Kailee Cass appoggiò la penna sul tavolo con frustrazione: quel sabato mattina l'ispirazione tardava ad arrivare, ultimante per lei scrivere le sue amate storie era sempre più difficile. Era sempre stata creativa, ma il clima che si era creato in casa sua nelle ultime settimane le toglieva ogni possibilità che aveva di potersi concentrare: suo padre, già spesso assente a causa della sua professione di medico chirurgo, si vedeva ancora di meno, mentre la madre non era mai stata così nervosa.
Dovete sapere che nonostante la sua fosse una famiglia unita, Kailee invidiava chiunque avesse la possibilità di passare tanto tempo con i propri genitori, perché era ciò che aveva desiderato fin da piccola; Daniel Cass era un uomo britannico sulla quarantina che amava il suo lavoro e malgrado fosse spesso esausto, era sempre felice di coprire i turni all'ospedale dei colleghi malati. Affrontava i casi che gli venivano presentati con estrema cura e dedizione, e quando tornava a casa dedicava le sue ultime forze alla famiglia prima di crollare a letto sfinito. Margaret Cass invece era una donna spagnola che aveva trovato lavoro come docente di storia nel liceo locale di Portsmouth, e anche lei come il marito era sempre circondata di lavoro; incontrava la figlia nei corridoi della scuola, ma quest'ultima le aveva chiesto di non rendere troppo evidente il fatto che sua madre fosse un'insegnante. Alla fine della giornata, la ragazza aveva trascorso solo un paio d'ore con i genitori.
A farle compagnia aveva le storie che lei stessa scriveva con passione, e la cugina Daphne. Erano entrambe delle belle ragazze, ma troppo timide per farlo notare; Kailee aveva ereditato i capelli scuri e i tratti ispanici della madre e gli occhi grigi del padre, e proprio come la cugina era abbastanza magra e di media statura. Al contrario di lei, Daphne era una ragazza dai lunghi capelli biondi e occhi scuri. Le due 17enni sembravano essere sempre andate d'accordo e passavano la maggior parte del tempo insieme a sognare sul futuro e a viaggiare con la mente, anche se Kailee rimaneva la più realista delle due: amava scrivere storie di paura, thriller e gialli e talvolta persino romanzi d'amore, ma sempre verosimili; tutte le fantasie di Daphne su fantasmi, vampiri, maghi e lupi mannari non le piacevano affatto.
Dopo due lunghe settimane in cui i genitori le rivolgevano sempre meno attenzioni Kailee iniziò ad insospettirsi; cercò di scoprire cosa avesse cambiato il comportamento del padre e della madre ma le fu impedito dal fatto che ogni volta che lei entrava in una stanza, loro si zittivano all'improvviso. E dopo l'ennesimo discorso ambiguo, sguardo sospetto e uscita fuori orario da parte del padre, Kailee ne volle sapere di più. Quella sera stessa, a cena, si decise a parlarne con i suoi genitori.
-Come vi è andata la giornata?- disse Kailee cercando di evitare il contatto visivo.
-Bene, tesoro. E la tua?- le rispose la madre con tono preoccupato.
La ragazza guardò il padre e lo vide totalmente assorto nei suoi pensieri.
-La mia è andata normalmente.. ma speravo di poter passare più tempo con voi- le rispose Kailee a sua volta. Dopo questa frase, il padre sembrava improvvisamente essere tornato tra loro.
-Lo sai, che con il nostro lavoro siamo impegnati e non è sempre facile..- le disse il padre esitante.
-Dan.. forse è arrivato il momento di dirglielo- intervenne la madre.
-Dirmi cosa?-
***
Ciao.. io non so che dire quindi passa parola: vai Ali! -Giads
Alluora ragazzuoli io non ho scritto molto di questo capitolo perché QUALCUNO non mi ha aspettato quindi niente vado a mangiare -Aliii
Ho capito Ho capito... faccio io, voi non sapete fare le presentazioni. Buongiorno cari lettori, siamo Giada, Giada e Alice e siamo 3 quasi sorelle che hanno deciso di scrivere una storia insieme. Buona lettura! -Giada
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Visitor In The Mirror
Mystery / ThrillerTutto era cominciato quando Kailee aveva deciso di tenere quel maledetto specchio. Aveva cominciato a sentirsi osservata, trovandosi anche ad ascoltare conversazioni di persone che non c'erano. Credeva, anzi sperava di essere impazzita: era più faci...