⁰¹ ᴀɴ ɪɴɴᴏᴄᴜᴏᴜs ʜᴏᴘᴇ

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o1. ➵ 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐩𝐞𝐫𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐢𝐧𝐧𝐨𝐜𝐮𝐚

La guerra porta morte, distruzione e disperazione, così come per Hogwarts e i suoi studenti. La morte di così tante persone non può non lasciare un segno. Lord Voldemort, il mago più oscuro e spietato di tutti i tempi, aveva solo un obiettivo: riuscire a sottomettere la comunità magica e dimostrarsi superiore.

Non riuscì nel suo intento ma alla fine la grande e prestigiosa scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, come il Ministero della Magia d'altronde, era totalmente distrutta. Non quanto i sopravvissuti.

Quando smetti di respirare e il cuore si ferma, muori. Si pensa che l'anima si stacchi dal corpo e ti porti in un luogo pieno di pace e serenità, o almeno per coloro degni di questa opportunità, più che lecito dopo essersi sforzati di andare avanti ogni secondo della propria vita. Insomma, sopravvivere non significa solo uscire vivi da una guerra; esistono altri tipi di battaglie che interiormente ognuno di noi porta avanti senza neanche accorgersene.

Certi intenti però non sono per niente facili, non si può dimenticare e superare la morte di qualcuno a noi caro. È una ferita profonda che con il tempo si rimargina, sanguinando molto di più quando si riapre.

Per Harry uscire da Grimmauld Place significava questo. La casa in sé era una dimora piena di ricordi che lo tormentavano a non finire ma solo il pensiero di rivedere i suoi amici e la famiglia Weasley, dopo essere letteralmente scappato dai funerali, gli scuoteva le fondamenta. Provava un profondo disgusto verso di se stesso quando pensava che aveva abbandonato il piccolo Teddy, figlio di Remus che senza esitazione gli aveva chiesto di esserne il padrino.

Sdraiato comodamente, ma non rilassato, sul divano di quella che era a tutti gli effetti casa sua, rifletteva solo su questo. Ultimamente non trovava altro su cui rimuginare se non il figlioccio, al sicuro dalla nonna Andromeda, e la consapevolezza di essersi isolato da tutte le persone, le uniche, che gli volevano bene e che lui amava con tutto se stesso.

Che egoista pensò, aveva caricato di un altro fardello i suoi migliori amici, come se non avessero altri problemi da affrontare. 

Da quando si era svegliato, dopo essersi riposato, dopo quel 2 maggio, sapeva di non essere più lo stesso. Ne era passata di acqua sotto i piedi dal momento che Hagrid aveva sfondato la porta di quella baracca, persa in mezzo al mare, quasi sette anni fa.

A quei tempi era giovane e ingenuo, non aveva la minima idea di quello che c'era nel mondo. Sapeva solamente che doveva imparare a cavarsela da solo e che ai Dursley non importava per niente se fosse vivo o morto. Pensava che una volta raggiunta la maggior età gli zii lo avrebbero cacciato di casa lasciandolo alla mercé della crudele società, ma si sbagliava.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 09 ⏰

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