"Qualcosa non va?" mi domanda "Non lo so, perché adesso sei così strano?" "Io? Sei tu quella strana" "Non mi hai più detto una parola da quando...beh, lo sai" "Da quando ti ho provocato il tuo primo orgasmo?" arrossisco. Perché mi stupisco ancora della sua volgarità? "Si, da allora in poi non hai detto niente. Ti sei rivestito e c'è ne siamo andati" la sincerità mi sembra la migliore strategia, date le circostanze, quindi aggiungo: "Mi fai sentire usata" "Cosa? Ma no, non ti sto usando. Usare una persona implica tranne vantaggio per se", spiega in tono così indifferente che mi vengono le lacrime agli occhi. "Stai piangendo? Cosa ho detto?" Mi posa una mano sulla coscia, questo gesto mi fa già stare meglio." "Non volevo... mi dispiace, non avevo certo intenzione di riportarti in dormitorio e andarne! Pensavo che avremmo potuto dormire insieme, che ne dici?" Mi stringe delicatamente la coscia, gli sorrido felice dalle due parole. Non so perché Lyam mi rende così emotiva: un minuto prima lo odio e un minuto dopo voglio baciarlo. Mi fa provare emozioni che non sapevo di poter provare, e non solo riguardo al sesso; mi fa piangere, mi fa ridere, mi fa gridare: ma soprattutto mi fa sentire viva. Il viaggio di ritorno al dormitorio è così piacevole che mi dispiace che duri poco; per tutto il tempo Lyam continua ad accarezzarmi la coscia. Quando si impegna sa essere davvero simpatico. Arriviamo in camera e ci buttiamo nel letto a fissare il soffitto come se fosse la cosa più interessante del mondo. "Ti sei divertito?" "Si, a dire il vero si..." sembra che la cosa lo sorprenda; si alza, si sbottona i jeans neri e poi la maglietta. "Cosa stai facendo" "Mi spoglio, no?" mi dice, sottolineando l'ovvio "Quello che intendo...perché?" Muoio dalla voglia di sentire le sue mani su di me. "Beh, non dormo con jeans e anfibi" ridacchia. Si scosta i capelli dalla fronte, facendoli stare dritti. Ogni suo gesto per me è una scossa in tutto il corpo. Si toglie la maglietta e io non riesco a non fissarlo: l'addome coperto di tatuaggi è magnifico. Mi lancia la maglietta e io la lascio cadere a terra, lo guardo e lui sorride. "Puoi metterla per dormire. Immagino che non vorrai dormire in mutande e reggiseno; d'altronde io ne sarei felice" mi fa l'occhiolino e io rido. "Preferisco mettermi il pigiama" raggiunge il letto, con in dosso solo i boxer e inizia a buttare a terra i cuscini di troppo; tira giù la coperta e si sdraia. Sono indecisa se mettere il mio pigiama o la sua maglietta, ovviamente scelgo la sua maglietta "Questa è la Giuliana che amo." mi punzecchia e il mio cuore sussulta a quella parola. Salgo sul letto e mi rifugio sul bordo; lo sento ridacchiare e mi giro di fianco per guardarlo "Che c'è di tanto buffo?" "Niente" mente, e si morde il labbro per non ridere "Dimmelo!" lui mi guarda e si lecca le labbra. "È la prima volta che dormi nello stesso letto con un ragazzo?" si avvicina un po' "No" rispondo e il suo sorriso si allarga. Sento caldo, troppo caldo. "Puoi accendere il ventilatore?" "Se fa caldo perché non togli la maglietta?" Mi siedo sul letto e la tolgo. Ignoro la voce della coscienza, che mi implora di scappare subito, ma la ignoro e abbraccio Lyam.
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Stand-by
Romanzi rosa / ChickLitLa diciannovenne Giuliana, ambiziosa e riservata si trasferisce alla Columbia University a NY. Qui grazie all'eccentrica compagna di stanza Veronica.La ragazza rimarrà fulminata dall'incontro con il misterioso Lyam Allen, il ragazzo più insopportabi...