Paure

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(Derek)
Mi sveglio dall' incubo e vedo subito Stiles di fronte a me con un' espressione preoccupata. Decido di distogliere lo sguardo andando poi in cucina per un bicchiere d'acqua. "Derek...se vuoi puoi parlarmene" "Di cosa?" "Stavi facendo un incubo...ti ho sentito mentre dicevi che ti dispiaceva per qualcosa e che era colpa tua" Non immaginavo di aver parlato nel sonno. Sono indeciso se raccontargli tutto o far cadere il discorso: scelgo la prima, in fondo dobbiamo passare la maggior parte del tempo insieme, potrebbe essere un' occasione per conoscerci meglio. "Ho sognato Paige...continuo a sognarla ogni notte insieme a tutta la mia famiglia e non posso fare a meno di pensare che adesso sarebbero tutti vivi se non fosse stato per me...sarebbe stato meglio se non fossi mai esistito." "Derek...io credo che, al di là di quel che è successo, loro ti abbiano già perdonato da tempo. In fondo non è stata colpa tua, sei stato vittima di persone che si sono approfittate della tua ingenuità per raggiungere i loro scopi." "Ciò non toglie che, se fossi stato più attento, tutto questo non sarebbe mai accaduto..." sta un attimo in silenzio e poi riprende a parlare "Sai, quando mia madre si è ammalata mi è crollato il mondo addosso. Mi incolpavo continuamente per la sua malattia pensando che se io non fossi nato avrebbe vissuto felicemente con mio padre ancora per tanto tempo. Pregavo ogni sera che lei guarisse e quando è morta mi sono chiuso in me stesso per mesi. Alla fine però ho capito che non sarebbe servito a nulla, che in fondo qualcosa per lei l' ho fatta: l' ho amata, ho passato tutti i giorni della sua malattia in ospedale cercando di farla sorridere in ogni modo e di farle sentire quanto avevo bisogno di lei, quanto la amavo. Credo che lei alla fine abbia voluto farmi un ultimo regalo sorridendomi appena prima di spegnersi per sempre. Tu, Derek, li hai amati e li ami tutt'ora. Vivi anche per loro, sii felice per loro... perché vivono ancora nei tuoi sogni, nei tuoi occhi, nel tuo cuore. Non pensare a quello che non hai più, ma a quello che hai ancora: hai un branco, degli amici, hai me." Ascolto il ragazzino davanti a me sorridendogli alla fine. Le sue parole mi hanno colpito e mi sono reso conto che in fondo ha ragione: non sono solo, non più, adesso c'è lui a fianco a me. Se me lo avessero detto tempo fa avrei riso loro in faccio ritenendo la cosa del tutto impossibile, ma ora alle tre passate del mattino rispondo che sì, lo voglio al mio fianco, voglio condividere con lui tutto, anche le mie paure perché solo lui può aiutarmi ad affrontarle. Decido di spezzare questo momento rispondendogli "Ho te?" si accorge di ciò che ha detto un attimo prima e arrossisce mettendo su un broncio che lo fa sembrare un cucciolotto. "Ahahah anche tu puoi contare su di me se lo vuoi..." 

Sterek (mate of a sour wolf)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora