Capitolo 3: Breakfast

3 0 0
                                    

Lo presi sotto la mia ala protettiva, era uno dei pochi che mi era realmente simpatico, di solito fingevo per evitare liti o vicende poco gradevoli. Andammo a fare colazione, la mensa sembrava quella di un carcere, le pareti erano di un azzurro spento, si notava che era da molto che qualcuno non gli dava una ripassata, poi c'era una striscia grigio topo lunga tutta la stanza; la colazione, bhe, non ne parliamo, oggi c'erano uova strapazzate di due giorni fa, vecchio pane tostato, un bicchiere di latte e un muffin ammuffito se eri fortunato di trovarlo. << Mammamia che robaccia >> affermò Lucyan mentre si dirigeva verso il tavolo, << Benvenuto nel culo della California figliolo >> risposi io in tono ironico; si vedeva che era una matricola dal suo modo di vedere le cose, ancora cosi aperto, ancora cosi vivo e innocente, era del tutto ignaro del modo in cui si è costretti a sopravvivere qui dentro, quando c'è un mondo immenso li fuori, pieno di invenzioni, musica, persone, cibi, luoghi che sono completamente differenti dai nostri, tutti da scoprire, altrimenti che scopo ha la vita? se non quello di apprendere il più possibile da essa? questo posto mi rendeva sempre di più un filosofo, anche perché non c'era molto da fare, se non pensare. << Bhe quando io e B.J. eravamo benestanti non c'era giorno che non mangiavamo nei migliori ristoranti di Las Vegas, come il ristorante ''Guy Savoy'' un dei più raffinati tra i tanti ristoranti della zona, nel menù trovavamo cibi come:

''Colori di caviale''

''Zuppa di carciofi e tartufo nero, brioche ai funghi tostati e burro al tartufo nero''

''Insalata di aragosta, colori e trame di barbabietole, briciole di dragoncello''

''Suola integrale di Dover arrosto, asparagi, spinaci e celtuce, Sabayon affumicato al frutto della passione''

''Aragosta, Rigatoni Ripieni, Funghi Bottoni e Fagioli''

''Vitello Three Ways, spugnola, verdure di primavera e briciole di erbe carbonizzate''

ci cibavamo di ogni prelibatezza sconosciuta, dalle più strane, alle più locali, fino a quelle più street, tipo i fast food, capisci che intendo?>> chiesi con fare divertito << si, certo, ma perché lo facevate? >> << ottima domanda ragazzo mio, vuoi sapere perché? >> fece cenno di si con la testa << perché non c'era neanche un giorno in cui sapevamo come sarebbe andata a finire la giornata, vivi? morti? in carcere? a letto? non sapevamo se il giorno dopo lo avremmo vissuto, quindi cercavamo di fare il più possibile, portando avanti il lavoro, altrimenti, niente soldi, niente divertimento >> << vivevate nella perenne paura deduco. .>> disse col boccone in bocca, << oh no figliolo.. peggio, nella perenne paranoia. Vedi la differenza tra una paura e una paranoia, è che la paura puoi superarla, una paranoia, dio ti benedica se ci riesci. E' un miscuglio tra ansia e paura, è una continua sensazione di persecuzione, come se qualcuno ti stesse spiando o che qualcuno sapesse cosa tu stia facendo, o dicendo; era inquietante, spaventoso, il continuo credere che da un momento all'altro potrebbe invaderti casa l' FBI, o fermarti per strada la polizia, stavi sempre con gli occhi aperti, cambiavamo telefono ogni giorno, 200 profili diversi, identità diverse,poi, sai, con le droghe questi pensieri si accentuavano, molte volte finivo in bad trip, sperando che finisse il prima possibile, poi una volta finito l'effetto, ci fumavamo una cicca, ci sedevamo sul divano, e aspettavamo di prendere la prossima droga. >>

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: May 09, 2020 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Return of 1970'sDove le storie prendono vita. Scoprilo ora