Capitolo 4: Quella Luce

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Narratore's POV

"Ragazzi...ho una brutta notizia" dice la prof. La classe cade nel silenzio totale e aspetta con ansia il seguito di quella frase.

"Riguarda Mike Rogers" appena la prof dice la frase, Koichi diventa molto di più interessato alla faccenda. L'ansia lo sta divorando.

"Lui...beh...l'abbiamo trovato morto nel bagno, accoltellato alla schiena"

Il vuoto.

Ecco cosa c'era nella mente di Koichi. Mike. Morto. Queste due parole girovagavano nella sua testa, senza lasciargli un momento per elaborare cosa aveva veramente detto la professoressa. Mike. Morto. Koichi non riusciva a pensare, come se una nube stesse oscurando i suoi pensieri. Una nube tossica, velenosa.
Koichi realizza quello che le aveva detto veramente la professoressa. Le aveva detto che l'unica luce esistente nella sua vita di merda, era scomparsa. Quella luce...si era spenta. Lo conosceva a malapena, ma é quello che lo rende magico. Lo conosceva a malapena ed era già diventato la sua luce.
Non é più sicuro cosa deve sentire. Rabbia? Dolore? Tristezza? Non é nemmeno sicuro che deve sentire qualcosa.

Insieme a quella luce, si spense un'altra cosa; dentro di sé.

Mentre Koichi era impegnato tra i suoi pensieri, tutta la classe cominciava a bisbigliare, alcuni ad urlare, a farsi domande, ma erano tutti devastati dalla notizia. Ma mai quanto Koichi.

"Ragazzi, sono scioccata quanto voi dalla notizia, ma dobbiamo mantenere un comportamento adeguato. Abbiamo chiamato la polizia, che ispezionerà il posto. Probabilmente vorranno farvi qualche domanda, quindi siate pronti a rispondere" dice la prof, cercando di calmare gli alunni.

"Ora dobbiamo uscire dall'istituto. La polizia deve ispezionare l'intera scuola, e per questo per oggi andrete a casa in anticipo. Mentre aspettiamo che i vostri genitori vengano a prendervi, staremo nel cortile della scuola, in fila indiana per ogni classe. Dovete stare in silenzio. Ora seguitemi" appena la prof Miura finisce di spiegare, tutta la classe si alza e in fila indiana, segue la donna.

Koichi é l'ultimo nella fila, visto che fu l'ultimo a realizzare cosa aveva detto la donna, troppo occupato tra i suoi pensieri. La sua espressione era inespressiva. Gli occhi spenti. Neutro.

I prof, come quando c'è una prova antincendio, fanno l'appello, assicurandosi che ogni alunno sia qui e che nessun'altro sia rimasto dentro la scuola, o peggio, morto, dentro la scuola.

Anche se dovevamo stare in silenzio, ovviamente, non stavano in silenzio. Tutti stavano bisbigliando sul fatto che questo omicidio sia simile a quello di due anni fa. I prof lo sapevano. La polizia lo sapeva. Koichi lo sapeva. E non vedeva il perché dovevamo parlarne. Tutti sapevano che erano simili, che fosse stata la stessa persona.

"Koichi Sasaki?" la prof chiama il suo nome, e Koichi, senza tonalità nella voce, risponde con un semplice 'presente'.

Koichi comincia a ripensare alla sua vita. Perché dovesse succedere tutto il male a lui. Comincia a pensare da quando la polizia lo assegnò ad un'altra casa dopo aver scoperto cosa succedeva in quel orfanotrofio. La polizia assegnò Koichi ad una casa, ma attenzione, non l'hanno adottato. Koichi é stato assegnato a quella casa, in attesa che qualcuno voglia tenerlo in custodia, o che diventi maggiorenne, così potrà trovare la sua via da solo. Anche se dovevamo passare 6 anni da quel momento.

Ovviamente, Koichi con la sua sfortuna, non poteva avere un momento di gioia. La famiglia a qui fu assegnato, era normale. Gentile. I genitori che ognuno di noi vorrebbe. Non potevamo avere figli propri, e nemmeno avevano i soldi per adottarne uno. Quindi decisero di essere una di quelle famiglie a qui la polizia affidava i figli in attesa che qualcuno li volesse. Anche se sapevano che se ne sarebbe andato, loro gli avevano dato tutto l'amore di qui aveva bisogno. Ma a Koichi non importava.

Più che altro, non voleva affezionarsi. Conoscendosi, Koichi sapeva benissimo che gli sarebbe successo qualcosa di brutto. Perché secondo lui, la sfortuna lo inseguiva.
Ed aveva ragione.

Un paio di mesi dopo il suo arrivo a quella casa, ci fu una perdita di gas. Era di notte. Tutto dormivano, tranne Koichi, che con la sua insonnia, non era facile. Lui, che l'aveva notata giusto in tempo, cercò di avvisare i due genitori. Non li chiamava così. Ma per lui lo erano un po' diventati.
Prima che li potesse avvisare, la casa prese fuoco. La prima stanza a prendere fuoco era proprio quella dei ormai-genitori. Koichi, rassegnato, corse fuori dalla casa, prendendo velocemente il suo zaino e dei soldi. Uscì di lì, prima che la casa prese del tutto fuoco, ed esplose.

La polizia, e tutti della città, pensano ancora che Koichi sia morto.

"Hey" alla destra di Koichi, appare Miya, che fluttua nell'aria, essendo un fantasma. Koichi si gira e la guarda.

"Come fai ad essere fuori dalla biblioteca?" chiede Koichi, cercando di essere il più gentile possibile.

"Beh, posso stare a 100 metri dalla biblioteca, e qui siamo a 78 metri" spiega la verde. Koichi annuisce, tornando ai suoi pensieri.

"Hey ma che succede?" chiede lei, insistendo a continuare quella conversazione. Il ragazzo prende un lungo respiro.

"Mike...é morto" appena pronuncia quelle parole, Miya sgrana gli occhi.
Koichi non sa cosa fosse, ma appena disse quelle parole, sembro molto più vero. Una specie di rabbia comincia a crescere in lui.

"Come morto?" chiede lei, stupefatta.

"Accoltellato alla schiena nel bagno" dice Koichi. Miya realizza che é simile alla sua morte.

"Hey, così possiamo scoprire chi é stato ad uccidere me, scoprendo chi ha ucciso Mike" dice Miya.

"Perché sei così felice? É morto" dice Koichi.

"Anch'io sono morta eh. E poi devi essere più positivo in momenti come questi, sennò vai in depressione. La vita va avanti, non aspetta mica te" dice Miya.

"Ti ho detto di no" Koichi ora si stava arrabbiando.

"Se continui con quel atteggiamento, non troveremo mai chi ha ucciso il tuo futuro marito" dice Miya, mettendo le mani sui fianchi, mentre era seduta sull'aria. Le persone cominciavano ad andarsene, insieme ai genitori, o da sole. I prof erano quasi tutti rientrati e quelli non, erano troppo lontani per sentirli.

"Non voglio scoprire chi l'ha ucciso" dice Koichi.

"Come no?!" dice Miya.

"Tanto non cambierebbe niente" dice l'albino.

"Invece sì! Potremmo mettere quel delinquente in galera, fallo pagare per i suoi peccati! Koichi, ha ucciso il tuo amico, non vuoi farlo pag-" prima che la ragazza potesse finire la frase, qualcosa dentro di Koichi, scoppiò.

"MA LA VUOI SMETTERE? NON HAI ANCORA CAPITO?! MIKE É MORTO PER COLPA MIA. IO PORTO SFORTUNA NELLA VITA DELLE PERSONE, LO VUOI CAPIRE?! Non voglio scoprire chi ha ucciso chi, non me ne potrebbe fregare niente di chi ha ucciso, ok!? NON ME NE FREGA NIENTE DI TE" Koichi lasciò andare tutta l'energia negativa dentro di sé. Stava ancora riprendendo fiato da quanto aveva urlato.

In quale modo miracolosa, non l'aveva sentito nessuno tranne Miya.

La ragazza è stupefatta. Non riusciva a dire niente. Così tante cose voleva dire, ma niente usciva dalla sua bocca. Abbassa lo sguardo verso terra.

"Io...sono due anni che non parlavo con nessuno. Che nessuno mi vedeva. Che nessuno sapeva della mia presenza. Della mia esistenza. Mi ero abituata ad essere invisibile. Quando ti ho visto la prima volta, avevi un'aura strana. Sai, é un'altro potere dei fantasmi. Vedere i sentimenti delle persone. Lo avresti saputo se mi ascoltassi qualche volta. Avevi un'aura triste, depressa, malcontenta. Quando ti sei girato la volta che ho parlato, la cosa mi aveva stupefatta. Non vi credevo. Dopo anni, avevo del contato umano. Avevo...un amico. L'unica cosa che volevo...e che voglio...é un amico. Mi dispiace" dopo tutto ciò, Miya, se ne va, passando attraverso il muro della scuola, tornando nella sua biblioteca.

Angolo Autrice:

Ciauuu popolo di occhi
Leggermente creepy lo so

Comunque, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, ed ora vi saluto

Bad LuckDove le storie prendono vita. Scoprilo ora