10

574 38 6
                                    

Il mattino seguente Albus si svegliò confuso, quasi sbalordito da se stesso per aver fatto un sogno del genere, tra l'altro sul suo migliore amico. Qualcosa di quel sogno lo turbava, e anche mentre si infilava la divisa e preparava i suoi libri per la lezione non poteva fare a meno di pensarci quasi ossessivamente. I suoi sogni abituali erano spesso confusi, talmente surreali che poteva accorgersi di star sognando ancora durante il sogno stesso e la mattina dopo era raro che lo ricordasse. Ma quello no, quello avrebbe potuto raccontarlo a qualcuno nei minimi particolari, scriverlo e inserire nel racconto anche i colori e la forma delle foglie da quanto nitidamente lo ricordava.

In ogni caso, Albus salì nella sala grande per la colazione e per la prima volta dopo sei anni non si sedette accanto a me. Fu un colpo, non sapevo se lo avevo fatto arrabbiare, se era offeso oppure, ancora peggio, se avesse sventuratamente letto i miei fogli lasciati nella torre di astronomia.

Poi Albus andò nel cortile. Aveva un'ora buca. Io solitamente le usavo per fare ore di lezione in più, ma lui aveva sempre preferito passarle nel cortile, diceva che erano i suoi momenti per stare da solo mentre tutti erano impegnati nelle loro lezioni e il giardino era molto meno affollato del solito. Ma quel giorno non studiò, non ci sarebbe riuscito neanche se lo avesse voluto.
Passeggiava per il cortile, fece quasi il giro completo del castello finché non si imbatté in un albero, un albero particolarmente familiare. Quelle foglie rossastre, il percorso per arrivare in cima..."ma certo!" pensò "l"albero del sogno!". L'albero del sogno che aveva fatto quella notte era lì davanti a lui, esattamente come se lo ricordava, stessi dettagli, stessi particolari e...stesso tronco su cui eravamo seduti? Si, il tronco era proprio quello, ricordava perfettamente l'incurvatura perfetta per essere usata come sedia, i pezzi di corteccia marrone con gli stessi cerchi in cui nel sogno passava nervosamente le dita tracciandone la forma ancora e ancora. Spinto dalla curiosità salì sull'albero facendo lo stesso identico tragitto che aveva fatto nel sogno, si sedette sul tronco e guardò davanti a se: ogni minimo dettaglio era esattamente come se lo ricordava dal sogno, pur non essendoci mai stato realmente prima d'ora. Poi qualcosa attirò la sua attenzione, un angolino rosso spuntava tra le fitte foglie e i rami poco lontano da lui. Si allungò per prenderlo e con suo stupore si trovò con un grosso libro di rune antiche tra le mani. Lo aprì lentamente e lesse la prima pagina, in alto a destra c'era scritto in matita il nome del proprietario, con una scrittura di cui Albus conosceva ogni minimo particolare: Scorpius Malfoy




Spazio autrice
scusatemi per la mia lunga assenza ma la scuola si prende tutto il mio tempo.
D'ora in poi proverò a pubblicare più regolarmente 🌼

dimmi che mi ami anche tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora