Il sole batteva caldo e circospetto attorno al cipresso sotto il quale Jimin era seduto.
Se ne stava lì, poggiato con la schiena alla quercia, sperando che questa potesse alleggerirlo da tutti i piensieri che gli stavano passando per la testa.
Come sospettava, Jungkook non lo stava aiutanto ad andare avanti.
Le immagini di poco prima continuavano a ritornare nel suo immaginario, e più accadeva, più perdeva la calma.
Si ritrovò a domandarsi se, nel caso gli avesse mollato un destro, si fosse sentito meglio.
Ma no, certo che no.
In realtà non ce l'aveva con lui, ma con se stesso.
Un po' perché si lasciava trascinare nel baratro, un po' perché quello stesso baratro gli sembrava così accogliente.Jungkook, capì a sue spese il biondo, era morte e paradiso. Solo che Jimin non aveva tempo di morire.
Non di nuovo, almeno.
Comunque, dovette ammettere a se stesso, le parole del moro lo avevano rincuorato; significavano che avesse ancora un certo ascendente su di lui.
Una consapevolezza che sapeva di amaro.Alla fine decise di stendersi, per rilassare un minimo i muscoli.
La rugiada, a contatto con la pelle coperta da un sottile strato di cotone, lo fece rabbrividire.
Pareva che il mondo si fosse fermato, che il tempo non avesse intenzione di scorrere, e lasciarlo lì, in balia dei propri tormenti.Quando avvertì dei passi leggeri avvicinarsi, alzò di poco la testa per capire di chi si trattasse.
Hoseok se ne stava lì, a guardarlo con due panini in mano, ed un grande sorriso ad incorniciargli il volto asciutto.
Jimin alzò gli occhi al cielo, sospirando felice alla figura dinanzi a lui.
Si rimise seduto, concedendo un po' di spazio al nuovo arrivato, ed afferrò il suo panino.
-Non avevi lezione, oggi?- domandò dopo aver inghiottito il primo morso dato.
-Ti ho visto mentre ci andavo, sembravi triste. E' per lo studio?- argomentò il rosso.
Jimin si domandò come fosse possibile essere così trasparente gli occhi di tutti, ma scrollò la testa a mò di diniego.
-No, tutt'altro. Sono stato in grado di capire tutto quello che mi è stato spiegato. Il problema è che Jungkook è il tutor.- pronunciò tutto d'un fiato.
Hoseok, dal canto suo, stava masticando tranquillamente, quando un pezzo gli andò di traverso facendolo tossire come un ossesso.
Il biondo prese a picchiettare sulla sua schiena, tentando di aliutarlo, ma il rosso, ancora mezzo stordito, lo fermò per prendere la parola.
-Che ti ha fatto? Ti ha- provò a pronunciare già col piede di guerra ingranato.
-Non ha fatto nulla hyung. Sono io, il problema. Posso domandarti una cosa, senza che tu sia di parte?- il maggiore annuì, aspettando che Jimin acquisisse tutto il coraggio necessario, mentre riportava lo sguardo di fronte a sè.
-Mi sono fatto prendere in giro una, due o magari tre volte. Mi sono sanguinati i piedi, per continuare ad essere al suo fianco. Sono stato stupido a non rendermi conto della realtà dei fatti prima, o semplicemente perché me ne sono innamorato? E perché, nonostante tutto, continuo a piangere per lui?- ormai la voce del biondo era aspezzata dai silenziosi singhiozzi, si vergognava.
Si vergognava di essere ancora così debole.
Hoseok puntava ancora dritto davanti a sè, decise di non guardare l'amico e farlo sentire ancora più piccolo. Portò la mano sul suo capo, spingendolo verso il proprio petto e dargli un minimo di conforto.
-Piangi perché l'amore è così, quando finisce ti lascia talmente tante belle cose che non puoi farne a meno.
E no, Chim, non sei stupido. Hai semplicemente donato il tuo cuore, ed ora che lo hanno portato via, fa solo più male vivere senza il suo battito.
Quanto è bello, però, sapere di aver dato il meglio di sè? Perché è quello che hai fatto tu, e nessuno può dire altrimenti. Quindi sfogati, picchiami se ti fa sentire meglio, ma non lasciare che lui ti veda così. Perché quello che senti è già tanto; non permettergli di vederti in questo stato.-
Ormai i panini erano lasciati lì, in balia dell'erba, e Jimin non riusciva a smettere di piangere copiosamente sulla spalla dell'amico; e Hoseok non riusciva a smettere di pensare a quanto Jungkook fosse fortunato, senza accorgesse.
Jimin non avrebbe mai provato a vendicarsi, al contrario di Seokjin, per esempio.
Non avrebbe mai provato a cercare qualcun altro, come se stesso.
E non avrebbe mai, più di tutto, amato nessun altro. Perché quando il sentimento è sincero e puro come il suo, non può essere raggiunto da nesssun'altra emozione.
STAI LEGGENDO
|Lose you to love Me| -JiKook
FanfictionJungkook ha lasciato Jimin, dopo quasi un anno e mezzo di relazione, senza alcuna motivazione. Quando finalmente quest'ultimo proverà ad andare avanti, Jungkook non sarà molto d'accordo. |LOSE YOU TO LOVE ME| JiKook Boyxboy