Capitolo 13 - Singapore

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Domenica

Marina Bay Street Circuit, Singapore

Lando è seduto al bancone del bar, sta bevendo un martini bianco in un calice molto prezioso. Indossa una giacca nera dal taglio meraviglioso, e mi pare uscito dalle prime pagine della rivista di Vogue. Rimango incantata a guardarlo, non riesco ad avercela con lui.

Scuoto le spalle e lo ignoro. Rettifico: fingo di ignorarlo. Samuel mi accompagna al nostro tavolo riservato, ma io non riesco a non pensare a Lando seduto al bar. Alcuni ragazzi si sono già accomodati al tavolo, altri invece attendo un segnale da parte di Zak. Io appoggio il telefono sul tavolo e asserisco: "Samuel, ordina pure del pesce alla piastra per me, mentre vado un attimo in bagno"

Lo sappiamo entrambi che non è vero. È solo una semplice scusa per avvicinarmi a Lando, senza essere notata. Afferro la mia borsa e mi avvicino al bancone. Mi siedo affianco a Lando accavallando le gambe, piegando il capo e osservare meglio il barista. Ordino uno Mojito e attendo impazientemente.

"E' bello vederti ogni tanto con un vestito elegante, Lando." Dico aprendo la bocca. Ha una camicia bianca assieme al cravattino slacciato. I suoi ricci biondo scuro sono tirati all'indietro dal gel. E per quanto mi sforzi, non riesco a impedire al mio stomaco di trasalire, al mio inguine di formicolare e al mio cuore di battere, tutto allo stesso tempo.

"Mi preferisci senza vestiti?" ribatte in poco tempo.

"In teoria, ti preferisco dall'altra parte della sala." Ridacchio con una risata cordiale.

"Tu sai sempre come sorprendere un uomo ..." commenta, passandosi una mano tra i capelli e poi la sfrega sul viso, facendo una smorfia. Ho l'impressione che sia ubriaco, riesco a vedergli le pupille più dilatate del solito.

"Grazie Lando." Lo ringrazio, mordicchiandomi il labbro inferiore.

"Ma che cosa hai capito ... non mi riferivo a me, ma hai ragazzi di là. Sono settimane che sbavano dietro di te con pantaloni e camicia e figuriamoci con questo vestito." Lentamente un sorrisetto si disegna sulla faccia di Lando. Alzo gli occhi al cielo e inclino il bicchiere verso di lui prima di portarmelo alle labbra.

"Non vieni alla cena?" esito a domandargli sorseggiando l'alcolico.

"Non mi va di festeggiare." scuote la testa. Fa segno al barista, indicandogli il bicchiere vuoto. Lando si guarda intorno e poi beve un grosso sorso. Penso che forse è stata una pessima idea venire qui, dovevo rimanere con Samuel al tavolo.

"Melbourne sei agitata?" mi domanda mentre mi passa le nocche sulla guancia. Mi sottraggo immediatamente al suo tocco. Non lo aveva mai fatto, ma che cosa gli sta succedendo, non sarà mica l'effetto dell'alcool?

"Lando stai bene? Hai bevuto troppo?" Allungo la mano per toglierli il bicchiere dalle mani, ma Lando lo stringe ancora di più tra le dita.

Mi lancia uno sguardo carico di rimprovero "Non comportarti da mamma" ringhia fra i denti con la sua vocina stridula, che riesce a darmi sui nervi.

"Va bene, come vuoi. Mi faccio gli affari miei" dico offesa. Scendo dallo sgabello e sistemo il lungo vestito. Mi dirigo furiosamente verso il tavolo.

"Sydney, credo di star per vomitare" dice con un filo di voce. Mi giro su me stessa e lo vedo con la testa china verso destra. Faccio un sospiro e lo prendo sotto braccio accompagnandolo in bagno. Faccio appena in tempo a sollevare il coperchio prima che Lando cada sulle ginocchia davanti al gabinetto e vomiti fino a fargli male le costole. Per un attimo mi ricorda Anna con il virus intestinale, quando alla festa del diploma aveva rimesso per tutta la notte. Ma è un momento. L'immagine, scompare quando Lando prende della carta igienica. La sua fronte è bollente e sudata. Prendo un asciugamano e lo bagno, poi mi inginocchio accanto a lui, in modo che il mio sguardo arrivi al suo.

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