Capitolo Uno

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"Ana, Mr.Brown mi ha detto di avvisarti che domani ti darà la tua prima causa" - mi avvisa Alessandro, un poliziotto alto circa uno e ottanta, capelli castani e ricci, carnagione un pochino scura, occhi verdi da serpente, labbra carnose con un taglio ormai guarito però sempre evidente  che gli percorre l'occhio destro causato da una rissa, denti bianchi e i primi due asimmetrici con le fossette molto evidente quando sorride, una cosa che lo fa molto spesso.
È uno dei pochi che non mi ha fatto sentire nuova, mi ha trattato calorosamente dal primo giorno e gli sono veramente grata.

"OK grazie" - rispondo con un sorriso caloroso.

I primi giorni sono stati un vero incubo.
Non sapevo cosa fare, dove stare, Alessandro e Deborah una detective alla mia stessa età, mi hanno aiutato fin quando non ho trovato il mio posto.
Una settimana dopo il mio arrivo mi hanno dato le chiavi del mio ufficio meraviglioso con una porta vetrata con una mega scrivania color marrone. Con delle pareti bianche, che poi lo personalizzata secondo i miei gusti, delle piantine con vasetti colorati, libri, alcune fotografie con i miei amici, il mio PC e quello del ufficio,e tanti fogli con delle cause che io devo raggruppare secondo l'anno in cui sono accaduto.

***
Prendo le mie cose, sistemo la sedia ed esco chiudendo la porta a chiave.
Sono stanca morta ho preparato tutte le cause ho aiutato anche Deborah e Alessandro con le loro cose.
Non aspetto di andare a casa a buttarmi nel letto e dormire beatamente.

Passo dal ufficio di Alessandro e lo vedo mettere apposto le sue cose, anche lui ha finito il suo turno sono già le otto di sera, adesso devono venire gli altri a fare i loro turni, non vorrei essere nel loro posto, lavorare di notte dev'essere molto difficile.

Ale mi vede e viene nella mia direzione dopo aver chiuso il suo ufficio.

"È passato anche questo giorno pesante di lavoro" - dice mentre usciamo dal edificio.

"Già."

"A domani allora."- annuncia andando verso la sua macchina dopo aver lasciato un leggero bacio nella mia guancia sinistra.

"A domani. " - concludo, andando verso la mia macchina bianca, è un Fiat 500x. Lo comprata qualche giorno dopo il mio arrivo qui a New York.

***
Apro la porta del mio appartamento, entro e la chiudo alle spalle.Mi tolgo i tacchi e li metto nel armadietto bianco  che uso per le scarpe . Mi dirigo verso la cucina ,lascio la mia giacca e la borsa sopra il tavolo vetrato della cucina , mi avvicino al frigo e lo apro, sincermente non ho tanta fame ,non sono mai stata una mangiona però non voglio stare con la pancia vuota e voglio anche ingrassare arrivare ad almeno 50 chili. Prendo un po' di prosciutto cotto , la maionese e un panino ,mi siedo e mangio.Ho l'ansia, non lo so come andrà ,domani Mr. Brown mi darà la mia prima causa e non ne ho la minima idea com potrebbe essere , magare dovrò trovare qualche cadavere, mamma solo al pensiero mi vengono i brividi. Dopo aver finito il panino mi alzo e metto il piatto nel lavandino, nel frattempo sento il telefono squillare dal arrivo di un messaggio. Lo prendo da dentro la porsa e vedo un messaggio  da parte di  Deborah:

Ti va di uscire domani con noi, dopo il lavoro?

Si.

Rispondo si perchè mi farebbe bene uscire un po', da quando sono venuta sono uscita solamente per lavoro e sono qui da quasi un mese quindi devo dire che è  più che poco.

Sono già le dieci e io devo assolutamente andare a letto perchè domani mi aspetterà un giorno molto importante e devo essere carica . Vado in camera mia mi metto il pigiama ovvero una  maglia grossa che ho rubato al mio fratello, e mi sfondo sotto le coperte che profumano di pulito.

                                                                                           ***

Apro gli occhi lentamente , mi alzo nei gomiti e guardo intorno, la mia camera è tutta illuminata dalla luce del sole ovvero la luce divina. Amo  il sole ,amo il caldo ma in questa stagione dovrò accontentarmi con la luce del sole che non fa niente solo bella figura perchè non scalda . Guardo l'ora nel orologio color rosa che ho sul comodino, sono le 9:10 ,dovro iniziare a lavorare verso le due del pomeriggio quindi posso fare le cose con calma. Prendo dei vestiti puliti e vado in bagno per farmi una doccia.

                                                                                         ***

Esco dal bagno bella pulita, oggi mi senti molto riposata e carica , sono troppo curiosa voglio vedere su che cosa dovrò occuparmi questo periodo , vado verso la cucina con mille pensieri per la testa che mi seguono. Apro il frigo stra pieno e prendo il latte fresco ,poi prendo i biscotti e comincio a mangiare guardandomi intorno , non sono mai stata una malata del pulito ma né un disastro totale, però devo dire che in questi giorno lo sono stata la mia casa è veramente un disastro totale , dovrò fare qualcosa al più presto , ma non oggi magari sabato... o domenica.  Mi alzo faccio la lavastoviglie e vado in camera mia, la sistemo velocemente e prendo il PC ,lo accendo e vedo che c'è una mail da parte del mio fratello, non parlo con la mia famiglia da quasi 2 giorni quindi  decido di fare una video chiamata , qualche squillo dopo rispone. 

"Sorellona, da quanto tempo, non voglio dirlo ma mi sei mancata"- dice appena la sua figura compare nello schermo del PC. Ruoteo gli occhi al celo dalla sua affermazione.

"Ciao anche a te, fratellino ,invece te non mi sei mancato per niente." - dico facendo l'occhiolino.

"La mamma e papà come stanno ?" - chiedo appogiando la  testa sul palmo della mano destra.

"Stanno bene."

"Te invece, come stai ?"- aggiungo preoccupata per lui, è il mio fratello  anche se 6,6 minuti più piccolo di me ,rimane sempre il mio fratellino io la sorella maggiore ,abbiamo sempre avuto un raporto speciale , mi diceva sempre tutto e la stessa cosa facevo anch'io, io lo amo ma non come posso amare il mio ragazzo, o i miei genitori ,è più potente non so come descriverlo è un sentimento più forte ... anche di me stessa.

" Io sto bene, però con la Marina ho avuto un po' di problemi, alti e bassi, sai come tutte le coppie niente di grave, però c'è una cosa che non mi convince in lei, mi nasconde qualcosa ma non so cosa, è sempre persa nei suoi pensieri." - risponde alla mia domanda con uno sguardo perso come se stesse cercando di capire che sta succedendo, passo gli occhi dal orologio e vedo che tra poco dovrò iniziare a prepararmi per andare al lavoro.

"Mi spiace Lù devo andare ,tra poco dovrò andare a lavoro, cerca di calmarti sicuramente te lo  dirà , tu invece cerca di non sforzarla . Ti voglio bene , salutami mamma e papà.

"Anch'io ti voglio bene ."- dice prima di buttare giù.

Mi alzo e vado in camera mia percorrendo il corridoio, apro l'armadio e prendo una camicia bianca,una  giacca blu scuro e dei pantaloni neri . So che tutti dicono che il blu e il nero non vanno insieme ma a me sinceramente non interessa di quello che dicono gli altri , a me piace quel abbinamento ed è questo che conta. Mi vesto mi lego i capelli in una coda di cavallo non troppo bassa e né alta, mi metto i tacchi a spillo neri ,prendo la mia borsa sempre nera ed esco di casa. Mi fermo davanti alla porta , mi manca una cosa , in realte è la cosa più importante, rientro e lo prendo, è il mio distintivo di detective... Anastasia Ivanov.


AUTRICE:

Il primo capitolo è appena pubblicato , scrivetemelo nei commenti e che ne pensate e lasciate un bel like ;).

Lo so sembra noiosetto ma è solo l'inizio,  preparatevi...

Al prossimo capitolo belle donzelle <3.





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