentiva ancora per niente pronto a vivere senza di essa.

In preda alla frustrazione, diede un pugno alla panchina di legno, facendosi anche male, cosa di cui non si curò.

Ultimamente era stato sottoposto a più stress del necessario. Prima c'era stato l'abbandono di Gouenji, facendo il modo che lui dovesse farsi carico del ruolo di capocannoniere della nazionale, poi era subentrata la sua innata competizione con Kira Hiroto, soprannominato il "Dio delle marcature" Il che non aveva fatto altro che innalzare il suo livello di frustrazione.

Ora che anche la sua luce era andata via, non sapeva più cosa fare, e si faceva guidare dalle emozioni in tutto e per tutto, attendendo che il suo angelo custode facesse ritorno.

Rimase su quel molo per parecchio tempo, fino a quando il suo compagno di stanza -aka nemico giurato- non venne a chiamarlo, o per meglio dire, ad urlargli di venire a tavola.

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Passarono i giorni, e finalmente le accuse contro Kidou vennero smentite.

Haizaki era al settimo cielo, non vedeva l'ora di poter tornare a giocare a calcio insieme a lui.

Quando però si venne a scoprire che il suo angelo custode non sarebbe tornato in Nazionale, ma sarebbe diventato un membro di supporto, tutta la sua allegria lasciò il posto ad un'innata collera che ormai albergava in lui da moltissimo tempo.

Senza rendersene conto si ritrovò di nuovo su quella panchina, luogo in cui ormai passava la maggior parte del suo tempo.

Stava semplicemente a guardare il fiume, assorto fra i suoi pensieri, fino a quando non gli venne voglia di sentire l'acqua sulla sua pelle.

Si avvicinò alla sponda, si tolse le scarpe e i calzini, si alzò i pantaloni della tuta, e immerse i piedi

L'acqua fredda gli bagnava le gambe fino a poco sotto il ginocchio mentre se ne stava seduto sulla riva a contemplare l'acqua limpida.

Il fondale si vedeva benissimo, e fu meravigliato da ciò.

Rimase lì per molto tempo. La temperatura bassa dell'acqua sembrava aver acquietato anche il suo spirito bollente, così cercò di godersi al massimo quella sensazione.

Il suo momento di pace e solitudine venne rovinato da una presenza che si sedette proprio al suo fianco, vestito di tutto punto, e con le gambe stese sull'erba, accavallate fra di loro.

Si trattava niente di meno che della sua luce, Kidou Yuuto.

Fu proprio lui il primo a rompere il silenzio.

"Non pensavo che fossi anche capace di rilassarti. Sembri quasi innoquo ed innocente mentre te ne stai seduto quì"

Lo prese in giro. Haizaki sentì subito il sangue ribollire a quella frase.

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