Capitolo 12 - Singapore

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Domenica

Marina Bay Street Circuit, Singapore

Sono qui ferma ai box ad osservare la numerosa folla di gente che si sta accomodando negli spalti. Con le luci dei lampioni che illuminano la pista, rende tutto un po' più magico. Ripenso al lungo pianto che ho fatto ieri per colpa di Massimus, Lando e alla situazione in cui mi trovo. Ho dovuto telefonare la nonna per potermi calmare, credo che in albergo mi sia venuto un attacco di panico, è solo la sua voce poteva calmarmi. Oggi per fortuna mi sento meglio, ho lasciato alle spalle tutto quello che ho fatto e ne sono uscita più forte di prima. Dorian si accorge della mia presenza e mi viene in contro.

"A che cosa pensi?" domanda Dorian con leggerezza, interrompendo il flusso dei miei pensieri. Si sistema i capelli disordinati, passandosi una mano.

"A niente d'interessante" dico mettendomi in posizione eretta.

"Sicura? Sai dovresti imparare a cambiare risposta perché è sempre la stessa" dice sorseggiando un po' d'acqua dalla borraccia.

"Sono diventata così scontata? ... No davvero, non ho nulla, stavo ammirando i migliaia di fan che stanno popolando gli spalti. Tutto questo è da lasciarti senza fiato. Non ti senti mai un po' turbato a guidare con tutta questa gente mentre ti fissa?"

"La maggior parte delle volte no. Anzi delle volte sono proprio loro che mi danno l'energia durante i sorpassi." Dice Dorian mentre io adocchio Lando in lontananza che si avvicina per origliare la nostra conversazione.

"Posso chiederti un consiglio?" mi interroga Dorian sfacciatamente, mostrandomi i suoi denti bianchissimi. Annuisco, quando mi rivolto Lando non c'è più, inizio a guardarmi in giro ma di lui nessuna traccia.

"In curva dieci sarebbe meglio prendere l'esterno o l'interno. Il mio ingegnere di pista non mi dice mai niente e quindi volevo un tuo parere"

"Dorian, dipende in che condizioni ti trovi. Certo se ti trovassi davanti un pilota come Lando, sarebbe meglio prendere l'interno che l'esterno." Affermo scherzandoci su. Noto come il suo sorriso si allarga ulteriormente malgrado io sia piuttosto educata sul conto del carattere di Lando.

"La smetti di filtrare con Dorian e vieni a fare il tuo lavoro" commenta Lando infastidito. Lancio un'occhiata infuocata nella direzione di Lando. Vorrei prendere il coraggio di urlargli in faccia il fatto che non abbia alcun diritto di comportarsi così con me. Ma essendo consapevole che sono davanti a tutti i giornalisti e che questo vorrebbe dire cadere stupidamente nella sua trappola, preferisco ignorarlo e dedicarmi ad altro.

Eppure, quando i meccanici abbandonano il garage, dove oramai c'è solo un gran caos, Lando non sembra disposto a lasciarmi andare senza un ultimo confronto. Mi afferra per il polso, impedendomi di continuare la mia fuga da lui.

"Perché prima parlavi con Dorian? Non voglio che parli con il mio nemico numero uno" mi chiede di punto in bianco, come se avesse riflettuto un sacco di tempo per rivolgermi questa domanda. Ma io non ho la stessa prontezza nel rispondergli. Apro e chiudo un paio di volte la bocca, ma le risposte non escono, il cervello e la lingua in questo momento sono sconnessi.

"Allora ... Mi vuoi rispondere?" prosegue prontamente, mentre mi afferra il polso per fermarmi. Una scossa elettrica che mi attraversa il braccio, e a giudicare dalla faccia di Lando sembrerebbe lo stesso.

"Con chi credi di parlare, Lando?" replico, anche se con voce tremante."Non sono una di quelle che va a dire agli altri le nostre strategie." Poi aumenta la stretta sul mio polso.

"Lando, mi fai male" gli faccio notare mentre mi divincolo dalla sua presa. I suoi occhi blu sono di un colore ancora più scuro, come il mare in tempesta. La stretta sul mio polso diventa man mano più blanda, finché non la libera completamente.

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