Quella mattina come tutte le mattine suonò la sveglia. Quel rumore cosi familiare, ripetitivo , prevedibile annunciava a tutti l'inizio di una nuova giornata. Il sole entrava prepotente nel buio delle stanze e cercava di dare colore a cio'che colore non aveva più.
Anna scese in cucina e rabbrividì stringendosi nella vecchia vestaglia logora .
Mise la moka sul fuoco e con gesti meccanici, uguali ogni giorno , prese i biscotti che conservava in quel piccolo barattolo di latta tanto amato dalla sua piccola e dolce Amelia.
Si diresse verso il tavolo della cucina . C'erano ancora quattro sedie , nessuno era riuscito a toglierne una . Passando accarezzo lo schienale di quella che era stata di sua figlia e un triste sorriso le increspo' le stanche labbra
" Tommaso scendi ..la colazione è pronta..."
Il ragazzino rispose con un tono accondiscendente " arrivo mamma" mentre era intento a rifarsi il letto . Nulla in quella stanza era in disordine ...tutto era al suo posto , tutto eccetto lui.
Mise il peluche che Amelia gli aveva regalato al suo posto d'onore come tutte le mattine , tra i cuscini del suo letto .
Sua sorella morendo aveva portato via con se il suo disordine e la sua libertà. Controllò che il pupazzo fosse lì a ricordargli cio che la sua mente stava dimenticando. Infilò la felpa blu e uscì dalla stanza fischiettando. Passo' davanti alla porta chiusa della sorella e si fermò un secondo. il fischio gli morì in gola ...due passi piu avanti bussò alla porta del bagno " dai papà la mamma ha detto che è pronta la colazione !!!" E come era solito fare scese le scale a due a due." Eccomi" si annunciò sorridendo come sempre .
Intanto l'uomo in bagno si stava facendo la barba, come suo padre gli aveva insegnato. La schiuma da barba che si spalmava sul viso aveva sempre quel buon odore di mentolo. E sulla pelle sentiva quel lieve pizzicore che gli ricordava di essere ancora vivo .Nella maggior parte di quelle eterne giornate si sentiva il fastasma dell'uomo che era stato . Amelia aveva portato via con se il suo cuore, aveva reso le giornate prive di colore, di sapore...era come essere morto e per un atroce scherzo del destino...essere ancora vivo. Iniziò a passare il rasoio sul suo volto stanco, lentamente, e a ogni passaggio della lama quella schiuma, che sapeva di buono, spariva e i peli ormai grigi della sua barba con lei. Si mise il suo solito dopobarba e avvolto nel suo accappatoio usci' dal bagno . Passo' accanto alla porta di sua figlia e,come tutte le mattine da quando Amelia era morta , appoggiò la sua mano su quella porta, ma non l'apri.
" buon giorno amore mio" disse con un filo di fiato.
Come tutte le mattine,quel senso di vuoto. Respirò lentamente. Passò oltre. Raggiunse la sua camera da letto e dopo essersi vestito scese le scale e raggiungendo gli altri in cucina
" buon giorno ..." apostrofo' con tono allegro i presenti mentre andava verso sua moglie. Le bacio' la guancia e le strinse l'esile braccio. Quel tenero gesto quotidiano era il suo modo per dirle " teniamo duro"
" ehi papà oggi mi porto tu a scuola?"
Quello era il richiamo della vita. Si girò e sorridendo rispose" certo ranocchio...muoviti, se no facciamo tardi"
La madre guardò fuori e si chiese se mai più avrebbe sentito il calore di quel sole , se mai più sarebbe riuscito a riscaldarla e a far passare quel freddo che sentiva dentro.
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Sopravvivere a una parte di se
NouvellesCome si puo sopravvivere alla morte di un figlio?