Quella giornata all'Istituto era cominciata un po' come tutte le altre: monotona.
Ero nella biblioteca, sdraiata sul sofà rosso scarlatto e intenta a leggere un libro. La biblioteca era una delle poche stanza in cui i rumori cittadini si annullavano completamente. A volte era rigenerante isolarsi dal mondo per un po', ma da quando i miei genitori erano andati a Idris per firmare gli accordi, avevo passato la maggior parte del mio tempo in biblioteca e quel silenzio aveva cominciato ad essere forzato, come se mi avessero messo dell'ovatta nelle orecchie contro la mia volontà. -Cosa stai facendo?- una voce più che familiare mi riportò alla realtà. In quel momento, visto che i miei genitori erano a Idris ed in particolare ad Alicante, capitale ed unica città, all'Istituto di Roma c'eravamo soltanto io e Sofia. Lei era la mia migliore amica e mia parabatai, che viveva con me e i miei genitori da quando avevamo entrambe otto anni. Di solito quando i miei andavano ad Idris restava all'Istituto anche mio fratello maggiore Michele, ma quella volta era partito per Alicante ad Agosto, per cominciare l'addestramento all'Accademia degli Shadowhunters. Sofia mi parlò sulla soglia della porta, per poi entrare e avvicinarsi. Mi misi seduta sul divano e riuscii a vederla: portava una fascia nera nel tentativo di domare i suoi ricci biondo cenere, che le ricadevano sulle spalle. Indossava degli scarponi neri a una specie di armatura di pelle spessa, che permetteva a chi la indossava di essere agile e allo stesso tempo protetto: era la tenuta di combattimento da Shadowhunter. Io la squadrai. -Perché ti sei vestita... così?- dissi guardandola. I miei ci avevano severamente vietato di andare a caccia di demoni in loro assenza. -Non so tu, ma io mi sto annoiando a morte.- era una domanda retorica, ovviamente mi stavo annoiando a morte! Sospirai. -Ricordi cosa ci ha detto mio padre? Le regole sono fatte per essere seguite...- mi fermai un attimo, notando la sua espressione seccata -... ma non sempre, vado a cambiarmi!- non sarei riuscita a stare chiusa lì dentro per un altro secondo, e poi, i miei genitori non l'avrebbero scoperto mai. Saremmo uscite per una notte, avremmo ammazzato qualche demone e poi saremmo ritornate all'Istituto, sarebbe filato tutto liscio. Mi alzai e mi incamminai verso la porta e, voltandomi prima di salire le scale per camera mia, vidi Sofia che sorrideva raggiante.Impiegai circa dieci minuti a mettermi anche io la tenuta da combattimento. Non persi tempo a farmi i marchi, erano più forti se io e Sofia ce li facevamo a vicenda. Così, presi lo stilo dal comodino solo per metterlo subito in tasca. Presi anche il rilevatore di attività demoniaca e uscii dalla mia stanza. Scendendo le scale, mi raccolsi i capelli in uno chignon.
Trovai Sofia alla porta d'ingresso, con lo stilo già in mano. Uscimmo dall'Istituto con circa una decina di rune sparse per tutto il corpo. Erano rune di protezione, di silenzio e la runa angelica, che avevamo imparato da poco dal libro grigio. Sarebbero tutte sparite nel giro di qualche ora, tutte, eccetto la runa da parabatai, l'unica permanente che avevamo.Dovemmo camminare per qualche isolato prima di arrivare al Notorious. Era una discoteca, ed era anche una pista sicura. Era frequentato abitualmente dai Nascosti e, se sapevi cercare, anche dai demoni. Man mano che ci avvicinammo la musica si fece sempre più forte. Erano più o meno le dieci di sera e il cielo era tempestato di stelle. Ci soffermammo a osservare l'entrata, un gruppo di mondani stava entrando nella discoteca proprio in quel momento. Poi Sofia, con un rapido cenno del capo, mi indicò una figura con abiti maschili e dei capelli verdi raccolti in treccine che si apprestava ad entrare al Notorious: un demone. Attraversammo la strada e ci avvicinammo. Passammo davanti a un gruppo di 3 mondane, completamente ignare della nostra esistenza, grazie a una runa, non potevano vederci. Ci fermammo ad osservare il demone dietro ad un furgone nero. Stava parlando con il buttafuori, non riuscivamo a sentire la conversazione, ma basandosi sull'espressione contrariata del buttafuori era ben chiaro che non fosse incline a lasciarlo entrare. Poi l'uomo assunse un espressione da ebete e si scostò per lasciarlo passare, io presi in fretta il rilevatore e lo avvicinai il più possibile al demone. -L'attività demoniaca è alle stelle!- Sofia stava guardando il rilevatore con incredulità. -Credi sia un demone superiore?- chiesi, in tal caso, avremmo dovuto correre via di lì a gambe levate, non eravamo pronte per affrontare un demone superiore, e poi... eravamo in due. Ma lei scosse la testa. -Se lo fosse il livello sarebbe quasi al massimo, invece è a malapena a metà, non che non sia alto ma...- era corretto, i demoni superiori sprigionavano molta più energia demoniaca. -Hai ragione, dai, andiamo!- e dicendo questo entrammo nel locale, come due fantasmi in mezzo all'inferno.
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Avventure da Shadowhunter
FanfictionImmaginatevi la storia di due ragazze, Nephilim dalla nascita che vivono insieme nell'istituto di Roma. Adesso immaginate che tutto si faccia più complicato, a causa di un libro il cui potere è inimagginabile.