Capitolo 1

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Mi guardo attorno, scrutando tra gli immensi scaffali della biblioteca, alla ricerca di non so neanch'io precisamente cosa.  Passo le dita tra i vari volumi, ammirandone la diversità nelle dimensioni, nei colori, nello spessore di ciascuno di essi. Lascio che la mia mano destra sfiori quella varietà di accostamenti, sentendo come se, così facendo, da tali volumi trapelassero tutte le storie che essi celano, come se avessero la possibilità di raccontarmele. Chissà perché ciascuno dei libri che osservo ha visto la luce, chissà quale sia il motivo per cui, ogni autore, con la propria storia alle spalle, abbia deciso un giorno di creare questa magica unione di carta e inchiostro. Tali ragioni sono ben custodite, protette dal meraviglioso patto che si stipula tra un libro e uno scrittore, di cui solo le due parti conoscono i retroscena. Ebbene, tali ragioni le posseggo anch'io, seduta a raccontare, forse più a me stessa che a voi, la mia storia.

Le parole della professoressa mi risuonano in testa da circa mezz'ora e su di esse cerco di focalizzare la mia attenzione, cosa che in questo arco di tempo non ho certamente fatto, gironzolando senza una vera meta. Cerco di captare un qualche tomo che faccia al caso mio, tenendo tra il braccio sinistro e il petto già due prescelti che torneranno a casa con me, due romanzi che con tutto hanno a che fare eccetto la ricerca scolastica che mi ha portato a varcare la soglia della biblioteca. Non saprei descrivere l'aria di casa che questo posto mi trasmette, un'aria così calorosa che ho percepito da ben prima che tale luogo diventasse, col tempo, il mio rifugio.

Gli immensi scaffali di legno, il soffitto così alto che ti fa dimenticare di essere in un luogo chiuso e che pare essere di tale dimensioni solo perché, altrimenti, non riuscirebbe a contenere tutte le storie che questo posto conserva.
Al centro di questa meravigliosa struttura ci sono tanti tavolini di legno sparsi, il cui perimetro è circondato da sedie del medesimo materiale, per chiunque cerchi un luogo sicuro in cui studiare, leggere, o semplicemente staccare la spina, come faccio io molto spesso.

La pace che si prova ad essere circondati da libri e nient'altro, è indescrivibile, è come essere in un universo parallelo, immedesimando te stessa in un'avventuriera alla ricerca della storia che prossimamente entrerà a far parte del proprio bagaglio.

E' questo uno dei tanti motivi che mi spinge a svolgere ricerche sempre cartacee, anche solo per una qualche curiosità, preferisco perdermi nei meandri di questo luogo magico, piuttosto che risolvere i miei dubbi con un semplice click. Sono ben consapevole che al giorno d'oggi esistano piattaforme digitali che permettono di svolgere ricerche nel giro di pochi minuti, ma sono altrettanto consapevole dell'evanescenza di tali informazioni. Copia-incolla-stampa, e qualche momento dopo quel che si è letto velocemente facendo scorrere il mouse su e giù per la pagina, scompare. Niente rimane impresso.

Finalmente trovo qualcosa che fa al caso mio, afferro "Robinson Crusoe" cercando di non far cadere i libri tra i quali è incastrato nello scaffale, con non poca difficoltà lo aggiungo ai due che già trasporto, salvando per il rotto della cuffia un libro che stavo facendo cadere nell'intento di sfilare l'oggetto a me interessato. Mentre lo rimetto a posto, mi rendo conto di quanto sia bella la sua copertina: è ruvida e nera, attraversata da venature come il tronco di un albero. "Apollyon" si legge inciso su di essa, di un bianco così puro che pare fare a pugni con il nero che lo circonda. Sono così affascinata che non posso esitare ad aprirlo per scoprirne il contenuto, ma, a mio rammarico, le pagine sono tutte vuote.

Deduco sia un'agenda, un diario o qualcosa di simile, la copertina una semplice decorazione paragonabile a un qualsiasi gattino o mazzo di fiori che si trova sulla copertina di una qualsiasi agenda comune. Certo, molto più lugubre, ma magari qualche punk non vedrà l'ora di farne la propria agenda del cuore, o il proprio sketchbook.
Sorrido al pensiero e lo ripongo nello scaffale, per quanto affascinata da quell'oggetto con me sarebbe sprecato. Nella mia vita avrò comprato un centinaio di agende, pensando di essere davvero in grado di farne buon uso. Ogni anno la stessa storia: finivano sempre in qualche cassetto dopo il primo mese passato a far finta mi venisse naturale stilare una lista di cose da fare giornaliera, o disegnarci su. Non sono per niente brava a disegnare, tantomeno a scrivere in un quaderno bianco privo di linee guida: è come se le parole che nascono dall'inchiostro della mia penna salissero sulle montagne russe, prova evidente della mancanza del dono di scrivere in maniera perfettamente lineare su un foglio spoglio.

Apollyon {Harry Styles}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora