Una lucina fatiscente era l'unico sprazzo che si intravedeva dalla piccola finestra in legno di quella cupa stanza; all'incirca saranno state le tre del mattino, ma per Jimin era un po' come se fosse mezzogiorno.
Ormai non esistevano più orari, non esisteva alcun intermezzo che lo lasciasse respirare liberamente, senza avere un groppo che rischiava di fermarglisi in gola per alcun apparente motivo.
E pure, un motivo c'era, ed anche bello importante.
Un anno e tre mesi, un problema grande come questo lasso di tempo che pareva essere fermo nelle sue memorie, nei suoi ricordi. Lo custodiva così, nel cellulare che teneva in quel momento fra le mani, e non era importante quanto tempo passasse a riguardare quelle piccole gioie racchiuse in foto, video, o semplicemente in un remoto angolo del suo cervello.
Se ne stava lì, raggomitolato nel letto da una piazza e mezza, a rimuginare su questo periodo, senza mai però abbandonare un singolo quesito, quello che da un mese lo stava attanagliando: "perchè?"
Perché la vita è questo, una crescita continua contornata da persone che vanno e vengono, da attimi fuggenti che poi, sono gli unici che riescono a darti un minimo di sollievo quando, ormai, l'unica cosa che ti rimane da fare, è piangere.
Lungo le guance, lacrime salate rigavano quel sottile strato di pelle, inumidendone altre ormai seccate. Ed era così che, ormai, da un mese a quella parte Jimin si addormentava.
Immaginando come lui e Jungkook avrebbero potuto essere ancora felici, domandandosi perché non lo erano più insieme.
Il sole, di sbieco, quasi per dispetto, si intrufolò nella stanza del ragazzo, azzardando un fascio flebile sui suoi occhi. Come risposta le calde coperte furono posate sul capo, un segno di ribellione alla imminente giornata che stava per iniziare.
Un bussare lieve però interruppe il sogno di gloria, e Jimin sbuffò qualche verso lamentoso, che però non fermò Seokjin dall'entrare.
- Buongiorno dormiglione! E' lunedì, sai che significa?- oh, certo che Jimin sapeva, solo che non voleva assolutamente accettare la realtà dei fatti. Aveva promesso al maggiore che avrebbe ripreso in mano la sua vita, che ci avrebbe provato, sebbene non fosse convinto nemmeno lui quando pronunciava quelle frasi.
Non ebbe però modo di azzardare scusa alcuna, perché Seokjin sfilò le coperte dal suo corpo, intreppolato in un improponibile pigiama blu di pile, e facendo così in modo che la chioma bionda balzasse all'insù per una questione elettrostatica.
- Alzati, non voglio sentire nemmeno una sillaba dalla tua bocca fin quando non ti avrò visto vestito e profumato. Oggi seguirai i tuoi corsi all'università, e nemmeno Nostro Signore mi farà cambiare idea.-
Nulla da fare; il maggiore era irremovibile, e Jimin nemmeno provò una arringa, sapendo di aver perso in partenza.
Quindi, con forza e coraggio, e molta, molta calma, andò verso il bagno. Non prima però di aver sbdigliato un "buongiorno" ed aver baciato la guancia del suo coinquilino.
Fece capolino in bagno, e quasi si spaventò quando lo sguardo incrociò il suo riflesso:
i fili dorati che era solito curare tutti i giorni, erano un aggroviglio di nodi.
Due larghi fossi neri al di sotto di quei piccoli occhi a mandorla marroni.
Il viso era più sciupato, possibile che non avesse mangiato decentemente per parecchio?
E, dulcid in fundo, quel pigiama si commentava da solo.
La pallida mano si mosse da sola, sfiorando quella immagine riflessa, un po' confusa, destabilizzata.
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|Lose you to love Me| -JiKook
FanfictionJungkook ha lasciato Jimin, dopo quasi un anno e mezzo di relazione, senza alcuna motivazione. Quando finalmente quest'ultimo proverà ad andare avanti, Jungkook non sarà molto d'accordo. |LOSE YOU TO LOVE ME| JiKook Boyxboy