Assassini

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Stracci e giovincello il garzone gridava
la prima notizia del giorno che spuntava:
signore e signori, ieri sera fu trovato
nel pugno di un assassino spietato
il ferro pregno del sangue amaro
che da dieci gole fu versato.

A morte! Urlò la folla indignata,
mostro inumano della natura ingrata.
Sia tu relegato a monito vivente
del male proibito tra la nostra gente!

E secondo legge per il suo crimine efferato
il mostro inumano fu perciò giustiziato,
il cappio si strinse sul patibolo in piazza
tra il clamore e lo sdegno della folla pazza.

Stracci e giovincello il garzone gridava
la prima notizia del giorno che spuntava:
signore e signori, notizie dal fronte,
vittoria preannuncia il nostro presidente,
pronti a lanciare la nostra arma più forte,
la fine del nemico sarà imminente.

Urrà! Urlò la folla esaltata,
uomo illuminato, di virtù illimitata.
Sia tu ricordato nei giorni a venire
difensore di genti e patriota virile!

E per ordine suo l'ordigno fu sganciato,
nel fuoco il nemico era stato eliminato.
La madre strinse il figliolo al petto:
pace è fatta mio piccolo ometto.

Il sangue dei morti colava lento
dalle maniche sporche dell'impiccato.
Il presidente faceva colazione
nel suo vestito immacolato.
E sul fronte infuocato non sorse più il sole
il sangue sgorgava da mille altre gole.

Delirium - poesieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora