↬ but we both been here since we 17

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Ci sono persone che entrano nella nostra vita nei modi più inaspettati possibili. Solitamente sono quelle persone che pensi se ne andranno dopo un breve arco di tempo e poi ti stupiscono diventando una costante della tua vita.

Quello era diventato Jaemin con il passare del tempo.

Una costante nella vita di Jeno.

Ma molte volte capita che queste persone vengano date per scontate, sottovalutate.

E quello era diventato Jaemin con il tempo.

Una costante presa per scontata che sarebbe dovuta rimanere sempre lì, nella vita di Jeno.

La loro storia era iniziata sette anni prima, quando in una mite giornata di settembre i due si incontrarono, per caso, in un negozio di candele.

Jeno, diciassettenne, odiava le candele ma sua madre, purtroppo per lui, le adorava. Così era stato obbligato dal padre ad andare a comprarne un set per il suo compleanno.

Erano le sei e mezza di sera e Jeno avrebbe preferito essere ovunque fuorché lì. Poteva essere a casa del suo amico Jisung a giocare ai videogiochi o più semplicemente a casa sua con i suoi gatti mentre alla radio suonava qualche canzone di un'artista a lui sconosciuto.

Invece no, si trovava dentro quel negozietto vintage al fondo della strada di casa sua. In un altro momento avrebbe apprezzato l'insegna di legno con su scritto "light me up", le piantine grasse nei vasi bianchi che pendevano dal soffitto e tutte le altre decorazioni della vetrine ma, ora, era solo troppo arrabbiato per trovare una, una sola, cosa positiva di quel posto.

"Buonasera, Na Jaemin, come posso aiutarla?"

Non fece quasi in tempo a mettere effettivamente piede nel locale che la voce squillante di un commesso raggiunse le sue orecchie.

Ecco, quella era un'altra cosa negativa.

Jeno già odiava quel negozio e non essere a casa, ma detestava ancora di più i commessi che lo opprimevano mentre doveva comprare qualcosa.

"Non ho bisogno di aiuto, grazie." Jeno si sforzò di usare un tono gentile e sembrare il meno scocciato possibile ma gli risultò comunque difficile.

Così senza nemmeno aver guardato il ragazzo che aveva parlato se ne andò verso l'altro lato del locale.

Il sorriso di Jaemin si spense velocemente, erano ormai quasi quattro mesi che lavorava in quel negozio e ogni volta che si era presentato in quel modo aveva solo ricevuto dolci sorrisi e risposte educate.

Nonostante la delusione si limitò ad andare a sedersi dietro la cassa. Era veramente esausto.

Quella era l'ultima estate della sua vita e lui aveva passato quattro mesi a lavorare dalle otto del mattino alle sette di sera in quel negozietto, con solo la domenica di riposo e, occasionalmente, qualche sabato.

Era comunque felice di quella scelta, aveva scoperto che amava il rapporto con la gente, il poter aiutare e consigliare e, in più, ricevere sorrisi o complimenti gli migliorava la giornata. Inoltre amando le candele e gli arredamenti vintage quel posto era proprio l'ideale per lui. Ma la cosa più importante erano i soldi che era riuscito a mettersi da parte, avendo solo sedici anni non potevano pagarlo pienamente come l'altra commessa del locale ma comunque riusciva a portarsi a casa i suoi 1,331,650 WON al mese. Soldi che sarebbero stati necessari per l'università.

"Merda!" Jaemin fu distratto dai suoi pensieri e sobbalzò dalla sedia quando sentì il ragazzo urlare e il suono di qualcosa che si rompeva sul pavimento.

Roteò gli occhi prevedendo già cosa fosse accaduto ma si fiondò dal ragazzo per assicurarsi che stesse bene. "Ti sei fatto male?" Chiese appena arrivò davanti al castano che stava cercando, inutilmente, di raccogliere i cocci di vetro di una candela che aveva fatto cadere sul pavimento.

walls could talk ⤷ renmin / nominDove le storie prendono vita. Scoprilo ora