chapter one; first meet

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"Yoongi, questo è il prossimo caso"
l' ispettore mise sulla scrivania del giovane adulto delle scartoffie, che in seguito furono prese da quest'ultimo e lette.

"Ma io non mi occupo di minorenni.. "
Min Yoongi, un ventunenne dai capelli neri, diventato agente da poco più di 4 mesi chiese spiegazioni, nonostante la giovane età aveva la capacità di affrontare qualsiasi situazione in modo razionale senza farsi sopraffare da eventuali emozioni, acquistandosi subito il soprannome "agente glaciale"

"Da oggi si"
lo compatì appoggiandogli una mano sulla spalla "non è la prima volta che abbiamo a che fare con questo ragazzino, si dice sia psicopatico"

"Ha 16 anni e ha commesso già svariati atti di violenza in precedenza" lesse ad alta voce "ed ora ha appiccato un fuoco in una casa"

"E' stato reportato da una vicina avendolo visto dalla finestra"

"Quindi anche violazione di proprietà privata" riflesse Suga.

"Non è questo il caso" abbassò il tono di voce notando l'entrata del protagonista della vicenda "era casa sua"

Yoongi alzò lentamente il capo e seguì lo sguardo dell'ispettore che portava al ragazzino intento a camminare verso la sua scrivania, lo scrutò per bene e non poteva capire come un viso del genere potesse racchiudere così tanta violenza, gli venne da borbottare un "è proprio vero, non giudicare mai il libro dalla copertina"

Il ragazzo, guidato da un altro agente, si sedette senza proferire parola, aveva un'espressione cupa, ma con la testa alta ricambiava lo sguardo che Yoongi gli lanciava.

Sembrava fiero di ciò che aveva fatto

"Park Jimin, sei di nuovo qui" aggiunse l'ispettore in piedi di fronte a lui "allora, cos'è successo questa volta?" continuò non avendo risposte da quest'ultimo.

L'ispettore sbuffò annoiato dalla sua ennesima ribellione "te lo lascio" sussurrò a Yoongi prima di andare.

"Quindi?"

"Se non parli non possiamo aiutarti" si sporse verso la scrivania appoggiandosi leggermente, senza distogliere mai lo sguardo dal ragazzino

"non mi aiutereste lo stesso" dichiarò dopo svariati minuti.

"Giusto, forse hai ragione, volevo dire se non parli non possiamo chiudere il caso velocemente e tornare a casa" si corresse con un'espressione glaciale, ecco spiegato quel soprannome.

Jimin rimase leggermente stupito dalla risposta del nuovo agente e così si decise a dire qualcosa

"Non avevo intenzione di bruciare la camera di quella schifosa" abbassò lo sguardo mentre elaborava quella frase per poi alzarlo "ma l'intera abitazione" sussurò con un sorriso malefico sul volto.

Yoongi spalancò gli occhi, com'era possibile che aveva dei pensieri del genere già a quell'età? e della sua stessa madre sopratutto.

"PARK JIMIIIN" urlò una donna con un eyeliner tanto marcato quanto sbavato e dei tacchi 18 ai piedi "TI AMMAZZOO" la donna si avvicinò velocemente al figlio e gli tirò i capelli verso l'indietro, mentre quest'ultimo se lo faceva semplicemente fare, con un volto inespressivo "HAI BRUCIATO TUTTA LA MIA -"

"Tutta la mia? continua pure" rivolse un sorriso furbesco alla mamma per poi guardare l'agente, intento a studiare la situazione.

La donna aveva il volto pallido, sudava ed era piano inverno, emanava un forte odore sgradevole di sigaretta, sembrava aver difficoltà lessicali e incapacità di formulare frasi di senso compiuto oltre alle pupille abbastanza dilatate, e quei fattori aggiunti alla frase che aveva appena sentito, gli avevano fatto pensare ad eventuali assunzioni di droghe.

"Agente è tutto apposto, torniamo a casa" alzò con la forza il figlio.

"Aspetti, lei dov'era fino ad ora?"

"Io?! ma che domande! a lavoro!" dopo questa risposta Yoongi la guardò dalla testa ai piedi per qualche minuti "Perchè mi guarda in quel modo, cosa vuole insinuare?!"

"Beh" lesse l'orologio al suo polso "sono le 00.40 e.."

"Non si permetta!! io la denuncio"

l'ispettore si decise ad intervenire conoscendo la personalità del suo agente che non aveva peli sulla lingua.

"Mi scusi, è alle prime armi" fece un sorriso forzato "compili solo questa scheda prima di andare"

Yoongi mimò con la bocca un "perchè" mentre la donna firmava e ottenne una risposta solo quando i due uscirono.

"Stavi per commettere un errore madornale"

"Per quale motivo?"

"Quella donna è la sorella del primo ministro" Yoongi a quell'affermazione non riuscì a non ridere.

"E' così gli lasciamo fare tutto ciò che vuole, giusto?" esclamò con un'aria ironica, ma decisamente nervosa.

"Ci potrebbero essere droghe in quella casa, dovremmo agire com'è giusto fare ed ottenere un mandato"

"Cercammo mesi fa di capire meglio la situazione, risultato? 6 licenziamenti" sussurrò quasi a quelle parole "quindi so che lo fai perchè non sopporti l'illegalità, ma cerca di chiudere un occhio e non portarci guai"

Yoongi ascoltava senza proferire parola l'ispettore, ma invece di guardare quest'ultimo il suo sguardo era caduto sul ragazzino che era rientrato in silenzio per prendere il telefono dimenticato sulla scrivania, e come se il fatto non fosse suo, uscì dalla questura con indifferenza.

"Ti ha appena sentito il figlio"

"Secondo te perchè fa guai su guai? è intoccabile anche lui" disse menefreghista.

Yoongi si arrese e si accomodò nuovamente nella sua postazione, infondo cosa importava a lui? non voleva di certo rischiare il suo inizio di carriera per dei disagiati.

Si, era avido,

In un mondo tossico e pieno di corruzioni, scelse di non iniziare nessuna guerra inutile, avrebbe portato solo il suo fallimento. Infondo era solo un agente, un piccolo puntino senza nessun valore.

Non si può combattere se non si hanno le armi per farlo, è da stupidi.

"Mi raccomando, stai lontano da Park Jimin e il suo caso"

Bound together || yoonmin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora