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Durante i giorni successivi Lauro era spesso fuori casa con Edo per alcune interviste così lo vidi davvero poco e comunque non avemmo il tempo di parlare di ciò che era successo.
Quando ci ritrovavamo insieme in casa lui sembrava rilassato, si comportava come se niente fosse, come se avesse deciso che tutto tra noi era iniziato e finito quella notte.
Malgrado tutto probabilmente poteva trovarmi d'accordo. Così, in quel momento, ci eravamo solo fatti del bene ma forse andare oltre sarebbe stato pericoloso per entrambi.

Era l'ennesimo pomeriggio che gironzolavo per casa da sola quando sentii una chiave girare nella toppa. Mi allarmai, non poteva già essere lui era troppo presto.
Mi nascosi dietro ad una colonna in attesa, sentii la porta aprirsi e subito dopo richiudersi con un tonfo. Trattenni il fiato pensando a cosa avrei mai potuto fare in quel momento. Effettivamente non sapevo quante persone della vita di Lauro sapessero che ero a casa sua in quel momento, ma per avere le chiavi doveva essere qualcuno di molto vicino a lui.
E se avesse una fidanzata? Oddio. Se fosse stata lei mi sarei sotterrata proprio lì, in quel punto, per non riemergere mai più.
Sentivo i passi avvicinarsi e vedevo il mio destino segnato in modo ineluttabile.
Mi sporsi leggermente dal lato della colonna per controllare se riuscivo a vedere qualcosa senza farmi notare.
Quando scorsi un ciuffo blu uscii allo scoperto.

"Ma che cazzo Edo, vuoi farmi morire d'infarto, che ci fai qui?"
"Che me fai gli appostamenti?" chiese stupito il produttore.
"Appostamenti? Dovresti essere fuori con il tuo socio e invece ti trovo qui, è normale che mi spaventi" ribattei riprendendo finalmente a respirare bene.
"No l'intervista di oggi pomeriggio la fa da solo, così ho pensato di venire qui per stare un po' con te"
"Ma che dolcezza che sei, caramellina" gli dissi avvicinandomi per provocarlo.
"Attenta a giocare con il fuoco ci si scotta" disse muovendo le dita verso di me con fare minaccioso.
"Si tranquillo, lo so che vinceresti a mani basse, tu sei ineguagliabile"
Si avvicinò e mi cinse le spalle con un braccio. Mi rilassai.
"Ce lo prendiamo un caffè?" chiese.
"Si ma lo fai tu" risposi categorica.
Sbuffò ma andò comunque in cucina a far scaldare la macchinetta.

Dopo averlo bevuto uscimmo sul balcone a fumarci una sigaretta.
"Allora..." iniziò rompendo il silenzio "Tu e Lauro eh.."
"Io e Lauro niente Edo, un bel cazzo di niente" risposi, forse con un po' troppa cattiveria.
"Dai stellina vi ho visto insieme non fare la dura che non lo sei"
"Non voglio soffrire Edo, ma non credo ci sia niente che né io né lui possiamo fare per evitarlo. Ci siamo trovati, è vero, ma non voglio innamorarmi di lui, non ce la farei capisci?"

In quel momento Lauro entrò in casa senza che ce ne accorgessimo ed Edo continuò a parlare.

"Si Gin, ma non è una cosa che puoi decidere te, voglio dì che certe cose capitano e basta"
"È vero, la vita non è mai come dovrebbe essere, è quello che è. Però io posso decidere come affrontarla ed è questo a fare la differenza."
"So che ti ha parlato di quello che è successo alla sorella..."
"Si" il mio sguardo si abbassò, gravato nuovamente da quel peso.
"Non pensavo che ci sarebbe riuscito, devi davvero avergli fatto qualcosa" rifletté pensieroso.
"Edo io ho bisogno di andarmene di qui" diedi improvvisamente voce al pensiero che mi accompagnava come un tarlo da giorni.
"E Lauro?"
"Lauro è stato una piacevole compagnia, come lo sei stato tu, ma è giunto il momento per me di tonare alla vita reale. Non ha più senso per me continuare a stare qui..." dissi.
"Hai già deciso quindi? Non credi sia il caso di parlarne anche con lui?"
"Ci conosciamo solo da qualche giorno dai, non farla più grossa di quello che è. Adesso sto abbastanza bene per cavarmela da sola, domani me ne andrò, fine della storia" dissi forse più per convincere me stessa che lui.

A quelle parole Lauro si retrasse di scatto dietro la porta della cucina, con una ferita in più sul cuore.
Si sentiva in colpa per aver origliato, ma almeno adesso sapeva come stavano le cose.
Aveva sbagliato tutto. Come aveva potuto illudersi che quella donna fosse diversa da tutte le altre che aveva incontrato? Aveva ottenuto da lui quello che voleva e ora se ne sarebbe andata, così come se niente fosse.
Non che generalmente lui avesse dato a quelle ragazze chissà quale importanza, ma questa volta era diverso. Questa volta ciò che era successo lo aveva colto completamente alla sprovvista.

Quella sera il cantante si chiuse in studio senza dire una parola, doveva essere successo qualcosa mentre era fuori che l'aveva turbato, pensai.
Non gli chiesi nulla, sapeva che ero qui se avesse voluto parlarne ma dopotutto, perché avrebbe dovuto farlo con me? Non ero nessuno. Una ragazza che era passata per quella casa qualche giorno e che presto se ne sarebbe andata. Molto presto.
Andai a dormire decisa a comunicargli le mie intenzioni il mattino seguente e lasciare quella casa il giorno stesso.

Due ore dopo Lauro uscì dallo studio che sembrava stremato. Edo aspettava sul divano conscio del fatto che quando l'amico si chiudeva lì dentro da solo stava pensando a qualcosa e per esperienza poteva dire che molto spesso quei momenti erano l'inizio di un percorso che lo avrebbe portato verso l'autodistruzione.
Non si illuse nemmeno per un secondo che quella volta potesse essere diverso.

Lauro si lasciò cadere sul divano accanto a lui portandosi le mani al volto.
"Devo dirti una cosa" disse dopo un lungo silenzio.
"Ho preso una decisione. Lo so dal primo istante in cui l'ho vista. Non ho scampo Edoà, lo capisci vero?"
L'amico annuì.
Lauro parlò a lungo cercando di spiegare al produttore quello che era successo nella sua testa durante gli ultimi giorni, Edoardo ascoltava con attenzione.
Quando ebbe finito di parlare rivolse l'attenzione all'amico.
"Fammi sapere se ce stai anche te, altrimenti farò da solo non è un problema" concluse alzandosi dal divano.
"Aspetta" lo trattenne Boss Doms.
"Cosa pensi davvero di lei? Voglio dire, cosa provi?"
"È brava a scopà" rispose Lauro con una scrollata di spalle.
"Lauro...."
"No serio fratè, quella là è davvero na' bomba"
"Lauro smettila..."
"Che te devo dì Edoà, che me so 'namorato? Me conosci non fa pe' me. È una brava ragazza, se vede, non vado bene per lei e lei non va bene pe' me. Punto."
Aveva la bocca serrata e la mandibola contratta.
D'improvviso Edoardo ebbe un'intuizione che gli rese tutto chiaro.
"Hai sentito quello che Gin ha detto oggi" constatò sicuro.
Lauro gli rivolse uno sguardo eloquente prima di tornare fisso sul pavimento. I suoi occhi dicevano "lasciami in pace".
"Lauro ascolta..." attaccò Edo cercando di far ragionare l'amico.
"No ascolta tu!" sbottò l'altro avvicinandosi un po'. Una rabbia cieca guidava le sue azioni in quel momento, come accadeva spesso.
"Oh rilassate che sto qui pe' te" gli disse Edoardo spingendolo via.
Lauro abbassò un po' i toni ma continuò a parlare.
"Non ho sentito un cazzo di niente, ma anche se così fosse non cambierebbe di una virgola quello che penso. Smettila di cercare significati nascosti in questa storia. È stato bello, ci siamo fatti compagnia, in un certo senso ci siamo anche trovati e aiutati ma finisce lì."

Edo sapeva che l'amico stava mentendo, lo sapeva benissimo, soprattutto dopo quello che gli aveva detto poco fa. Capì però che quella sera non avrebbe cavato un ragno dal buco.
Lauro era una persona difficile, aveva una rabbia dentro da far impallidire chiunque e quando quella rabbia affiorava in superficie lui non aveva più scampo, lo divorava, ferendo chiunque gli fosse vicino in quel momento.

Angeli blu #AchillelauroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora