Il silenzio regnava sovrano in quella casa apparentemente accogliente ed era così intenso che pareva facesse rumore.
Si risvegliò solo in quella oscurità, con il respiro corto, ansimando, le mani che tremavano. Ancora.
Il suo cuore batteva all'impazzata nella sua cassa toracica, ed era l'unico suono umano nella sua stanza fredda.
Era solo con i suoi ricordi.
Era solo con i residui di quell'incubo che lo perseguitava da quando era ritornato sulla Terra.
E che non aveva mai superato.Circa ogni notte, quelle immagini si susseguivano appena lui chiudeva i suoi begli occhi ambrati.
Quel susseguirsi di ricordi, panico e insicurezza, non lo avevano mai lasciato libero.
Durante il giorno almeno aveva delle distrazioni e la sua mente brillante era troppo impegnata per rifletterci.
Ma appena poggiava la testa sul cuscino, il panico di rivivere l'esperienza si faceva sempre di più spazio dentro di lui.
Sempre le stesse azioni, immagini.
Urla di esseri, di materia stellare, perché nell'universo non c'è distinzione;
Lui che veniva rapito, poi strattonato, costretto a combattere contro alieni. Per cosa, poi?
Qual era lo scopo? Il divertirsi degli altri.
Guardavano loro lottare come se fossero marionette, pupazzi, bestie da macello.
E in quel momento cruciale, Matt, appena sedicenne, si chiese se lui fosse più che un giocattolo, se valesse qualcosaSebbene fossero passati ormai sette anni, aveva ancora impresso sulla pelle tutto ciò che aveva subito. E gli sembrava di riviverlo per davvero tutte le notti.
Non era un trauma, era molto di più.
Se non fosse stato per Shiro, non sarebbe vivo.
Lo aveva salvato. E gli era grato.
Ma nei sogni gli apparivano ancora i suoi occhi rosso sangue e la sua voce dal timbro pesante che gli urlava che desiderava sangue.Matt successivamente scoprí che lui era riuscito a scappare. Gli si spezzò il cuore, perché non lo aveva portato con sè?
Si era sentito abbandonato.
Da qualunque cosa.Ma era andato tutto per il meglio, no? Non proprio, la sua mente glielo ricordava attraverso quelle puntate notturne.
Come una notifica indesiderata.Ormai era troppo tardi per recuperare il sonno.
Si alzò lentamente, circondato solo dal buio.Cercando di non fare il minimo rumore per non svegliare la sua famiglia, si diresse verso il bagno.
Socchiuse gli occhi quando la luce inondò la piccola stanza.
Ingoiando un boccone amaro, con le mani tremanti, si ritrovò molto vicino all'oggetto.
Nonostante fosse indeciso e titubante, si tolse la maglia leggera che indossava per dormire.
Odiava guardare il suo corpo. Troppo dolori venivano a galla.
Non aveva niente di particolare, era come tutti gli altri essere umani, non importava quanto fosse bello o intelligente.
Seguí con gli occhi tutta la sua figura: i capelli dorati, l'unica cosa di stesso che tanto amava, gli arrivavano lunghi fino alle spalle.
I suoi occhi, erano circondati da profonde occhiaie e non avevano più quella luce d'oro che dava loro vitalità e allegria. Quegli occhi color miele un tempo così splendenti e vividi, cosa lasciavano trasparire ora?
Il suo addome non era segnato da cicatrici, a differenza di quello di Shiro e non era nemmeno tanto muscoloso.
Gli unici muscoli forti e in bella vista, erano quelli delle braccia, frutto di tanto allenamento per difendersi e aiutare chi gli era più caro.
Appoggió la sua mano alla superficie fredda dello specchio.
Stava incontrando se stesso in quel momento.E il marchio più profondo, quello che ancora oggi bruciava, era la cicatrice che gli attraversava la parte sinistra del suo viso ben definito, ormai da adulto.
La sua mascella forte era contratta in una smorfia, una smorfia che però senza saperlo lo rendeva ancora più affascinante.Cercava di evitare di guardarla, con pochi risultati.
Rimaneva li purtroppo, ed era fastidioso.Matt l'accarezzó con l'altra mano e sospirò tristemente. Lo faceva sentire un idiota. Non sapeva esattamente perché, lo sentiva dentro di sè.
Diede un pugno allo specchio.
Vide il sangue sgorgare dalle sue nocche rosse.
Forse il suo intento era quello di colpire se stesso, probabilmente.Erano passati sette anni.
Matt pensava di essere diventato abbastanza forte da superare tutto questo. Magari un giorno avrebbe incontrato qualcuno che avrebbe raccolto le sue ferite e insicurezze e le avrebbe trasformate in forza. E finalmente si sarebbe sentito libero, libero da quel sogno che lo intrappolava con i suoi artigli.Anche se quella cicatrice per lui, sarà sempre un'ancora per il suo passato.
Bene, avevo questa idea da un po' di tempo, quindi ecco qua.
Ammetto che mentre la scrivevo stavo morendo dentro, quindi 👉🏻👈🏼
_mdm2312_ spero tu abbia gradito ;)
(Se commenti qui vuol dire che sei arrivata viva a fine storia ahahah)
Credo ne scriverò un'altra sul fantastico Matt
A presto!
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"All the demons inside me"
Paranormal"𝕀𝕝 𝕡𝕒𝕤𝕤𝕒𝕥𝕠 è 𝕤𝕚𝕔𝕦𝕣𝕒𝕞𝕖𝕟𝕥𝕖 𝕝𝕒 𝕡𝕖𝕘𝕘𝕚𝕠𝕣 𝕡𝕒𝕦𝕣𝕒 𝕕𝕖𝕝𝕝'𝕦𝕠𝕞𝕠.𝕋𝕚 𝕚𝕟𝕤𝕖𝕘𝕦𝕖 𝕒𝕟𝕔𝕙𝕖 𝕢𝕦𝕒𝕟𝕕𝕠 𝕔𝕣𝕖𝕕𝕚 𝕕𝕚 𝕒𝕧𝕖𝕣𝕝𝕠 𝕤𝕖𝕞𝕚𝕟𝕒𝕥𝕠, 𝕣𝕚𝕒𝕡𝕡𝕒𝕣𝕖 𝕟𝕖𝕚 𝕣𝕚𝕔𝕠𝕣𝕕𝕚 𝕔𝕙𝕖 𝕔𝕣𝕖𝕕𝕖𝕧𝕚 𝕕...