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P.o.v. Roxelle

"Grazie per aver scelto la nostra compagnia, per voli tranquilli e sicuri"

"Secondo me: o uno di questi aerei, anni fa, ha fatto un incidente gravissimo; oppure se la stanno gufando potentemente"

Io rido tranquilla.

Siamo appena saluti sull'aereo e io inizio a spegnere il telefono.

Ci aspettano sei ore di volo e sinceramente sono preoccupata per gli argomenti che potrebbero uscire in quel lungo lasso di tempo.

L'aereo parte e iniziano le solite turbolenze che odio.

Prendo l'aereo e, nell'ultimo periodo, anche sopra, ma, soffrire di vertigini e avere paura di precipitare, non aiuta.

Prendo la mano a Noah che nel mentre era tranquillissimo.

"Hai paura di volare?" Si preoccupa leggerne vedendomi impaurita.

"Solo quando ci sono le turbolenze" gli stringo di più la mano e serro gli occhi con forza.

Lui mi prende il viso con la mano libera e mi fa aprire gli occhi.

"Va tutto bene, ci sono qui io, te l'ho promesso"

Mi rassicura in una maniera assurda.

L'aereo si stabilizza e io riesco a lasciargli la mano.

"Tutto okay?"

Io annuisco cercando di mandare giù la saliva con la gola ancora serrata.

La hostess si avvicini a ci dice di poter accendere i cellulari.

Passano le ore e pian piano mi addormento.

P.o.v. Noah

Manca un'ora all'atterraggio e Roxy si è addormentata.

"Tutto bene signore? Ha bisogno di qualcosa?"

"Tutto bene, potrei avere una coperta per favore?"

"Certo" prende dal carrello una coperta e me la passa.

"Grazie mille"

Le metto addosso la coperta e mi addormento anch'io.

***

Finalmente siamo arrivati: Roma

"Ti divertirai! Ti farò conoscere dei miei amici, partiamo alle 9 di sta sera così abbiamo tutta la giornata per visitare Roma"

Mi prende per mano e mi porta in una parte un po' strana di Roma.

"Questa non è la parte turistica di Roma, ma è meravigliosa"

Arriviamo ad un palazzo molto alto e rovinato e Roxy suona ad un citofono.

"Chi è?"

"Lorè, so Roxy"

"A stronza! Scendo subito"

"È mio amico da quando ho 12 anni, si chiama Lorenzo e ci farà fare il giro della Roma di cui nessuno parla mai"

Il portone del palazzo si apre e ne esce un ragazzo moro e riccio che la abbraccia con amore; non mi piace molto come cosa ma la accetto: sono amici da tanto, è normale che siano così legati.

"Lorenzo, lui è Noah, il mio fidanzato"

"Woo, la nostra Roxy si è fidanzata! È un piacere conoscerti!"

Non capisco quello che dice ma gli stringo la mano che mi ha teso.

"Non parla italiano, stupido"

"Oh scusami, sono Lorenzo è un piacere conoscerti"

"Il piacere è mio"

"Magari se volete raggiungiamo gli altri, tra venti minuti dovevo uscire che ho una partita di calcetto"

"Certo, dai andiamo" Roxy è entusiasta, si sente a casa qui e si vede; è bello vederla così.

Iniziamo a camminare verso un posto per me sconosciuto.

"Allora, vai alla stessa università di Roxelle?"

"Sì, ma non studio psicologia" gli sorrido, lo vorrei ringraziare per aver iniziato una conversazione.

"Cosa studi?"

"Oncologia" continua la conversazione Noah. " Tu, invece? Studi?"

"No, lavoro in ristorante, sono il capo chef!"

Rido al suo finto entusiasmo per il suo lavoro.

Arriviamo ad una piazzola dove ci sono altri quattro ragazzi.

Roxy si nasconde dietro di me e mi fa il segno di non parlare.

"Ragazzi vi faccio un regalo"

Non capisco cosa dice ma loro lo guardano straniti, poi Roxy sbuca da dietro la mia schiena e tutti esultano con dei sorrisi giganti su i loro volti.

"Ragazzi, lui è Noah: il mio ragazzo. Noah, loro sono: Enrico, Giuliano, Alessandro e Nicolò"

"Piacere di conoscerti"

"Piacere mio ragazzi"

Passiamo tutto il pomeriggio insieme, giocando a calcio, parlando e ridendo come matti.

Sono molto gentili, mi parlano continuamente in inglese ed è molto gentile da parte loro.

Andiamo a mangiare in un posto molto strano, loro lo chiamano kebabbaro, ma non so cosa sia così chiedo: "scusate, ma cos'è kebabbaro?"

"Il kebabbaro è il signore che fa' il kebab, un tipico piatto della Turchia, è buonissimo, fidati"

***

La giornata finisce e io mi ritrovo con il cuore pieno di felicità.

Lorenzo mi si avvicina mentre, Roxelle, parla con gli altri ragazzi

"Noah, posso chiederti un favore?"

"Certo"

"Tratta bene Roxy, non la abbandonare, la conosco da quando avevamo 12 anni e io andavo in vacanza nel suo paesino.
Con questo puoi capire che tengo tanto a lei e vorrei che avesse sofferto meno di quello che davvero è stato, quindi non voglio che soffra di più"

"Sai, l'ho detto a Roxy prima di quando tu l'abbia detto a me: io le starò vicino fino a quando lei vorrà, e se lei non vorrà io le starò vicino lo stesso, cercherò di non farle del male, potrò sempre fargliene, anche senza volere, ma rimedierò sempre, questo te lo posso promettere"

Lui mi guarda con un volto pieno di gratitudine e poi mi abbraccia.

Saliamo sul pullman e dopo due ore di viaggio, finalmente, arriviamo al paesino di Roxelle.

"Ma è bellissimo!"

"Lo so" dice lei ridacchiando sotto i baffi.

Camminiamo e le prendo la mano guardando il cielo.
Mi guarda e poi mi bacia con passione.

"E questo per cos'è?"

"Per scusarmi" dice accarezzandomi il volto e guardandomi le labbra

"Di cosa?"

"Della mia famiglia"

Entriamo nella casa che scopro essere quella davanti a noi e subito sentiamo una voce.

"Robert, sei tu?"

"No, mamma sono io"

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The afternoon tea [in pausa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora