La scatolina rossa

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Bacheca di Sara
Mercoledì 7 Dicembre,ore 12.00:

"Questa mattina non sono andata a lavorare.
Voglio assolutamente raccontarvi ciò che mi è successo ieri dopo essere tornata in ufficio.
Chiedo scusa se non scrivo in maniera articolata e lucida ,ma sono ancora troppo scossa.

Nella mia stanza d'ufficio presi la mia decisione.
Dovevo arrivare in fondo alla faccenda.
Così ho aperto la scatolina rossa.
Un odore fetido e acre ne è fuoriuscito insieme ad una nuvoletta di polvere verdastra.
Sul fondo della scatolina c'era un ciondolo antico, di quelli che si aprono e si personalizzano con fotografie a noi care.
Questo però era vuoto.
Avevo le mani appiccicate dalla colla rilasciata dal nastro adesivo  rimosso per aprire il pacchetto , e poi    dalla patina di quella strana polvere puzzolente.
Era disgustoso.
Andai a lavarmi le mani. Portai con me il ciondolo, lavai anche quello.
Era davvero bello, in argento credo con dei ricami incastonati sopra. Adesso brillava e non rilasciava nessun odore.
Chissà a chi era appartenuto.
Chissà qual'era la sua storia.
Lo misi in tasca e presi la scatolina per sbarazzarmene.
Ad un tratto il mio capo entrò nella stanza, lamentandosi dello strano odore.
Io sussultai e la polverina presente nella scatola fini nell'aria e sul mio viso.
Entró nelle mie narici e nella mia bocca.
Cominciai a tossire, non riuscivo a respirare.
Avevo i conati, il mio stomaco si contorse in una morsa dolorosa.
Corsi in bagno lacrime agli occhi e rigettai i pochi morsi delle verdure mangiate poco prima.
Sotto il getto dell'acqua bollente lavai più volte il viso con il sapone...
Lavai anche la blocca, il suo interno, la lingua; con il sapone.
A quel punto rigettai di nuovo. Era terribile.
Lavai il viso e la bocca ancora e ancora.
Tutto bruciava.
Le mie papille gustative erano in stato d'assedio. Nelle narici un incendio.
Ma non era nulla confrontato a quello che accade dopo.
Quando alzai il viso per asciugarmi con della carta, quello che vidi riflesso nello specchio mi fece tremare le gambe.
Cacciai un urlo di terrore.
Dietro di me il volto dell'uomo nel treno mi sorrideva con un espressione dì profonda follia.
_Sei tu.
Sei tu. Mi ripeteva come una cantilena

Evidentemente svenni.
Mi ritrovai a gambe all'aria,stesa sul divano in corridoio e mezzo ufficio intorno a me .
Vanessa mi teneva su le gambe.
Marco seduto davanti a me mi sventolava con una rivista.
Mi chiesero cosa avessi.
Mentì nella maniera più plausibile.
Dissi che avevo visto un scarafaggio,passare sotto il wc.
Il capo era sconcertato.
La mia reazione era stata davvero tanto grande questa volta, nonostante tutti conoscessero la mia avversione per quegli insetti orrendi.
Aggiunsi che ero indisposta.
Molto probabilmente stavo covando l'influenza.
Così riuscì a tornare a casa.
Cosa per niente facile.
Perché sul treno ero terrorizzata.
Temevo di trovare di nuovo lui.
Continuai a guardarmi in giro per tutto il tragitto verso casa.
Pensando all' allucinazione.
Era stata così reale.
Non sembrava affatto un brutto scherzo tirato dai miei nervi tesi.
Avevo avvertito la presenza fisica di qualcuno dietro di me.
Avevo sentito il calore del suo alito caldo."

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