Entrai nella macchina talmente velocemente, che nemmeno realizzai quello che stavo facendo, né le conseguenze a cui sarei andata incontro.
«Perché sei nella mia macchina?» disse lui voltandosi e mostrando sul volto un’espressione meravigliata e divertita allo stesso tempo. Io avvampai all’istante e quello sguardo indagatore posato sul mio volto mi fece sentire terribilmente stupida e patetica. «C’era un ragazzo in strada, mi stava inseguendo e mi è salito il panico… scu..scusa, non volevo spaventarti» tentai di spiegare, intanto vedevo il suo sguardo accarezzare il mio volto dolcemente, come se mi trovasse tenera mentre balbettavo. Il che mi fece arrossire ancora più violentemente.
Sentivo i pensieri girare vorticosamente nella mia testa e per qualche secondo cadde un silenzio alquanto imbarazzante nell’abitacolo del ragazzo sconosciuto. Poi lui prese a ridere e quella risata, per nulla arrogante e semplicemente contagiosa, mi riscaldo il cuore congelato dalla paura. Cominciai a ridere di gusto con lui e l’incubo di quella serata si trasformò in una situazione tanto folle e irreale, quanto magica. Quando piano piano la risata sfumò, pensai che sarebbe calato di nuovo il gelido silenzio di prima e che sarei dovuta uscire dalla macchina per tornare a casa. Ma non fu così, lui parlò.
«Bene, non vedo questo potenziale stupratore, ma sono felice che la mia macchina ti abbia salvato la vita. Ora però dovrei ripartire»
Ali smonta dalla macchina, probabilmente deve andare da qualche parte e tu sei di troppo. Riuscivo a sentire benissimo il mio subconscio cinico, farsi strada tra i miei pensieri. Così feci per aprire la portiera della macchina per scendere, ma lui non mi diede il tempo di appoggiare un piede a terra che accelerò improvvisamente. Dopo aver richiuso la portiera, mi girai verso di lui con un punto interrogativo dipinto in faccia, lui accelerò ancora e fece un sorrisino assolutamente irresistibile.
«Quando ho detto che dovevo ripartire, non significava che dovevi scendere. Non sei al sicuro la fuori» affermò in risposta ai miei sospiri. «Beh, chi mi dice che sono al sicuro adesso? Dentro la macchina di un ragazzo tenebroso in un lunedì sera di dicembre?» lo provocai io divertita. In qualche modo, sapevo che quel ragazzo non era pericoloso per me, anche se non era detto che non lo fosse per gli altri. Mi accorsi, che ci stavamo allontanando dalla città e l’oscurità stava avvolgendo sempre di più la strada che percorrevamo velocissimi. Lui non rispose più e anche se apparentemente mostrava un’espressione seria e neutrale, riuscivo a scorgere nel suo sguardo il riflesso della sua adorabile risata.
Percorremmo circa un paio di chilometri e poi ci fermammo davanti a una vecchia casa di legno, notai che eravamo completamente circondati dalla campagna. Non c’era traccia di una sola luce artificiale, era tutto quasi completamente buio e se riuscivo a scorgere le forme del paesaggio in cui mi trovavo era solo grazie alla luce flebile della luna piena. Scendemmo e lui mi prese per mano, forse per guidarmi o forse per evitare che scappassi in preda al panico. Sarei riuscita ad apprezzare perfino i suoni dell’oscurità nel loro immenso fascino, se l’angoscia non si fosse impossessata di me. Normalmente non avevo paura del buio, ma ora sentivo che tutti i miei sensi erano come disorientati e la mia stessa vulnerabilità mi spaventava.
Ci avvicinammo alla casa e ci sedemmo su una panca addossata su un lato della costruzione. La sua mano calda e possente stringeva la mia, fredda e tremante. Poi si avvicinò.
«Hai ragione, forse a casa saresti più al sicuro, ma io non ti farò nulla di male, Ali» sussurrò, sfiorando il mio orecchio con le labbra, come se avesse paura che qualcuno ci sentisse. Mi venne la pelle d’oca e quando ebbi un lampo di lucidità, non potei fare a meno di staccarmi da lui per squadrarlo con gli occhi.
«Come sai il mio nome?»
«Secondo te, bacio ragazze di cui non so nemmeno il nome?» disse lui mostrando quel sorriso provocatorio a cui mi ero già abituata. «Beh nemmeno io di solito, sai se ti conoscessi, potrei perfino dire che non sei uno stalker, che attira le sue vittime con il suo sguardo sexy»
Mi alzai e sciolsi la presa della sua mano con facilità. Feci per incamminarmi verso l’auto, ma l’unica cosa di cui ero certa, era che non sapevo come sarei tornata a casa.
«Dove stai andando?» domandò, sorridendo beffardo. Corse verso di me e dopo una decina di passi riuscì a raggiungermi. Ok, devo assolutamente allenarmi a correre, pensai accorgendomi che, per la seconda volta in una sera, qualcuno riusciva a raggiungermi con disarmante facilità.
Mi afferrò per una mano e mi attirò a sé con naturalezza. «Non ho paura di te» dissi con tono di sfida, mentre non potevo fare a meno di sprofondare in quei occhi celesti. Lui alzò un’estremità delle labbra mostrando uno dei sorrisi sbilenchi più irresistibili che avessi mai avuto l’occasione di vedere. Mi stava abbindolando con il suo fascino di nuovo, non ci potevo credere.
«Sono Alex e conosco il tuo nome grazie a un mio amico. Non ti farei mai nulla di male, credimi» bisbigliò corrucciando la fronte.
«Okay, ma io comincio ad avere freddo e probabilmente mia mamma si chiederà dove sono» dissi con un’improvvisa voglia di tornare a casa nella mia quotidianità e nella mia sicurezza.
Alex non accennava e mollare la presa ed io non sapevo se volessi veramente andarmene da quel luogo dimenticato da Dio per affrontare la rabbia di mia madre. Manteneva il sorriso stampato sul volto e vidi i suoi occhi fissare le mie labbra, lasciando poco all’immaginazione. Improvvisamente venni investita da un calore irreale, che mi sommerse da capo a piedi, ma ancora non sapevo quanto avrei amato quella deliziosa sensazione.
Poi tutto svanì, il suo sorriso scomparve, il calore magico che mi avvolgeva si dissolse e lui mi lasciò libera. Guardava verso il basso e anche se cercavo in tutti i modi di incrociare il suo sguardo, lui mi ignorò completamente.
Mi riportò a casa dopo un viaggio che sembrò durare secoli. Quando scesi dalla macchina, Alex ripartì sfrecciando come se dovesse scappare da qualcuno di veramente pericoloso. Lui scomparse e si ripresentarono puntuali: il freddo, la solitudine e quella monotonia, che ormai non riuscivo più a sopportare.
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The Perfect Stranger
RomanceAli è una ragazza, come tante altre. Insicura, tendenzialmente pessimista e irrimediabilmente sola. Una sera però, un'incontro sembra risvegliarla dalla sua vita noiosa e insoddisfacente. Uno sconosciuto la corteggia, come se esistesse solo lei al m...