- “Ragazze mi raccomando, domani non dimenticate nulla” -
Oggi c’è stata l’ultima prova, la prova generale al teatro. Mi sembra quasi surreale che sia riuscita ad arrivare finalmente a questo giorno. Quando due anni fa il neurochirurgo mi impose il riposo forzato sentii come se il mondo che mi crollasse addosso. Questo fermo mi costò il diploma e a settembre, del nuovo anno accademico, promisi a me stessa che avrei fatti di tutto per far sì che quell’anno sarebbe andato tutto alla perfezione. Non avrei permesso a niente e nessuno di mettermi i bastoni tra le ruote ulteriormente. Stava andando tutto a meraviglia quando ecco arrivare l’epidemia ad infrangere tutte le mie speranze e a rendere vani tutti i sacrifici fatti.
Non riuscivo a farmene una ragione, sembrava che il destino si stesse divertendo a giocare con i miei sogni e la mia felicità. Ero anche arrivata al punto di lasciar perdere, pensando che forse non era destino che dovessi diplomarmi.
A settembre ero completamente convinta che fosse giusto lasciar perdere e che forse era meglio che mi concentrassi solamente sui concorsi per l’esercito. Ero fuori la scuola di danza, con le lacrime agli occhi, i miei sogni infranti e delle parole da dire che lasciavano decisamente l’amaro in bocca.
Posso sicuramente dire che quel giorno la maestra è stata la mia salvezza. Dicono che chi ti sta attorno spesso capisce cosa sia giusto o meno per te quando magari tu stessa non riesci a capirlo. E con lei così è stato. In poche parole è riuscita a farmi rivivere tutto il mio amore per la danza, tutti i miei sogni ed è riuscita a farmi tornare il desiderio e la voglia di ritornare a ballare.
- “Ally, tutto bene?” -
D’istinto porto una mano al viso e mi accorgo che delle lacrime mi bagnavano il viso. – “Si Mary tutto bene. Vado a fare quella cosa” -
Sorride e con un pollice all’insù mi dice- “Vai, e mi raccomando, cerca di non farci piangere” -
Le faccio una linguaccia, mi alzo e spedita raggiungo il microfono accanto all’autista del pullman.
- “Volevo chiedere un attimo di attenzione. Ho due paroline da dire. Prometto che sarò breve” - sorrido e comincio ad arrossire dall’imbarazzo – “settembre 2006. In questa data per la prima volta ho messo piede nella scuola di danza e già alla mia prima lezione mi sono resa conto di essere follemente innamorata di questa disciplina. In tutti questi anni ho capito che la danza non è solo interpretazione e movimento. La danza è una maestra. Ti insegna l’amore per qualcosa, ti insegna a non mollare, ti insegna a cadere e ti insegna anche a rialzarti. Non sarei la ragazza con le capacità che ho se non fosse stato per la mia maestra. È anche grazie a lei che se in 15 anni non ho mai perso la determinazione e l’amore per la danza, è grazie a lei se oggi sono qui e penso che non la ringrazierò mai abbastanza. Volevo poi ringraziare ogni singola persona che mi ha accompagnata in questo percorso, a chi c’è e a chi magari è andata via. E in fine un ringraziamento in particolare va alle mie compagne di corso che ogni giorno mi hanno supportata e sopportata. Grazie” -
Tutto il pullman applaude, e noto gli occhi lucidi della maestra che abbracciandomi mi sussurra – “Sono fiera di te” - una lacrima mi scende sul viso e subito dopo vado a godermi gli ultimi momenti di quella serata con le mie amiche infondo al pullman.
Tutta la notte non sono riuscita a chiudere occhio, nella mia testa si ripetevano a ripetizione tutte le singole coreografie e analizzavo attentamente ogni singolo dettaglio.
A fine mattinata il telefono sembrava stesse già per scoppiare tra i vari messaggi di auguri e buona fortuna da parte di amici e parenti.
Alle 15:00 prendo la valigia con le ultime cose, saluto mia madre che mi stringe forte e mi avvio al teatro.
Sentivo l’ansia salire sempre di più e dopo un ultimo ripasso veloce, le foto col fotografo e il brindisi di rito, guardo il telefono che segna le 19:15. Quasi in preda ad un attacco di panico guardo Maria che subito riesce a tranquillizzarmi e ad evitare un ennesimo pianto in arrivo.
Saliamo le scale e raggiungiamo le altre ragazze al centro del palco – “Merda, merda, merda” - gridiamo a squarcia gola.
Di corsa ci sbrighiamo a raggiungere le posizioni di inizio… 3… 2… 1… Sipario.
Le luci si accendono, partono gli applausi e l’ansia mi assale. Mi sembra impossibile anche muovere un muscolo. Con lo sguardo cerco Maria che mi sorride e mimando con la bocca mi dice che è tutto okay.
Improvvisamente intorno a me tutto tace, non sento più gli applausi e la voce della gente. C’è solo la musica. L’ansia scompare ed il mio corpo comincia a muoversi senza il minimo sforzo e per tutta la durata del saggio si lascia guidare solo da essa.
Sembrava di essere completamente sola, c’eravamo solo io, la musica e la magia di quel momento che ci circondava e rendeva tutto perfetto.
Soutenu, escape e posa. La musica si stoppa, non riesco a smettere di sorridere e il mio sguardo subito cerca la maestra che dalla quinta mi guarda soddisfatta.
Mi alzo, ringrazio il mio pubblico ed ecco che parte la sigla di rito che segna la fine del saggio.
- “Eccoci qui anche quest’anno. Grazie a tutti per essere qui presenti. Oggi è un giorno molto importante per Allison che dopo tanti anni di studio ha finalmente portato a termine i suoi studi” -
Le lacrime mi bagnano il viso mentre guardo soddisfatta quella piccola pergamena bianca che la maestra mette nelle mie mani.
Dopo i veloci ringraziamenti a tutti i tecnici e alle allieve, il sipario si chiude per l’ultima volta. Incredula do un ultimo sguardo al diploma nelle mie mani e corro dalle mie amiche che felici mi abbracciano.
Dopo aver sistemato le valigie esco dal teatro e vedo le mie amiche, i miei genitori e Francesco che mi aspettano all’uscita.
Lascio la valigia accanto al cancello e corro ad abbracciare le mie amiche, le mie otto su otto.
In quel lungo abbraccio non smetto di pensare quanto siano state parte fondamentale di questo lungo percorso appena portato a termine. Alcune di loro le conosco da quando avevamo tre anni, altre le ho conosciute poco più di sei anni fa. Subito è nato un grande legame tra noi, un legame unico, indissolubile, che non conosce gelosia, non conosce rancore… All’età di 12 ho avuto problemi legati al cibo, non mi piacevo più, e la situazione che avevo in casa non era d’aiuto. Inoltre, integrarmi nell’ambiente sociale mi era sempre riuscito difficile. Invece con loro mi sono sentita accettata sin dall’inizio. A loro piacevo così com’ero, e la sera che mi hanno detto di volermi nel loro gruppo mi sono sentita la ragazza più fortunata al mondo.
- “Questo è per te!” - mi dice Betta mettendo una busta tra le mie mani, e con gli occhi lucidi-come al solito-comincio ad aprire il pacchetto.
Appena vedo il contenuto scoppio in lacrime - “Voi siete pazze! I biglietti del concerto di Morat a Barcellona” - dico quasi urlando di gioia.
Mentre do un ultimo abbraccio alle mie amiche vedo Francesco che si avvicina sorridendo e corro in quel piccolo posto tra le sue braccia che mi piace chiamare casa.
- “Piaciuto il regalo?” -
- “Tantissimo, ancora non riesco a crederci” -
- “Beh, allora apri questo” -
Con ansia apro lo scatolino che mi mette nelle mani. – “Dimmi, che è uno scherzo… non ci credo” - il mondo sembra quasi fermarsi. Due biglietti per un viaggio a Barcellona per una settimana. Non riesco a crederci. Il mio ragazzo e le mie migliori amiche avevano appena realizzato due dei miei più grandi sogni.
- “Pronta a partire? - dice sorridendo.
D’istinto lo tiro verso di me e lo bacio. Ero talmente felice che mi sembrava di toccare il cielo con un dito – “Ai ringraziamenti ci penso dopo” - gli sussurro all’orecchio con un sorrisetto. Lui ride e fa spazio ai miei genitori.
Mia sorella corre verso di me facendosi prendere in braccio – “Lelly se stata bravissima” - mi dice urlando e dandomi un forte abbraccio.
Mi avvicino a mia madre che mi abbraccia e mio padre che mi dà un bacio sulla nuca.
Dopo aver salutato tutti avverto mia madre che sarei tornata un po' più tardi e con Francesco ci avviamo alla macchina.
Dopo quasi mezz’ora, capisco dove stessimo andando… il nostro posto.
Dalle nostre parti lo chiamano “l'occhio della città” poiché si dice che sia il posto con la vista più bella di Napoli. Una volta fermata l'auto vedo Francesco allungare un braccio verso i sedili posteriori e sedersi dopo un attimo con un piccolo muffin al cioccolato con sopra una ballerina di pasta di zucchero.
In un attimo mi butto verso di lui cercando con le mie labbra le sue, lui mi tira a sé e con una mano mi sbottona il vestito.
“diamine, si è inceppato” – dice ridendo
- “aspetta” – mi sposto e mi siedo sulle sue gambe.
Mentre finisco di sotto are il vestito lui abbassa il sediolino, goffamente cado su di lui scoppiando a ridere, e ci ritroviamo l’uno sull’altra. Con una mano mi accarezza la schiena nuda, la mia testa si svuota e penso solo a noi, a quel momento meraviglioso e a quanto sia fortunata ad avere lui nella mia vita…
-“Penso che quel vestito abbia la cerniera difettosa”- mi dice ridendo
-“O sei tu che dopo tre anni sei ancora incapa..”- Fa una smorfia col viso e neanche il tempo di completare la frase che mi ritrovo ad urlare dalle risate per il solletico
-“okay.. Okay… basta.. Hai ragione, forse è la cerniera difettata”- dico poggiando la testa sul suo petto mentre con una mano gli accarezzo i capelli spettinandoli.
Dopo qualche minuto di silenzio, ad ammirare la vista meravigliosa di Napoli tra le braccia del mio perfetto fidanzato, guardo il cellulare e mi accorgo che erano già le due di notte.
-“Penso sia ora di andare, sono a pezzi” –
-“Vabene piccola”- dice prendendo la camicia dai sedili posteriori e infilandosela.
Mentre recupero il mio vestito ricordo di non averlo ancora ringraziato per il regalo, così mi allungo e gli rubo un ultimo bacio – “Grazie per il magnifico regalo”-
-“Non ringraziarmi… farei di tutto pur di vedere ogni giorno questo sorriso sul tuo viso”- dice mettendo in moto la macchina.
Dalla stanchezza poggio la testa sul sediolino, reclinandolo un po’ per stare più comoda. Sento la di Francesco incrociarsi con la mia, poggiandole sulla sua gamba, e dalla stanchezza chiudo gli occhi.
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vai dove ti portano i sogni
RomanceAllison è una ragazza di paese, con un diploma appena preso e una vita tutta da vivere. Una famiglia disastrata, delle amiche che adora ma diverse da lei e un ragazzo che le fa perdere completamente la testa sono la combinazione perfetta per combina...