CAPITOLO I ''IL PRIMO INCONTRO ''

222 18 10
                                    

Amo dicembre, il freddo, le luci, il Natale, le feste, i regali ma soprattutto perché non lavoro tanto dopo la scuola. Il mio è un lavoro abbastanza difficile perchè sono una guida turistica, amo il mio lavoro anche se devo stare in piedi per tutta la giornata e molte volte devo stare sveglia fino a notte fonda per fare i compiti di scuola.  A dicembre non vengono molte persone,più che altro vengono le scolaresche da tutti i paesi, Inghilterra, Italia,Germania, Spagna, Svizzera, Belgio e in media una volta al mese viene una scolaresca dall'America ma i clienti fissi sono sempre i Cinesi. Adoro i Cinesi, sono cosi carini e ogni cosa che vedono fanno una foto ma quelli che preferisco sono i Coreani mentre quelli che odio di più sono le coppiette in visita per mezz'ora. Anch'io voglio uno di quei amori spensierati e felici come nei film Americani. Mio nonno Charles (italoamericano) mi diceva sempre: "abbi fiducia ma soprattutto pazienza" ma ad ogni giorno che passa penso sempre di più a farmi suora di clausura. In tutto parlo 6 lingue: Francese, Italiano, Spagnolo, Cinese, Inglese e Coreano. Quest'anno è il mio primo anno di università all' ENS a Parigi vivo qui da quando sono nata ma ho visitato molti paesi del mondo senza mai trovare il vero amore tranne una sera.

4 dicembre 2004

Avevo appena finito il mio turno al Louvre anche se pensavo che quel giorno dovevo lavorare nella Queen, la tour Eiffel. Quella sera sono andata con la mia migliore amica Sophie Dubois a bere un caffe in uno dei Cafè più prestigiosi di Parigi ovvero il Cafè de Paris, vicino la torre. Ero in una delle mie piccole relazioni, mi piacevano tutti quelli con cui sono stata ma è sempre andata a finire che li ho scaricati tutti. Ero li che chattavo con quello che si poteva chiamare fidanzato Charles un figlio di papà,20 anni, capelli rossi,lentiggini,
alto,esteticamente bello ma senza cervello. Cercavo di mandargli un messaggio carino e accanto a me c'era un ragazzo,per niente male,che ascoltava le nostre conversazioni bevendo una birra. Quando di impatto cosi dal nulla mi disse:

<< perché non gli scrivi una frase romantica del tipo: Je me perds dans tes yeux o per lo meno questa sarebbe la frase che direi ad una ragazza bella come te.>>

Ero sbalordita ma allo stesso tempo confusa, aveva degli occhi stupendi, verde acqua, alto, biondo, sulla ventina d'anni e una voce molto bella. Mi ero innamorata? non lo so,fatto sta che l'unica cosa che sono riuscita a dire è stata:

< Je me perds dans tes yeux aussi>>

e con un sorriso stupendo mi lasciò il suo numero e se ne andò senza dire nient'altro.

MAMMA MIA CHE BELLO.

La sera tornata a casa non feci altro che pensarlo e chiedermi se dovevo chiamarlo o no. Mi presi di coraggio e lo feci...

Un amore a ParigiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora