Cara me

91 10 18
                                    

Un giorno qualsiasi di un mese qualsiasi, 2014


Cara me,

più ti guardo e più mi fai tenerezza.

Tu lo sai che l'unico mondo che fa per te è quello in cui sei sola, tu e nient'altro che il tuo flusso inarrestabile di pensieri coniugati. Ti rendi conto del fatto che dove ci sei tu, c'è un senso di completezza che ti attraversa la pelle con dolcezza.

Senti fluire una concretezza astratta che ti rende leggere le membra pesanti, ti svuota di ogni senso di materialistica nullità, ti priva del nulla.

Esatto, mi si è appena presentata la perifrasi perfetta: ti privi del nulla.

Scuoti un po' le spalle, ravvivi il ciuffo di capelli e lasci scivolare in un altrove quello che non appartiene al tuo piccolo mondo.

E' questo il motivo che ti porta a soffrire per ogni più piccola sfumatura di male terrestre.

Ti strappi di dosso così tanti vestiti trasparenti, che un piccolo filo di tessuto poggiato sulla tua pelle ti sembra un sopruso alla tua coscienza.

Mentre ti scrivo, penso al tuo riflesso nello specchio, ma non a quello attuale.

No, non a quello attuale.

Penso ad un giorno di dieci anni fa, in cui i tuoi boccoli corti facevano a gara con la statura sempre troppo ridotta rispetto a quella dei tuoi compagni di classe. Ricordo la sfida che ti eri imposta, tu, un' arancia ancora acerba all'esterno, con la buccia troppo ingiallita per spingere gli altri ad aprirti.

Se soltanto lo avessero fatto, si sarebbero accorti che dietro quell'involucro in piena crescita si celava la vera essenza di una bambina che faceva patti con il mondo.

Ricordi anche tu quel giorno, non è vero?

Erano passati circa tre mesi dall'ultima volta che ti eri guardata allo specchio, avevi voluto smettere di conoscerti fisicamente e sfidare quella strana legge naturale che ci vieta di accorgerci dei piccoli cambiamenti.

Se ti spunta una linea sottile al lato delle palpebre, non saprai mai riconoscerla. Ma se attendi che passino giorni, e se quei giorni si trasformino in anni, ti accorgerai d'un tratto che agli angoli dei tuoi occhi si saranno formate delle rughe. La prima traccia di una vita che cede ai colpi del tempo.

E tu, che di rughe non ne avevi nemmeno l'ombra, avevi compreso che per individuare i piccoli cambiamenti era necessario rinunciare al lusso di specchiarti ogni giorno.

Avevi fatto una scelta: la vanità della mente, piuttosto che quella del corpo.

Ti eri imposta di non mostrarti davanti a te stessa per tre mesi, solo per sfidare la legge del tempo e riuscire ad accorgerti prima di lui dei tuoi cambiamenti.

E quando quel giorno era arrivato, ti eri sporta con la testa verso lo specchio della tua cameretta e avevi sorriso al tuo riflesso. La tua prima vittoria contro un' entità più grande di te.

Potevi vedere i boccoli che sfioravano le spalle, le tue gambe un poco più lunghe rispetto a tre mesi prima, l'ombra di un dente pronto a mostrarsi, il viso di bambina con dei lineamenti più duri e gli occhi più sottili di come li ricordavi.

Ti eri accorta di essere cresciuta ancora prima di esserlo davvero.

Avevi colto alla sprovvista il tempo e gli avevi dimostrato che si può anticipare un cambiamento, quel che basta è fare la scelta giusta.

E la tua vita avrebbe continuato ad essere una bussola, inconsapevole se scegliere il nord o il sud, se scegliere la te che sfida il corpo o quella che sfida l'anima.

E tu, puntale della bussola, saresti oscillata così tante volte che avresti finito per credere che non eri nord e nemmeno sud, ma una via di mezzo senza alcun posto certo nel mondo.

Io ti scrivo oggi, cara me, per dirti che finalmente c'ho capito qualcosa.

Il problema non eri tu, ma la tua bussola.

Il problema era il dover scegliere tra due te che ti appartengono entrambe.

Tu sei la bambina che sfida il tempo ed elude ogni barriera mentale, ma sei anche la donna che sfugge al prototipo di brutta intellettuale e dimostra a se stessa che si può essere belli in ogni angolo del proprio io.

Ho capito che non devi più scegliere, perché non meriti di privarti dei due quarti che ti compongono. Se lo facessi, ti assicuro che perderesti del tutto la tua piena identità.

Ti privi del nulla, tu.

Lasci che una cascata di niente parta dalla tua testa e si depositi ai tuoi piedi.

Vuoi che il tuo corpo e la tua mente siano liberi da ogni impedimento che li renda poco frizzanti, così ti impegni a non avere barriere che tengano. E' per questo che a volte piangi, perché alcune barriere sono più resistenti di altre.

Lo so che hai conosciuto la cattiveria di alcuni e le ingiustizie di molti.

E so che mentre ne facevi la conoscenza ti ripetevi che nel mondo c'è anche di peggio, ed è quella l'unica barriera che resiste ancora alla tua voglia di libertà. Il peggio, quel mostro delle fiabe che si immagina sempre come un fantasma nero senza confini ben precisi.

Tu sei sensibile, cara me, lo sei perché ti manca davvero poco per privarti del nulla totale.

E allora ti vengo in soccorso e ti dico che non devi più scegliere.

Ama entrambe le tue entità, carezza il corpo e la mente, alimenta ambedue le tue vanità, ricongiungile e fatti grande, enormemente imponente.

In questo modo le tue gambe saranno più lunghe dell' ultima barriera che ti separa da ciò che cerchi e potrai scavalcarla con un balzo.

Ti ritroverai dall'altro lato della barricata e sarai integra, completa.

Ti amerai più di prima, perché coltiverai le due tue sfaccettature all' unisono.

E sarai libera. Dalla barriera di quel che è peggio, da una inutile scelta e da quel tutto che molti cercano, ma che a te serve a ben poco.

Io ti saluto, cara me, e spero che in futuro tu possa ricongiungerti con me, con quella tua parte che in questo momento stai trascurando in favore dell'altra.

Mi auguro che tra un boccone in meno e l'altro tu possa ricordarti di alimentare anche me con qualche libro, mi aspetto che tra un pizzicotto sui fianchi e l'altro tu possa pensare ad allenare anche me con lo studio, attendo che tra un insulto che i tuoi compagni ti dedicano e l'altro tu possa rispondere usando la mia forza, senza diete nocive.

Mi domando quando ti accorgerai che scegliere di piangere sulla tua pancia poco piatta inaridisce me.

Ti risaluto, cara me, e ti aspetto. So che tornerai a scegliermi.

Quando questo avverrà, però, scegli entrambi e lascia dall'altro lato della barriera i tuoi compagni cattivi.

Tu ami noi due con una potenza senza confini e non sarà il mondo ad ostacolare questo tuo amore per noi.

Che tu possa correre lungo orizzonti sbiaditi dall' inesattezza di una libertà senza remore,

per sempre tua,


la Mente.

Cara meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora