Chapter 4

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Harry giace da solo nel letto la mattina della Vigilia di Natale, fissando il soffitto. Il sole non si è ancora alzato all'orizzonte anche se Harry si trova a letto sveglio da tantissimo tempo, cercando di sfuggire ad un sonno irrequieto. Continua a ripetere tra sé e sé la conversazione che ha avuto con Louis – anche se forse discussione è la parola più adatta – e ritorna sempre a pensare alla stessa cosa: Louis non ha raccontato a nessuno che si sono lasciati.
Non sa cosa dovrebbe provare a riguardo, ma pensa di essere stato abbastanza cattivo la sera precedente. Odia la sensazione di essere colto alla sprovvista, soprattutto di essere stato oggetto di bugie da parte del suo ex fidanzato. Se avesse detto la verità, tuttavia, si sarebbe vergognato parecchio – non vuole distruggere crudelmente tutto ciò che il maggiore ha tenuto segreto per mesi.
Sarebbe stato crudele da parte sua.
Crudele.
Quella parola continua ad apparire nella sua mente. Dopotutto, non sono stati entrambi crudeli, l'uno con l'altro? Harry non è così testardo, riesce ad ammettere che entrambi sono rimasti feriti dalla fine improvvisa della loro relazione. Si sono detti parecchie cose cattive, tirando fuori tutto quello che hanno tenuto dentro per anni interi. Indipendentemente da chi avesse ragiono o torto, entrambi hanno condiviso il dolore di avere il cuore infranto. Anche se Louis si è rifiutato di raccontare la verità, Harry lo conosce abbastanza bene da sapere che il loro non è mai stato un amore falso.
Mentre Harry si è buttato a capofitto nel suo nuovo lavoro e nella sua nuova città, provando a risolvere tutti i suoi problemi, Louis è rimasto ad Eugene e ha deciso di non raccontare a nessuno la verità. Per tutto questo tempo, Harry si è sentito tradito dal fatto che il maggiore avesse tutte le comodità di casa sua e degli amici per guarire il suo cuore spezzato, mentre lui ha dovuto combattere ansia e depressione da solo a Chicago. Ora però, conosce la verità: nessuno dei due è riuscito a guarire completamente.
Harry si sdraia sulla pancia e si tira le coperte fin sopra le spalle. Nessuno spiega mai questa parte dell'amore; tutti i pezzi di te che perdi lungo la strada quando ti lasci con quello che credevi fosse l'amore della tua vita. Nel momento in cui la sua mente si allontana dalla conversazione che ha avuto con Louis, ritorna al presente e alla data di oggi: è il compleanno del maggiore. Harry non riesce nemmeno a ricordare com'è una normale Vigilia di Natale, dal momento che ha trascorso gli ultimi otto anni a festeggiare il compleanno del suo fidanzato proprio durante quella giornata.
Nel primo anno in cui si frequentava con Louis, il compleanno del maggiore era caduto durante il loro anniversario di undici mesi ed Harry era andato a casa della famiglia di Louis a Seattle – la sua famiglia era impegnata a passare le vacanze in Australia. Ricorda tutto così bene; si era svegliato sul divano nella casa della mamma di Louis. Jay li aveva fatti dormire in stanze separate ed Harry non aveva pensato in nessun modo di disobbedire alle regole della donna, nemmeno quando il maggiore aveva detto a sua madre "Va bene, dormiremo separati, ma ad Eugene dorme sempre nel mio letto, mamma." Sua madre aveva sorriso, divertita dall'intera situazione, ed Harry era rimasto completamente scandalizzato. Tuttavia, la mattina del compleanno dell'altro si era sentito abbastanza coraggioso per sgattaiolare comunque nella camera del fidanzato. Aveva aperto la porta della camera da letto di Louis ed era strisciato sotto le coperte; la parte più bella, quella che aveva fatto esplodere il suo cuore di ragazzino, era stata il fatto che Louis non aveva aperto gli occhi, l'aveva tirato semplicemente contro il suo corpo caldo sotto le lenzuola. "Ti stavo aspettando," aveva mormorato il castano ed Harry ricorda di aver pensato, nel giorno del ventunesimo compleanno di Louis, che gli sarebbe piaciuto trascorrere tutta la vita in quel modo.
Negli anni successivi, avevano trascorso i compleanni di Louis sempre insieme alle loro famiglie, sebbene nessuno abbia più chiesto loro di dormire in letti separati dopo il primo anno. Soltanto l'anno precedente hanno deciso di trascorrere il Natale da soli, solo loro due, nascosti nel loro piccolo appartamento. Le cose non andavano benissimo tra di loro, le crepe erano già visibili nella loro relazione. Harry aveva fatto il turno di notte ed era tornato a casa poco prima delle otto del mattino della Vigilia di Natale. Invece di andare direttamente a casa, si fermò al supermercato per comprare gli ingredienti per preparare i pancake, oltre alla nutella e panna montata. Scoprì la difficoltà del cucinare senza aver dormito quando ormai aveva iniziato a mescolare la pastella, con gusci d'uovo che galleggiavano nel liquido e l'allarme antincendio dell'appartamento che suonava ad intermittenza. Louis si presentò in cucina dopo circa dieci minuti, mentre Harry cercava di spegnere invano l'allarme, sussurrandogli allo stesso tempo svariate imprecazioni. Louis rimase in piedi sulla soglia della porta, le braccia incrociate sul petto, un sorriso sarcastico sulle labbra.
"Cazzo," urlò Harry quando l'allarme antincendio finalmente smise di suonare, per poi voltarsi verso Louis. "Buon compleanno, amore," disse sottovoce, indicando la cucina e il cibo sul bancone.
Louis lo raggiunse vicino al fornelli, appoggiando le mani sui suoi fianchi morbidi. "Hai idea di quanto ti amo?"
Harry si rilassò all'istante, premendo la faccia contro il collo dell'altro. "Anche se ho rovinato la tua sorpresa di compleanno?"
Louis si mise a ridere. "È impossibile che tu abbia rovinato il mio compleanno, H."
Harry finisce per assopirsi ripensando ai dolci ricordi del passato, mentre il suo cervello cerca di alleviare il dolore che sente, invece, nel presente. Si sveglia improvvisamente a causa di un altro incubo, le lenzuola aggrovigliate intorno al suo corpo sudato mentre un'altra scena dell'ospedale sbiadisce dalla sua mente. Non cerca nemmeno di provare a rilassarsi per tornare a dormire, si trascina sotto la doccia per cercare di lavare via i ricordi e gli incubi.
La porta di Louis è ancora chiusa quando Harry passa nel corridoio, e si domanda se il maggiore sia già sveglio, temendo come lui il momento in cui dovrà uscire dalla stanza e interagire. Considerando che le cose tra loro sono andate abbastanza bene tra loro fino a quel momento, la discussione della notte precedente in mezzo alla neve li ha portati indietro di almeno cinquanta passi.
Il timer della caffettiera in cucina è spento ma la brocca è piena, anche se non c'è alcuna nota su di essa che indica l'ora in cui è stata accesa così come era solito fare Louis. Harry si versa comunque una tazza di caffè e lo trova più caldo del previsto. Buono a sapersi. Significa che Louis è già sveglio ed è riuscito a correre nella sua stanza prima che Harry uscisse. Dovrebbe essere imbarazzante, il modo in cui si comportano l'uno con l'altro. Gli ex non dovrebbero essere amici? Harry non lo sa. Louis è stato il suo primo fidanzato, il suo primo tutto e beh, anche il suo primo ex. Se è così che finisce ogni storia d'amore, Harry non pensa di aver bisogno di altre relazioni nel corso della sua vita.
Con quel pensiero deludente in testa, si dirige verso il salotto per guardare un film di Natale. Non c'è niente di più deprimente che essere tristi la Vigilia di Natale. Finisce per assopirsi guardando una commedia d'amore ridicola, il suo corpo ha disperatamente bisogno di dormire. Non vede Louis fino al pomeriggio, quando torna in cucina per fare uno spuntino e trova il maggiore seduto sul bancone che legge un libro. Il fatto che Louis sia uscito dalla stanza gli appare come un buon segno. Harry lo fissa per qualche secondo dalla soglia della porta, ammirando la linea del collo e il modo in cui allunga le spalle mentre legge. È sempre rimasto affascinato dalla bellezza del maggiore mentre è immerso nella lettura, ed era una cosa che faceva spesso quando stavano insieme. "Riesco a sentirmi i tuoi occhi addosso," era solito dirgli Louis in passato, senza alzare lo sguardo. Il Louis che ha di fronte adesso, però, non gli dice nulla.
"Buongiorno." Dice Harry per rompere il silenzio.
Louis alza lo sguardo come se lo avesse già visto. "Buongiorno? È già pomeriggio."
Harry deglutisce a vuoto. "Beh." Si sposta verso la cucina e odia quanto sia imbarazzante l'intera situazione. Ha camminato nudo davanti a quest'uomo, ha fatto cose assurde e stupide come inciampare nel nulla e provare ad avere la meglio durante una discussione usando il suo fascino. Odiare non è la parola giusta per descrivere come si sente in questo momento. "È la prima volta che ti vedo in tutta la giornata," dice Harry con tono aggressivo. "Quindi buongiorno, e buon compleanno," aggiunge subito dopo, ripensandoci.
Louis alza le sopracciglia per la sorpresa e lo fissa negli occhi. "Grazie."
Harry annuisce e si dirige verso il frigo in cerca di cibo e conforto. Fissa in modo assente l'interno del frigorifero, cercando qualcosa di commestibile. Forse, pensa mentre continua a guardare, dovrebbero cercare di essere un po' più gentili l'uno con l'altro. Ora sa che il maggiore non ha vissuto una vita troppo gioiosa negli ultimi nove mesi. Si trovano nella stessa situazione. Il problema, tuttavia, è che non sa come rimediare, non sa come iniziare a risolvere i loro problemi.
"Ehi, H?"
Harry sbatte la testa contro il frigo nella fretta di voltarsi. "Merda, cazzo," sussurra, portandosi una mano sulla fronte. Louis aggrotta di nuovo le sopracciglia, un sorriso gli appare sulle labbra. "Scusami."
"Niente che non abbia già sentito prima," risponde Louis.
Harry ha sempre amato il modo in cui lo sguardo del maggiore è in grado di distorcere i suoi pensieri e confondere le sue parole, ma in quel momento è soltanto frustrante. "Giusto," dice, cercando di ritrovare la compostezza.
"Ho pensato di andare al mercatino di Natale."
Il mercatino di Natale. È sempre stata una delle loro tradizioni preferite. Passeggiare tra le bancarelle di piccoli artigiani piene di luci colorate, musiche di Natale che risuonano nell'aria, un grande albero luccicante posto al centro della piazza. Di solito fa freddo in quel periodo dell'anno, e questa è sempre stata una scusa per camminare attaccati l'uno all'altro, con le guance rosse e le labbra screpolate. Non sono andati lo scorso anno, ricorda improvvisamente Harry, perché avevano litigato il giorno prima. Un discussione stupida che non ricorda nemmeno.
"Stavo pensando," dice il maggiore quando Harry rimane in silenzio. "Che potrebbe farti piacere venire con me. Se ti va."
Harry fa del suo meglio per non aprire la bocca per la sorpresa. Nonostante tutte le sue domande su come fare per riallacciare i rapporti col maggiore, è stato Louis a compiere il primo passo. Harry si schiarisce la gola e prova a dare una risposta, nonostante abbia dimenticato per un momento come si parla. "Si." Mormora, per poi ripeterlo ancora. "Sì, certo, va bene."
Louis non sorride, annuisce soltanto mentre controlla qualcosa da una lista che tiene tra le mani. Harry non può fare a meno di chiedersi se le loro intenzioni non siano le stesse.



Bitter Tangerine (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora