Un ritorno improvviso

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10 novembre 1993

Caro Diario,

ormai sono tre mesi che non ho notizie di Ralph.

Sono ancora arrabbiata con lui, però mi manca tanto, e vorrei che tornasse.

Le mie amiche (che strano, non ho mai chiamato nessuno amiche) cercano di tirarmi su di morale, ma non so per quanto può durare.

A scuola Sophia ci evita, credo che abbia capito che sappiamo tenerle testa come pochi.

Tra un mese è Natale, e mio papà non lo vuole festeggiare.

Olivia mi evita ogni tanto, come se mi volesse nascondere qualcosa.

Cercherò di essere più felice

MAX

Mentre andavo a scuola incrociai Mia. Era incazzata.

«Che hai? Sembra che ti abbiano insultato».

«In un certo senso... sì. Mia madre mi ha detto che mio padre ieri è partito per diventare militare. Non mi ha neanche salutato.» mi disse Mia, con una voce un po' triste.

«Ti capisco, mio fratello ormai è tre mesi che non ci invia sue notizie. È triste dirlo, ma sono quasi abituata.» gli dissi con una voce tremolante.

Stemmo zitte per tutto il tragitto.

A scuola quel giorno avevano indetto un'assemblea d'istituto, per parlare del ballo d'inverno.

Io e le ragazze abbiamo deciso, a metà assemblea, di andare via, non riuscivamo a sentire ancora Sophia.

Siamo andate nelle scale antincendio, cercando di non farci scoprire. Iulia aveva portato le sigarette e gli spinelli.

«Mi immaginavo che sarebbe finita così» disse Iulia cercando l'accendino.

«Parla Sophia, non ci voleva un'arca di scienza per sapere che ce ne saremmo andate» disse Mia ironicamente.

Olivia aveva una faccia strana, una faccia che non avevo mai visto prima. La presi da parte per parlargli.

«Via, che hai?» le chiesi perplessa.

«Niente, che devo avere» mi risponde quasi infastidita.

«E' solo che sei più fredda ultimamente, non parliamo più come prima, sei più distaccata...»

«Ho...ho solo problemi con mia mamma, tutto qui» mi risponde quasi sfinita.

«Via, mi puoi dire tutto, lo sai»

«Gli hanno diagnosticato un tumore» mi risponde con le lacrime agli occhi.

«Mi dispiace, ma... perché non me l'hai detto? Ti potevo aiutare» gli risposi.

Ci fu un silenzio assordante.

«Da quando lo sapete?» gli chiesi sembrando il meno sgarbata possibile.

«Da due mesi circa» mi rispose mentre si asciugava le lacrime.

«Me l'hai tenuto nascosto per tutto questo tempo?» gli dissi quasi arrabbiata.

«Tu... tu sei l'unica del gruppo che l'ha capito»

«Certo, io noto quando c'è qualcosa che non va»

«Le altre non lo devono sapere, va bene?» mi disse.

«Va bene» le risposi quasi costretta.

Mentre tornavamo dalle altre, la fermai e gli dissi: «quando vuoi, puoi stare da me, cosi non stai a casa sola» le dissi quasi imbarazzata. Sentii le mie guance diventare rosse di imbarazzo.

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⏰ Last updated: May 05, 2020 ⏰

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La lettera di premorteWhere stories live. Discover now