Capitolo 2

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Mi stringo nel cappotto e cerco di proteggermi dal vento pungente che si infrange contro la mia figura come una frusta, mentre cammino a passo svelto verso la biblioteca. Stanotte non ho chiuso occhio. Dopo aver constatato la scomparsa di quella scritta, la cosa mi ha sconvolto a tal punto da farmi letteralmente passare l'appetito, cosa veramente insolita per me. Ho mangiato due patatine solo per non sentire le lamentele di mia madre sull'importanza dei pasti, e mi sono chiusa in camera.

La notte è stata un susseguirsi di aprire-sfogliare-chiudere il diario per circa 253 volte, e altrettante mi sono interrogata sulla mia sanità mentale. I miei pensieri erano come un fiume in piena, e ogni goccia d'acqua un numero infinito di domande, tali che, e ne sono alquanto certa, ho percepito le sinapsi del mio cervello fondere lentamente. Dal momento che, per ovvie ragioni, a nessuno di tali quesiti fossi in grado di rispondere da sola, presi la decisione di recarmi l'indomani mattina nell'unico posto dove potevo sperare di ottenere qualche risposta, sperando di ottenerne, perlomeno.

Il cielo è plumbeo su Belvès in questa mattina di sabato, il che non fa altro che peggiorare il mio umore già abbastanza compromesso. A volte ho la percezione di essere un po' troppo meteoropatica, ma stavolta sono ben consapevole che il mio malessere sia causato dall'oggetto che trasporto nello zaino. O almeno spero ancora sia nello zaino. Dopo ciò che è accaduto nelle ultime ore non mi sorprenderebbe affatto se, aprendo la zip, non trovassi niente al suo interno.
Cerco ancora di auto convincermi che una logica dietro tutto questo ci debba essere per forza, non sono in un film e neanche nell'obiettivo di qualche candid camera, quindi deve essere tutto perfettamente spiegabile.

È mattina presto, le strade sono semi deserte e mai nella mia vita ho desiderato con maggior fervore di non essere lasciata al silenzio, in balia dei miei pensieri sconnessi, lungo il breve tragitto che ero ansiosa di percorrere. Le nuvole sopra di me creano una barriera che riesce ad essere attraversata solo da alcuni deboli raggi che timidamente si fanno largo tra esse, creando una luce biancastra.

Sospiro sollevata quando vedo Ben dietro la cassa, mi infonde tranquillità vedere un volto amico in un momento come questo.

"Ciao Ben." gli sorrido, varcando la porta e piazzandomi davanti al bancone. I suoi occhi passano immediatamente dal computer su cui stava lavorando a me, e riesco a riconoscere un po' di preoccupazione nelle sue iridi azzurre.
So cosa sta pensando: ho un aspetto terribile. La mia carnagione pallida non fa altro che accentuare le profonde occhiaie intorno ai miei occhi nocciola, dandomi un aspetto spettrale. A non aiutare il quadretto ci sono i miei capelli, raccolti in una delle code più disordinate che si siano mai viste, facendomi sembrare appena uscita dal set di The walking dead.

"Ciao Camille, come posso aiutarti? Va tutto bene?" mi rivolge la sua più totale attenzione, facendomi chiaramente capire che è a mia completa disposizione. Gli sorrido debolmente, mentre apro il mio zaino e spero internamente che il libro non si sia smaterializzato, ma quando le mie dita avvertono quella sensazione ruvida che ormai conosco fin troppo bene, capisco che è ancora lì, dove l'avevo lasciato.

"Sì, sto bene, più o meno - sospiro- dovresti aiutarmi con una cosa." poggio il diario sul bancone e lo lascio alla supervisione del biondo davanti a me.

"Ieri ho preso questo diario...agenda...qualsiasi cosa sia, e diciamo ha suscitato in me un po' di curiosità la sua provenienza, la sua storia. Sai come sono fatta." lo guardo, sperando di non sembrare una psicopatica. Non gli racconterei mai gli avvenimenti legati a questo diario: in primis perché non mi crederebbe (e come biasimarlo, non mi credo neanche io) e, inoltre, finirei per sembrare davvero folle.

"Si...questo...mh- lo osserva-dammi solo un attimo." la sua attenzione torna a essere rivolta al computer dal quale l'avevo precedentemente distratto. Dopo aver digitato qualcosa, fa cenno di avvicinarmi.

Apollyon {Harry Styles}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora