||Una casa. Quello che vedo è solo una casa. Fredda,vuota,abbandonata.
Ci sto camminando attorno da mezz'ora senza una meta precisa.
Con la coda dell'occhio scorgo qualcosa che prima non avevo visto.
Una piscina.
Quello che vedo è una piscina che,a differenza della casa era piena,colorata,viva.
Mi ci avvicino lentamente curiosa di scoprire cosa dava tanta vitalità a quella piscina.
Arrivata al bordo della piscina mi chino e passo la mano sulla superficie dell'acqua. Era mite,quel mite che ti fa venire voglia di tuffarti e starci dentro ore ed ore.
Con la coda dell'occhio vedo qualcosa risalire pian piano dal fondo.
Quando vidi ciò che venne a galla sbiancai di colpo.
Era un cadavere.
La faccia era rivolta verso il basso ma riconobbi subito il corpicino esile di una bambina.
Mia sorella.
La bambina venuta a galla dal fondo della piscina era mia sorella.
Ero pietrificata. Non riuscivo a muovere un solo muscolo.
Sentii voci lontane ridere e scherzare.
"Finalmente quella bambinetta del cazzo non parla più" sentii dire da qualcuno. Dopo quella frase sentii risatine e battutine.
Ad un certo punto sentii qualcuno dire "Fra,mi sa che abbiamo scordato qualcuno..."
Un gruppo di persone si girò nella mia direzione.
Uno di loro stava iniziando ad avvicinarsi a me dicendo cose del tipo "Oh piccola,ora ci divertiamo anche con te"
A quelle parole trasalii e nel mentre questo ragazzo si avvicinava a me sentii come un tremolare.
La sveglia."Lentamente aprii gli occhi e mi ritrovai in un bagno di sudore. La luce del sole entrava dalla mia finestra fioca. Una luce molto leggera perchè opacizzata dalle tende color crema.
"GLAAAAASS MUOVITI,OGGI HAI SCUOLAA!!"
La mia matrigna che urlava a prima mattina era una delle cose più strazianti del mondo.
Con un grandissimo sforzo riuscii ad alzarmi dal letto e andare in cucina per la colazione.
Ad Erim,non solo piaceva urlare a prima mattina,ma le piaceva molto anche cucinare e apprezzerei molto di più la sua cucina se a colazione ci cucinasse cose normali tipo pancakes, uova e bacon, ma no.
Lei era convinta che, siccome la colazione era il pasto più importante della giornata, ci si dovesse abbuffare manco fosse il cenone di Natale.
Preparava di tutto. Pane tostato,burro,spremute di agrumi(anche di limone),salsicce e molto altro e poi si lamentava se qualcosa avanzava.
Dato che era una persona molto ansiosa non le parlavo mai dei miei incubi e spesso a sua insaputa uscivo di notte per riprendermi da quelle immagini orrende che ogni notte mi disturbavano il sonno.
Nonostante il troppo cibo e le urla di prima mattina Erim era l'unica donna di cui riuscii a fidarmi dopo l'abbandono di mia madre e la morte di mia sorella. Lei era l'unica donna in grado di farmi sentire parte di una famiglia.
L'unica persona in grado di farmi sentire amata e protetta.
"Glass ti consiglio caldamente di mangiare se non vuoi sentire una sua altra sfuriata." Disse Jhon entrando in cucina sorridendo ed indicò Erim con un cenno del capo.
Jhon era un uomo molto dolce e molto simpatico ed era il compagno di Erim. Con lui ero molto in sintonia e gli volevo bene come se fosse mio padre. Per lui ero la 'bimba di casa' nonostante avessi 17 anni.
Ad un certo punto in cucina entrò anche Claudio,il figlio di Erim e Jhon.
Era un bambino di 7 anni. Aveva il naso all'insù come la madre e gli occhioni scuri come il padre. I suoi capelli non erano ne castani e rossi, erano di un ramato molto bello che assieme alle lentiggini sul nasino lo rendevano un bambino graziosissimo. Ovviamente le persone quando lo vedevano per la prima volta lo consideravano un bambino molto tranquillo ma in realtà era una vera peste. Non stava un'attimo fermo,disobbediva sempre ai genitori e a volte era capriccioso ma,non so per quale motivo, quando stava assieme a me diventava tutt'altro che vivace.
Gli volevo moltissimo bene e lui ne voleva a me ed eravamo una squadra infallibile,specialmente quando combinava una delle sue marachelle.
"Buongiorno mami, buongiorno papi" li salutò con la voce ancora assonnata e poi venne da me e allungò le mani verso la mia direzione come ogni mattina,così io lo presi in braccio e lo abbracciai.
"Buongiorno Glassy"mi disse e io gli risposi
"Buongiorno piccolo Taz" e gli diedi un bacio sulla guancia. A queste mie parole sorrise,mi abbracciò e sussurrò un piccolo 'ti voglio bene'.
Lo chiamavo Taz perché era il nome del personaggio del suo cartone preferito:Taz il diavolo della Tazmania,un cartone che gli si addiceva molto.
"Piccolo Taz ora mi devo andare a preparare perché ho scuola" e lo misi a sedere sulla sedia accanto alla mia.
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Dopo circa mezz'ora uscii dal bagno pronta per andare a scuola.
Andai in soggiorno e con un 'buona giornata!' generale uscii di casa.
Mi piaceva molto andare a scuola a piedi anche perché era molto vicina a casa mia.
Come tutti i giorni arrivai in orario e trovai Michelle, la mia migliore amica ad aspettarmi al cancello.
"Buongiorno Glass" e mi diede un bacio sulla guancia.
"Buongiorno anche a te e grazie di avermi appiccicato quella cosa appiccicosa che hai sulla bocca sulla guancia" dissi alzando gli occhi al cielo.
"Si da il caso che la cosa appiccicosa o come la chiami tu sia solo semplice lucida labbra,pensavo che almeno questo lo sapessi" disse sghignazzando e facendomi sbuffare.
Dopo la sua risatina causata dalla mia reazione mi disse "Il professor Mhattews ha detto che nel compito non ci sono state insufficiente quindi sei salva anche sta volta grazie a me".
Andò avanti così fino a che non raggiungemmo la nostra classe.
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Call out my name
RomancePremetto. Questa storia è stata scritta totalmente a caso. In questa storia ci sarà sia immaginazione che realtà. Realtà nel senso che alcune parti sono miei "sogni/incubi" di cui,se ci si riflette sopra,hanno una specie di filo logico tra loro. Tra...