Capitolo 2

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Arriva la sera dopo e io esco di casa di nascosto dalle scale antincendio che si collegano in camera mia e alla cucina di fianco alla camera. Mi copro bene con il mio giubbotto di pelle e lentamente scendo le scale. Quando arrivo alla fine incomincio a correre verso le strade più popolate di Napoli per poi ritrovarmi vicino alla linea di partenza della gara che parte da Mergellina. Mi avvicino al mio capo che è girato di spalle. <<Hey, Carlos.>> Lo richiamo e lui si gira. <<Hey, Tempesta! Ben ritornata, è così bello riaverti qui! Fatti abbracciare.>> Mi abbraccia forte ed io ricambio altrettanto. <<Com'è andata? Stai bene?>> Mi chiede con un mezzo sorriso. <<Diciamo che ho fatto nuove amicizie. Alcune volte le detenute si volevano ammazzare e quasi ci riuscivano se non era per le guardie, però del resto mi hanno sempre portata rispetto sapendo che stavo nel tuo gruppo. Mi hai portato fortuna pure dentro.>> Gli sorrido e lui mi mette una mano sulla spalla. <<Mi fa piacere che ti sono stato utile anche lì dentro. Mi è dispiaciuto non poter venire a trovarti, ma sai com'è.>> Mi dice dispiaciuto ma io nego con la testa. <<Le conosco le conseguenze.>> Gli dico rassicurandolo. <<In questi sei mesi non mi è andata benissimo con gli affari.>> Dice sospirando. <<Ho perso molti soldi perché le persone che gareggiavano per me arrivavano poche volte al primo posto, mentre con te andavo a colpo sicuro, eppure, cavolo, hai solo diciassette anni! Ancora non mi spiego tutti ciò. Se non fosse stato per un ragazzo che gareggiava con le moto sarei finito veramente al verde.>> Dice incredulo. <<Nella mia famiglia guidiamo tutti bene, sarà che ce l'ho nelle vene. E poi...con un maestro del genere è difficile non saper guidare.>> Dico, con sguardo d'intesa che lui ricambia. <<Beh, modestamente sono un fenomeno anche in questo.>> Dice, facendo finta di sistemarsi la giacca. Scoppiamo a ridere ma le nostre risate vengono fermate da un ragazzo che ci avverte che sta per iniziare la gara. <<Vai Miriam, e spaccali tutti.>> Mi dice, incoraggiandomi. Mi metto nella mia adorata Ferrari rossa classica, ma modificata. <<Ciao bambolina, da quanto tempo? Mi sei mancata.>> Dico, mentre la guardo e la riguardo, accertandomi che nessuno abbia toccato nulla. Tutte le auto si mettono in posizione e i guidatori guardano attentamente il semafori ai fianchi della linea di partenza. Appena scatta il verde metto la prima e parto come una freccia scattata dall'arco di Ulisse. Parto così veloce in partenza che sto già al primo posto da ora. È molto tardi e nelle strade non c'è più nessuno, apparte alcuni ragazzi che stanno a guardare la gara da dietro pile si gommoni e scatoloni che delineano il percorso da fare. Una Maserati blu mi rimane attaccata, così decido di cambiare marcia e di accelerare ancora di più. A metà percorso non vedo più la Maserati ma comunque non scalo la marcia, anzi la aumento così da arrivare prima. La fine è quasi vicina e posso sentire già le urla di gioia dei miei amici del gruppo. Arrivo alla fine e freno facendo un mezzo giro su me stessa, voltandomi verso la folla dietro le scatole e ai gommoni. Esco dall'auto e tutti mi applaudono e urlano di gioia. <<Sì, è lei, la numero uno!>> Grida Carols, avvicinandosi a me per poi abbracciarmi. <<Abbiate paura, perché Tempesta è tornata!>> Grida ancora e gli altri continuano ad applaudire. Mano mano arrivano tutte le auto che hanno gareggiato, ma io sono sono già a brindare con il mio gruppo. <<Carols, è lei la ragazza di cui hai parlato in questi ultimi sei mesi?>> Chiede un ragazzo che non ho mai visto nel gruppo. <<Sì, è lei.>> Ghigna Carols soddisfatto. <<Chi sei tu?>> Gli chiedo e lui si volta verso di me. <<Io sono Matteo.>> Si presenta, dandomi la mano. <<Miriam.>> Mi presento anche io, ricambiando la stretta di mano. <<Tu sei da poco nel gruppo?>> Gli chiedo, ma lui nega con la testa. <<Sto da circa tre anni in questo gruppo.>> Mi dice ed io faccio una faccia confusa. <<Impossibile, io quest'anno faccio tre anni che sono in questo gruppo ed io non ti ho mai visto in vita mia.>> Spiego e lui assume la mia stessa espressione. <<Neanche io ti ho mai visto, infatti è impossibile che tu stia qui da tre anni.>> Dice anche lui. <<Fermi tutti ragazzi, ora vi spiego tutto io.>> Dice Carlos, fermandoci dai nostri pensieri confusi. <<Questa sera è stato un caso che voi vi foste visti. Matteo è venuto solo perché avevo avvertito tutti che saresti tornata stasera e lui era curioso di vedere come gareggiavi visto che parlano sempre molto di te nelle gare di auto. Voi due avete, diciamo, orari diversi. Matteo lavora per me la mattina, mentre tu il pomeriggio, perché vai a scuola. Matteo gareggia con la moto il Lunedì, Martedì e Venerdì, mentre tu gareggi il Mercoledì, Giovedì e Sabato. Non vi siete mai incontrati perché non eravate coordinati.>> Mi spiega, voltandosi verso Matteo che annuisce. <<Beh, comunque ho visto la gara e dico che tu puoi anche essere brava ma con la mia moto ti batto.>> Mi sfida Matteo. <<Beh, se ne sei così sicuro perché non gareggiano solo io e te?>> Gli chiedo io con sguardo di sfida. Ci avviciniamo uno di fronte all'altro. <<Io ci sto.>> Dice, porgendogli la mano. L'afferro e sigilliamo in una stretta di mano la nostra sfida. <<Perderai.>> Mi dice, guardandomi dall'alto. <<Non contarci.>> Gli dico, alzando la testa per guardarlo negli occhi. <<Ragazzi!>> Ci richiama Carols entusiasta. <<Non sapete quanti soldi mi state fruttando con la vostra rivalità!>> Dice, facendoci ridere tutti. <<Ti avverto solo che sarò così odiosa che andrai da tua madre a piangere.>> Gli dico e lui alza le spalle indifferente. <<Puoi fare quello che vuoi, Bambi, non mi colpirai.>> Dice con un ghigno. <<Mi hai veramente chiamata Bambi? Come si può passare da Tempesta a Bambi?!>> Dico ridendo e lui insieme a me.

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