Capitolo III - Non Ti Preoccupare

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I giorni seguenti trascorsero senza inconvenienti: Daniel lavorava ancora di più per evitare di pensare all'accaduto, Helena continuava a chiedere al marito se stesse bene e Kailee si era rifugiata in camera a scrivere sin dalla sera in cui aveva appreso la spiacevole notizia, quando il blocco dello scrittore era sparito, e così si era buttata a capofitto nella scrittura del suo racconto: succedeva ogni volta, appena le arrivava l'ispirazione non si staccava più dal suo quaderno se non per mangiare e dormire e quando si riposava non era mai per più di 5 ore, perché non vedeva l'ora di continuare a dare sfogo alla sua immaginazione.

 Sperava di poter diventare scrittrice un giorno, ma continuava a ripetersi che no, non ne sarebbe stata capace a causa della sua timidezza: odiava mettersi in mostra e odiava ancora di più che qualcuno leggesse i suoi racconti perché li considerava privati; ciononostante avrebbe voluto scrivere per il resto della sua vita, perché era l'unico mondo in cui le cose andassero come volesse lei, l'unico vero rifugio dalla vita reale. 

Era l'ultimo giorno dei 4 di pausa invernali, e per la terza volta in quella settimana Daphne e lo zio di Kailee vennero a trovarli  e rimasero a cena. Suo padre e il fratello ebbero di nuovo molto di cui parlare e si chiusero in una stanza separati dagli altri, ma quando uscirono dissero solamente -Abbiamo solo un paio di cose da dirvi- Le due cugine si guardarono e raggiunsero il resto della famiglia. Fino a quel momento non avevano avuto molto di cui parlare: Kailee stava leggendo a Daphne la sua storia mentre quest'ultima continuava a dirle che un paio di vampiri non ci sarebbero stati male nel suo racconto, ma in risposta ricevette solo un cuscino in faccia.

Si sedettero tutti, impazienti di ascoltare ciò che i fratelli avevano da dire -Abbiamo deciso una possibile data per il funerale della nonna.. pensavamo al 18 febbraio- Daphne e Kailee si guardarono, affrante per la morte della nonna che tanto avrebbero voluto conoscere; Helena si alzò andando ad abbracciare il marito quasi in lacrime e Josh Cass si prese un momento per osservare la figlia, l'unica donna che la morte  ancora non gli aveva strappato dalle mani. Credo che il vero motivo per cui tutti erano tristi in quei giorni non fosse solo la morte di Bethany, ma più che altro il poco tempo passato insieme a lei.

Non ho molto da raccontarvi dei giorni che precedettero il funerale, quindi mi sembra opportuno parlarvi direttamente di esso: fu una cerimonia breve e intima, avendo passato maggior parte della sua vita lontano da casa, aveva perso i contatti con gran parte delle persone che aveva conosciuto in gioventù e che ora non avevano la minima idea di ciò che le fosse successo in quegli anni. 

La mattina del 18 febbraio, ognuno ebbe una reazione diversa quando si guardò attorno e si rese conto della data. Non sarebbe corretto fare riferimento al momento in cui si svegliarono, perché non tutti quella notte erano stati così fortunati da riuscire a prendere sonno.

Helena si svegliò con il letto vuoto accanto a lei, e anche se era ancora assonnata, un'istinto di preoccupazione si fece subito strada dentro di lei; la donna però si rese conto che in realtà erano le sei del mattino e arrivò in fretta alla conclusione che forse Daniel era solamente andato in bagno, ma il suo giudizio fu troppo affrettato, poiché tastando le coperte si rese conto che la parte del letto appartenente a lui era completamente fredda: ciò significava che doveva essersi alzato tempo prima,  e questo la portò a scendere dal letto per cercare il marito. Si infilò la lunga vestaglia avvolgendosi dentro ad essa e nonostante questo, un brivido di freddo le percorse la spina dorsale; aprì la porta lentamente, probabilmente preoccupata di poter svegliare la figlia e passo dopo passo arrivò in cima alle scale. Una luce soffusa arrivava dal piano inferiore e quando la moglie vi ci arrivò, trovò il marito intento a bere ciò che sembrava una tazza di tè, mentre pensieroso osservava il cielo illuminarsi dalle prime luci del mattino, mentre il sole si faceva strada nella giornata. Non sembrava averla sentita scendere e questo le fu confermato quando lei entrò in cucina e lui si spaventò facendo quasi cadere la tazza.

-Faccio così paura di prima mattina?- affermò Helena, ridendo. 

-Non dovresti spuntare così silenziosamente alle spalle delle persone alle cinque del mattino-

-E' vero, ma dato che sono le sei credo di poterlo fare- disse la donna divertita, ma dopo aver visto l'espressione incredula del marito. -Da quanto sei qui?-

-Se davvero sono le sei come dici, allora da più o meno tre ore- Dan cercò di infondere alla moglie uno sguardo tranquillo e rilassato, per evitare che si preoccupasse ma dubitò di esserci riuscito.

-Cavolo, quel tè si sarà raffreddato- fece una breve pausa. -Non riesci a dormire?- questa volta la moglie aveva assunto un'espressione piuttosto preoccupata, e a quel punto il marito le si avvicinò, appoggiò la tazzina ormai vuota sul tavolo, le prese le spalle e dopo averla guardata dolcemente negli occhi, le stampò un bacio sulla fronte.

-Non ti preoccupare 'Lena, torna a dormire, ne hai bisogno-

-Cercherò di non offendermi- disse lei, guardandolo storto -ne abbiamo bisogno entrambi e a quanto vedo, tu più di me. Sarà una giornata difficile e..-

-'Lena, davvero. Non ti preoccupare-

Di sopra, nella sua stanza, Kailee ascoltava le parole dei genitori chiedendosi come mai la morte di una persona che a stento faceva parte delle loro vite potesse condizionarli così tanto. Come nei giorni precedenti era rimasta sveglia fino a tardi a scrivere, ma nel momento in cui aveva deciso di andare a dormire per non avere l'aspetto di un defunto il giorno dopo (la ragazza si era detta che sarebbe stato ben poco conveniente in un cimitero) non riuscì ad addormentarsi, e non si seppe spiegare il motivo. Si alzò per andare in bagno attenta a muoversi lentamente e silenziosamente per non farsi scoprire dai genitori, ma fallì in questo quando urtò la sedia della scrivania, provocando un rumore sordo. I due genitori si guardarono.

-Questa sua leggerezza.. l'ha presa da te- disse immediatamente Daniel, che ricevette un pugno sulla spalla da parte della moglie.

Kailee uscì dalla sua stanza e vide subito i suoi genitori che la osservavano dal piano inferiore, la madre a braccia conserte e il padre semplicemente si chiedeva se la figlia fosse preoccupata per il funerale.

-Dovevo solo andare in bagno, non-

-Ti conosco abbastanza da sapere che non hai chiuso occhio- si sentì dire la figlia

-Ma va bene così, perché per qualche ragione ci siamo ritrovati tutti qui- intervenne il padre

La giovane raggiunse i genitori in cucina, si sedettero a tavola e la madre decise di preparare una cioccolata calda, perché la consapevolezza che nessuno sarebbe più riuscito a prendere sonno era ormai comune. Rimasero semplicemente a parlare, ma ciò che si dissero quella mattina, non ve lo posso dire, perché rimase fra loro.

La situazione a casa dello zio Josh e della cugina Daphne non era poi così tanto diversa. Il primo si svegliò di soprassalto alle sei e trenta del mattino, e non appena vide la data sulla sveglia si rigirò nel letto, osservando la parte dove una volta dormiva la moglie, assorto nei suoi pensieri e sicuro di dover affrontare un'altra giornata dura. La seconda invece aveva continuato a dormire finché il padre non bussò per la terza volta alla sua porta imponendole di alzarsi, e appena si rese conto, un senso di sconforto la invase. Probabilmente è la morte in sé che sconvolge le persone, la consapevolezza che i nostri  cari non torneranno più, il non sapere dove si trovano e se abbiano trovato la pace pensò la ragazza tra sé e sé.

***

Capitolo un po' più lungo questa volta (e anche un po' in ritardo) passo la parola a voi ragazze!    -Giada

Beh non so sono curiosa anche io  -Aliii

Mi sento in colpa ad essere così inutile - Giada


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⏰ Ultimo aggiornamento: May 26, 2020 ⏰

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