#prologo

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Avete un segreto di cui siete gelosi? Qual è?

Il mio segreto è un luogo. Si trova dietro la stazione su cui si affaccia quel ristorante sempre pieno di clienti affamati di ramen o sushi, dopo aver percorso una lunga e stretta scalinata.
È un luogo segnato dal tempo, con le finestre sbarrate da travi di legno ed una porta chiusa con un grosso lucchetto.
È un luogo dove la vita si è consumata su pagine bianche. Da piccola non potevo entrarci. L'isteria di una mente ingegnosa rideva e piangeva nelle sue solitarie passeggiate in mondi inventati al crepuscolo di nuovi drammi.

Col fiato corto mi addosso sullo stipite del cancello di ingresso, arrugginito sotto il vento di sale che dall'oceano soffia fin quassù. Stringo,nella mano, la chiave del lucchetto che ho ereditato alla morte di mia madre.
Il cancello si apre con una folata di vento. Questo luogo mi chiama ed io sento di appartenerci. Rinchiusa li dentro c'è un pezzo della mia anima che in qualche modo è legata alla sua e a questo posto. Forse è un ricordo sbiadito, oppure un sogno sfuggente.
Inspiro e respiro, con la mano tremante incastro la chiava nel suo lucchetto. Apro la porta e mi pare di sentire la sua risata e subito dopo il mio soprannome pronunciato dalla sua bocca tremante con le guance rigate dal suo pianto disperato: "Vica, sei tu, scusami". Chiudo gli occhi per scacciare il peso del suo sguardo.
Un brusio movimenta la cupezza dell'edificio abbandonato. Apro gli occhi e ciò che vedo è un cumulo di fogli che cadono come una cascata in piena da uno scaffale. Pagine bianche e pagine macchiate dalla crudezza della penna; immagino il suo polso teso e i denti stretti e la sua lotta tra la realtà e la fantasia. È qui che si nasconde il segreto di mia madre, un genio consumato dalla sua follia.

Quello che non sai di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora