NB: Non tenere un diario se sei un Mangiamorte

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31 ottobre 1995

Io adoro Halloween, ma oggi non è successo niente di emozionante, almeno non per me...

Ero a cena e scrivevo (sì, scrivevo, una volta amavo fare amicizia ma adesso faccio fatica a stringere rapporti) all'angolo del tavolo, quello che si affaccia sul leggio di Silente, davanti ai professori. Non saprete mai cosa stessi scrivendo perché un Grifondoro si è allungato dal suo posto e mi ha strappato il diario di mano. Ha iniziato a leggere ad alta voce quello che c'era scritto, proprio la parte che speravo non leggesse, quella che parlava di una persona che mi manca e che mi ignora da un po' di tempo a questa parte. Scherzava con i suoi compagni, dicevano che avevo una cotta (ovviamente non era vero) e si passavano il diario tra di loro. Ho provato ad afferrarlo più volte, ma lo mancavo sempre e quando tornava nelle mani del primo, questo leggeva un altro pezzo...

A quel punto, piena di rabbia, ho estratto la bacchetta e gliel'ho puntata al collo. Si era fermato di colpo, sbalordito, ovviamente non se l'aspettava da una come me. Gli ho intimato di restituirmi il diario, il colore del mio mantello inganna. Non ha fatto in tempo a porgermelo che me lo ero già ripreso. Ehw, aveva le mani sudate.

Erano rimasti di pietra e per fortuna, a parte loro, nessun altro sembrava aver assistito alla scena, o almeno così credevo. Tutti continuavano a mangiare, tutti tranne un professore che mi fissava dall'inizio del pasto e di lì in poi mi ha tenuto gli occhi addosso più che mai.

Mi ero alzata quasi prima che tutti avessero finito di mangiare, sentivo il bisogno pulsante di andarmene da lì, ma non sapevo se fosse per l'accaduto con i Grifondoro o per quel professore che mi fissava. La strada per i dormitori era deserta. Avevo appena svoltato l'angolo quando mi sono ritrovata faccia a faccia col professor Piton, di nuovo. 

Chissà perché ci mette secoli prima di aprir bocca, secondo me pensa e ripensa nella mente ciò che deve dire 300 volte. Sono insopportabili quegli istanti che passa squadrandoti e pensando a quale sia la frase più pungente da usare. Si era soffermato a fissare il diario che stringevo.

''Non dovresti nasconderlo adesso'' mi ha detto con un filo di voce ''Dimmi, per caso scrivi quello che fai su questo diario?''

''Sì''

''E non ti sei mai fermata a riflettere su quanto sia pericoloso che TU tenga un diario?''

''Certo''

''Ovviamente, cosa potrebbe mai succedere... ? Per tua fortuna i Grifondoro sono degli emeriti idioti e non hanno fatto caso a ciò che leggevano, ma ti invito caldamente a trovare un altro hobby e a sbarazzarti di questo affare.''

Detto ciò mi ha superato ed è sparito dietro un angolo. Come si può notare, me ne sono altamente infischiata di ciò che ha detto, anzi, le sue parole mi hanno motivata ancor di più a scrivere tutto ciò che penso, faccio e succede. Non porterò mai più il diario con me e lo nasconderò sempre, ma non posso smettere di scrivere. E' il solo modo che ho di sfogarmi e, per quanto strambo possa sembrare, mi sembra di avere un amico vero, che mi ascolta e mi capisce.

Happy to Suffer - Diario di una MangiamorteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora