1: carry on

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Le ultime ceneri di Voldemort vennero portate via dal caldo vento primaverile.
Harry cadde a terra, circondato da un opprimente silenzio.
  si rialzò a fatica, il corpo pieno di sangue.
si diresse piano verso la sala grande, ormai distrutta.
era stanchissimo, usare tutta quella magia lo aveva prosciugato.
si appoggiò ad una colonna e si addormentò, le prime luci dell'alba tingevano di mille colori il cielo notturno, testimone di una guerra.
Si alzò qualche ora dopo, con la schiena a pezzi e un mal di testa allucinante.
quel silenzio lo inquietava parecchio. Era solido, reale. lo poteva percepire. solo il rumore dei suoi passi rompeva quel suono assurdo, dandogli un senso di solitudine.
 mentre camminava scorse una figura a terra. corse con il cuore in gola, fino al capezzale di quella persona. si trovò davanti la professoressa McGonagall, riversa a terra, ordinata e austera nonostante tutto. stringeva a sé la bacchetta, gli occhi socchiusi. andando avanti trovò tutto il corpo insegnanti, morto per proteggere i propri studenti.
spalancò le grandi porte di legno della Sala Grande con uno strano nodo allo stomaco, terrorizzato da cosa avrebbe potuto esserci al suo interno.
sperò che tutti i suoi amici gli venissero incontro e lo abbracciassero, dicendogli che andava tutto bene.  Harry sapeva che sarebbe stata solo l'ennesima bugia, ma aveva voglia di crederci, credere che per una volta fosse tutto finito e che poteva dormire tranquillo, con tutte le persone che amava al suo fianco, pronti a ricostruire un futuro insieme.
quello che vide fu una pugnalata al cuore, che si frantumò in mille pezzi, con un tonfo assordante. Harry non pianse. non urlò. non fece assolutamente nulla. semplicemente, cadde.  cadde, e si frantumò in un milione di pezzi, silenzioso come la neve. spalancò la bocca in un urlo senza suono. fissò il vuoto. non gli importava di nulla. non più. che senso aveva andare avanti dopo aver visto i cadaveri tutti coloro che avevano avuto un posto dentro di lui? che scopo aveva vivere? 
eppure, il sole continuava imperturbabile la sua camminata, senza sapere che poi sarebbe calato. il vento soffiava. gli alberi erano fioriti e pieni di vita. gli animali si svegliavano e gli uccelli cantavano,la vita andava avanti, noncurante del fatto che in quella sala non c'era più vita, noncurante del fatto che in quella sala un ragazzo appena maggiorenne era di nuovo solo al mondo, in preda al Dolore.
perché quella cosa che faceva tanto male era imprigionata dentro di lui. 
E, per la prima volta, Harry si arrese. si arrese implorando pietà. alzò la sua bandiera bianca alla vita.
 e il dolore uscì. delle lacrime salate uscirono dai suoi bellissimi occhi verdi, rigandogli le guance fino al terreno.
e poi urlò. urlò con tutto il fiato che aveva in gola, sperando di soffocare. Urlò, facendo tremare i vetri, facendo tremare la terra. urlò, facendo tremare tutte le sue convinzioni, tutto il suo mondo.  urlò fino a farsi tremare l'anima. 
poi ci fu il vuoto. tutto era vuoto nella vita di Harry.
 senza colore, senza sapore, senza odore, senza senso. 
si avvicinò ai corpi dei suoi due amici, stretti in un ultimo abbraccio, per proteggersi a vicenda. Harry creò per loro una lapide su cui incise ' it's leviosa! '. trovò Seamus  Finnigan (boom), neville (a true gryffindor), luna ( it's nargles), i signori weasley (a lovley mother-rubber ducks), bill ( rock n'roll), fleur, che aspettava un bambino, Remus e Tonks (true love has no obstacles) , i gemelli weasley ( gred & feorge) e poi ginny. i suoi lunghi capelli rossi formavano un'aurea regale intorno a lei. era sempre bellissima, i suoi occhi castani scrutavano il vuoto con espressione serena. Harry glieli chiuse con dolcezza, posando un ultimo bacio sulle sue labbra fredde. 
con la bacchetta, Harry evocò una corona di fiori, che posò sulla testa della persona che amava da morire. La adagiò per terra e con un movimento del polso fece comparire una lapide con una sola parola 'warrior'.
gli sarebbero mancati tutti. ogni singola persona. ogni singola voce. ogni singolo gesto.
anche quando erano insopportabili.
si lasciò il castello alle spalle e con esso tutte le persone a cui voleva bene, ormai morte.
se ne andò col cuore infranto e l'anima a pezzi. avrebbe voluto far fermare tutto per potersi riprendere, anche se dubitava che ci sarebbe mai riuscito.
ma, come al solito, non importava a nessuno e, se c'era una cosa che aveva capito, era che alla vita non importa mai di niente e nessuno, devi semplicemente andare avanti.
non importa chi sei, quanti anni hai, cosa hai fatto o come stai, la vita va avanti e non aspetta nessuno.  e l'unica cosa che puoi fare è accelerare il passo. e così decise di fare harry. andare avanti. anche se fa male, anche se vuoi solo tornare indietro. andare avanti. senza girarti a guardare indietro. andare avanti. si smaterializzò. andare avanti.

dimensione parallela - cambiare il destino [hp story]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora