"Sono Jack Cooper."
Questa è la mia descrizione per il compito in classe di italiano, il tema è intitolato "parla di te stesso".
<< Prof ho finito. >>
<< Di già Cooper? >>
Il professor Jackson è un uomo sui cinquanta anni di età, ha sempre quell'aria da uomo serio, mai una battuta, severo e molto puntiglioso, ma, credo che lui non sia realmente così.
Si avvicina a me prima che io mi alzi per portagli il mio compito. Tutti i miei compagni si voltano verso di me, come oltretutto fanno molto molto spesso con quei sorrisi pieni di cattiveria.
<< Non hai scritto nulla Jack. >> La sua voce è molto seria.
<< Nano da giardino non hai nulla da raccontarci? >> parla Ron, con un aria da superiore. Crede di essere meglio di me solo, perché io sono diverso da lui e da tutti questi altri cretini, che ridono alle sue battute stupide contro di me.
Il professore Jackson si avvicina a Ron << vedo che anche tu non hai scritto nulla. >>
<< Ora inizio prof >> ma purtroppo il ragazzo non finisce di parlare che il professore strappa il suo foglio bianco.
<< Ron Wilson il suo compito è annullato, può uscire da questa classe. >> Ben fatto prof. Il ragazzo esce fuori dalla classe con la coda tra le gambe. << Non vergognarti di nulla, scrivi quello che vuoi. Dimostra davvero chi sei a questi imbecilli, non devi avere paura di niente e nessuno nella tua vita. Non permettere a nessuno di giudicarti, di buttarti giù perché tu sei l'artefice di te stesso. La tua vita andrà avanti mentre loro si fermeranno allo stesso punto. Devi dimostrare che tu sei il migliore. Tu lo sei, devi credere in te stesso... sempre! >>
Sono stupito delle parole del mio professore, somo molto profonde al punto da toccare il mio cuore.
Forse ha ragione, inutile continuare essere la vittima di Ron e i suoi amici. Credo sia arrivato il momento di dimostrare chi sono davvero.
Non appena il professore smette di parlarmi, iniziai a scrivere su quel foglio bianco, chi sono davvero e perché, non nessuno dovrebbe continuare a prendermi in giro.
Chi giudica una persona per la sindrome di nanismo, è perché non sono consapevoli di cosa sia, quindi, io le definisco persone ignoranti!
Finito di scrivere il mio compito, lo rileggo per bene e infine lo consegno al mio professore. Esco dalla mia classe per prendere una bottiglietta d'acqua alla macchinetta rossa, vicino la presidenza.
<< Ciao nano sfigato! >> La voce rauca di Ron, attira la mia attenzione. << Non rispondi? >> mi spinge contro la macchinetta.
<< Tu, non devi permetterti di trattarmi cosi, ignorante! >> pronuncio queste esatte parole, dopo essermi voltato verso di lui. Guardo il ragazzo molto più alto di me negli occhi, lui mi guarda con un aria di sfida ma io non devo sfidare nessuno, anzi lo guardo con occhi stanchi di sentirlo sempre ridere di me.
Purtroppo un tipo dietro di me mi tira i capelli in modo da tirar indietro la mia resta, Ron mi tira un paio di pugni in pieno viso.<< Ron Wilson sei espulso >> sento la voce di una donna in lontananza, ma ormai era troppo tardi perché io persi i sensi.
Apro gli occhi, mi sento il viso un po' dolorante. Sono in una stanza bianca, giro un po' la testa verso destra, c'è una ragazza della mia stessa età più o meno.
<< Poteva andarti peggio. >> sorride, il suo sorriso è magnifico, mi sento cosi tranquillo.
<< Grazie >>
Sono in infermeria, la stanza è tutta bianca con uno specchio difronte il lettino dove sono disteso. Mi alzo un pochino, in modo per potermi sedere. Rimango a fissarmi nello specchio per un paio di secondi.
Inconsapevolmente per l'ennesima volta le lacrime rigano le mie guance, perché mi sono fatto picchiare da Ron. Credevo di essere forte, di potercela fare ma, purtroppo non è cosi.
<< Perché piangi? >> mi chiede la ragazza mentre mi asciuga le lacrime.
<< Credevo di poter essere in grado di affrontare Ron, di sentirmi più forte di lui, ma, non ci sono riuscito. >>
<< E invece si. Perché lui non sapendo come reagire, ti ha picchiato. Oltretutto è stato espulso per una settimana. >> sorride ancora.
Rimaniamo per un po' in silenzio, non ho voglia di parlare, ho solo voglia di guardare i suoi grandi occhi marroni. Anche lei rimane a guardarmi, però poi distoglie lo sguardo, guardando altrove.
<< Come ti chiami? >>
<< Caroline >>
Bel nome. Caroline, mi è sempre piaciuto questo nome. Caroline. Non riesco a non pronunciarlo nella mia mente.
<< Tu sei Jack. >>
<< Si il ragazzo nano, che conoscete tutti. >> la interrompo, senza che finisca di parlare.
<< No, io non penso questo. Sei un ragazzo normale come tutti noi, non esistono persone migliori o peggiori, siamo tutti uguali. >>
Caroline mi abbraccia, sento il profumo dei suoi capelli al lampone, il mio frutto preferito!
<< I tuoi capelli profumano di lampone. >> Voglio sentire ancora, questo dolce profumo. Prendo un po' dei suoi lunghi capelli lisci e rossi ciliegio, li avvicino al mio naso per odorarli. << Sono morbidissimi. >> la ragazza continua a sorridere. << Mi piace la morbidezza dei tuoi capelli e il profumo di lampone. È il mio frutto preferito. >>
<< Anche il mio. >> sorride mentre, continuo a sentire i suoi capelli morbidi, nelle mie mani ruvide e piccole.
Purtroppo veniamo interrotti dalla porta dell'infermeria, si apre all'improvviso. È Tommy il migliore amico di Ron.
<< Cosa diavolo state facendo? >> urla contro di noi. << Brutto nano da giardino devi allontanarti dalla mia ragazza. >> La sua cosa? Il tipo si avvicina a me come se volesse picchiarmi, ma, Caroline senza salutare, lo porta via da questa piccola stanza bianca ed io rimango li a piangere come un bambino.
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Contest {One-Shot} 🌸
Short StoryBenvenuti miei cari lettori, qui troverete tutte le mie one shot e tanto altro, per i contest a cui partecipo. Buona lettura! ❤️