< Io torno a casa. > disse Jake.
< Tu non vai da nessuna parte! Mi servi qui. > risposi a tono.
A due settimane di distanza avrei dovuto consegnare un articolo trattante storie di persone che, abbandonate dallo stato, non avevano avuto alcuna scelta se non quella di dedicarsi al lavoro sporco. Tra cui, incontri di boxe illegali.
Nessuno mi aveva chiesto di spingermi fino a questo punto, una semplice ricerca su internet e qualche video intervista sarebbero bastati per scrivere l'articolo, ma non sarebbero stati abbastanza per me.
Così, con l'aiuto del mio amico Jake, ci recammo ad uno di questi fantomatici incontri per verificare in prima person di cosa si trattava e vedere quali sensazioni mi avrebbe suscitato questa esperienza.
< Io me la do a gambe, te lo dico > con un'espressione annoiata ignorai la sua affermazione, scesi dall'auto e mi diressi all'entrata.
Dopo averci analizzato da capo a piedi, l'armadio di uomo davanti alla porta si scansò, facendoci entrare. Appena varcata la soglia mi sentì catapultata in un rave pieno di persone perse, vuote, la cui unica consolazione sembravano essere solo l'alcool, il fumo e le scommesse.
< Facciamo ancora in tempo ad andarcene > urlò Jake nel mio orecchio.
< Ormai ci sei già dentro gioia. > così mi diressi verso quello che, da li a poco, sarebbe diventato il palco di un bagno di sangue.
Dopo essere stati annuncianti i due sfidanti, l'adrenalina iniziò a crescere piano piano, fino a quando non li vidi entrare e sentì un pubblico di uomini sudati e fatti urlare a squarciagola. Data la mia poca conoscenza in materia, e il fatto che entrambi i pugili sembravano altamente preparati, non avevo idea di chi si sarebbe aggiudicato la vittoria, e sinceramente, nemmeno mi interessava. Ero lì per analizzare e osservare queste persone. Cercare di vedere i loro demoni, carpire le loro paure, comprendere veramente cosa li aveva fatti sprofondare in questo buco nero.
Usciti da quella gabbia che sembrava ci stesse soffocando piano piano, io e Jake restammo qualche minuto in silenzio, cercando quasi di tornare alla realtà, la nostra realtà, e apprezzare il silenzio della notte.
< Beh che dire, è stato interessante. > esordì lui, rompendo il silenzio che si era creato in macchina.
< Interessante, si, hai proprio ragione > risposi, senza spostare lo sguardo dall'entrata di quel posto.
Dopo essercene andati, decidemmo di fermarci ad un fast food lì vicino, per commentare ulteriormente l'accaduto e fare rifornimento di energia.
< In tutto ciò, bisogna ammettere una cosa. >
< Cosa? > risposi incuriosita, spostando lo sguardo dal gelato che avevo in mano al viso di Jake.
< Quei pugili erano dei gran pezzi di manzo! Ma li hai visti? > solito Jake, pensai.
< Ascolta, se vuoi trovare marito, non penso che quello sia il posto più adatto per te. >
< Potrei sorprenderti amica mia. >
< Si beh.. mi sorprenderai un'altra volta, perché l'unica cosa che voglio fare adesso è tornare a casa e dormire. Amico mio. > dissi, scandendo bene le ultime parole.< A volte sai essere proprio acida. Dai su andiamo! >
Prima di dormire, ripensai per un attimo a tutte quelle persone che avevano lasciato andare le loro vite, come se per loro non avessero più un valore. Certo, la vita è piena di ostacoli e momenti difficili, ma cosa può spingere un uomo a prendere questa decisione?
O magari non hanno mai avuto la possibilità di scegliere.