Questa storia è frutto di fantasia in cui sono inserite scene di violenza che oltre a non approvare sono sconsigliata ad un pubblico con etá minore dei 13 anni
La ragazza istintivamente si spinse contro il muro cercando di proteggere il suo corpo giá segnato da tagli profondi e lividi di diversa grandezza.
Luke la osservava con un ghigno sul volto mentre si abbassava sulle ginocchia per arrivare alla sua altezza e guardarla negli occhi.
Le catene alle caviglie e ai polsi bruciavano come il fuoco sulla pelle di Shay che cercava di preservare quel poco di dignitá che le rimaneva.
E dire che i primi giorni ci era anche riuscita a tenere testa ad Hemmings. Lo guardava con odio e più volte aveva provato a ribellarsi con scarsi risultati, era davvero convinta di poter avere la meglio, convinzione che si indeboliva ogni giorno di più. E adesso che di giorni ne sono passati 210 il disprezzo aveva lasciato posto al terrore. E la voglia di scappare non era più cosi allettante.
- Shay cosi ti fai male ai polsi - la richiamò severo Luke vedendo il sangue scendere dalle braccia delle ragazza.
Ma lei proprio non ce la faceva a stare ferma davanti a quel pazzo e, spaventata, arretrò ancora di più facendo leva sulle caviglie. Il sangue scese più velocemente sporcando il pavimento lurido e creando una macchia scura in contrasto con la pelle bianca di Shay che cercava di non guardare il liquido rossastro per paura di svenire.
- Ti ho detto di smetterla cazzo - ringhiò Luke prendendole le guance e stringendole forte tra le dita affusolate.
Dita da pianista aveva pensato Shay la prima volta che vide il ragazzo biondo.
Dita che l'avevano picchiata, l'avevano accarezzata. Dita sporche del suo sangue e della vita che poco a poco le stava portando via.
- Hai le labbra screpolate - disse poi improvvisamente calmo passando la mano sulle labbra secche di Shay.
Raccolse allora un poco del sangue sul pavimento con i polpastrelli andandolo poi a strofinare sulla bocca della ragazza con una delicatezza angosciante.
Shay stava immobile mentre un conato di vomito saliva lungo la gola. Le lacrime le offuscavano la vista e l'unico colore che riusciva ancora a distinguere nel buio della stanza era l'azzurro degli occhi di Luke.
Ma quel celeste lo avrebbe riconosciuto anche in mezzo ad altri mille celesti. Le ricordava il cielo primaverile che si divertiva a riempire di figure immaginarie insieme a suo fratello maggiore. E le stesse sfumature chiare aveva il mare, quello calmo di una giornata di luglio.
Ma a Shay l'azzurro non era mai piaciuto particolarmente. Iniziò ad amarlo solo dopo averlo visto negli occhi di colui che la distruggeva e la teneva in piedi allo stesso tempo.
Hemmings rise alla vista della ragazza e del suo malessere. Sapeva bene della sua avversitá contro il sangue ma continuava a passarlo sulle sue labbra.
Non aveva mai avuto pentimenti su quello che faceva perchè sapeva che era l'unico modo che aveva per tenerla con lui. La paura.
Lo sapeva da quando quel freddo giorno di gennaio la vide baciarsi con il suo migliore amico.
E fu lì, su una panchina dimenticata da Dio, che decise quello che in realtá non spettava a lui. Decise che la vita di Shay si sarebbe ridotta a poche parole.
O sua o morta
E quelle stesse lettere apparirono segnate col sangue sulla pancia della ragazza. Luke le aveva dato la sua possibilitá ma la paura che lei scegliesse la prima si insinuò nella mente di entrambi i ragazzi.
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EHY ♡
QUESTO È IL MIO PRIMO CAPITOLO CHE SPERO VI SIA PIACIUTO. ♡
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Philia
FanfictionSe ami davvero qualcuno non lasciarlo libero, chiudilo in un posto isolato e buio fino a quando grazie alla Sindrome di Stoccolma non avrá imparato ad amarti