walls could talk ⤷ renmin / nomin

↬ now you gon' play me like a violin

Il vento tiepido di marzo carezzava il viso di Jaemin mentre aspettava che il semaforo diventasse verde per attraversare. La vita di Seoul lo circondava, persone andavano e venivano immerse nei loro pensieri, soprattutto in quelle ore di mezzo di', il caos regnava. Appena il semaforo cambiò colore il ragazzo strinse più forte la presa sulla mano della bambina di tre anni e attraversò per trovarsi dall'altro lato della strada, davanti al ristorante dove lavorava Chenle.

"Se fai la brava ora, a pranzo ti faccio mangiare la pizza, altrimenti a casa ti aspetta una zuppa di verdure." Queste erano state le parole che avevano convinto la piccola Sooyoung a stare brava mentre Jaemin prendeva i moduli per l'iscrizione all'asilo e faceva la spesa. Non che Sooyoung fosse difficile da gestire, in fondo era una bambina molto calma che preferiva stare nel suo e non attirare molte attenzioni, ma era pur sempre una bambina di tre anni e ogni tanto si esaltava un po' troppo. E così, mantenendo la promessa, Jaemin l'aveva portata al locale della zia del suo amico cinese, dove quest'ultimo lavorava in attesa di un lavoro più stabile in un'azienda del posto.

La bambina stava vivacemente saltellando per raggiungere il locale senza mai però lasciare la mano del più grande, ed era una cosa che lui apprezzava molto poiché non rischiava di farsi venire infarti temendo che potesse finire sotto qualche macchina o perdersi in quel movimento di città.

Durante il pranzo Jaemin fu travolto da mille pensieri. Era ormai passato un anno da quando si prendeva cura di Sooyoung ma gli sembrava di conoscerla da sempre.
All'inizio era stata solo un'occasione di lavoro da prendere al volo e non farsi scappare per nessun motivo ma col tempo si era rivelato molto di più.
La piccola veniva da una famiglia benestante che a causa del lavoro aveva poco tempo per lei durante la settimana, nonostante ciò però, a differenza di ciò che si possa pensare, erano molto attenti alla crescita della figlia. E quelle attenzioni si rispecchiavano nel carattere della bambina. Aveva un'anima curiosa e viva e Jaemin ne era affascinato; inoltre sapere che dietro la sua crescita c'era anche lui lo rendeva estremamente fiero. Nonostante la famiglia fosse presente nella cura della crescita della bambina molto spesso non riusciva ad esserlo fisicamente. I suoi genitori, però, avevano molta fiducia nel giovane ragazzo e vedendo che la bambina si trovava bene con lui non si facevano problemi a lasciarla a casa sua per diversi giorni quando era strettamente necessario, solitamente solo una volta ogni due-tre mesi.

Così adesso la piccola si trovava nel salotto della casa che Jaemin e Renjun condividevano mentre giocava con quest'ultimo con i lego.
Erano solo le 16:00 ma il cielo si era annuvolato talmente tanto da rasentare il grigio scuro e stava promettendo tempesta. Jaemin si era affacciato alla finestra del salotto mentre osservava le nubi coprire sempre più il cielo e sentiva i tuoni in lontananza. Fra sé e sé sperava che il temporale durasse poco o che almeno di notte avrebbe smesso, Sooyoung aveva una paura immensa dei temporali e tenerla calma era praticamente impossibile.

"Sentite un po' qui che bella idea mi è venuta. Chi vuole una bella cioccolata calda?" Esclamò Jaemin allontanandosi dalla finestra per rivolgere lo sguardo ai due seduti sul tappeto.

"Io!" Renjun e Sooyoung esultarono in coro alzando le braccia mentre i loro occhi brillavano e Jaemin scoppiò a ridere teneramente dopo aver roteato gli occhi al cielo.

"Per l'amor del cielo Renjun, ti rendi conto che hai 26 anni e sei allo steso livello di una bambina di tre?" Disse Jaemin all'orecchio del suo fidanzato stringendogli la vita con un braccio mentre si dirigevano in cucina, la bambina davanti a loro.

"Shh, è proprio per questo che mi ami." Rispose Renjun arricciando il naso.

"Sigh, hai proprio due anni." Sospirò il più piccolo prima di lasciargli un tenero bacio sulle labbra.