primo giorno

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EMMA'S POV

17 settembre 2018, 07.45

Per arrivare in perfetto orario sono uscita di casa alle 06.50 ed ora mi ritrovo per Campo de' Fiori alla disperata ricerca del mio liceo. Dopo aver impostato Google Maps a tutto volume ed aver ignorato gente che mi tirava occhiatacce, finalmente sono al Vittoria Colonna: la mia nuova scuola. Sono tutti davanti al cancello in attesa di entrare, ognuno ha il suo gruppo di amici, perfino i primini sono tutti in un gran cerchio a parlare.

Controllo il cellulare, sono le 8 in punto, vedo ragazzi arrivare in motorino, altri in macchinetta, onestamente non so quale delle due sia peggio. Ce n'è uno solo che attira la mia attenzione, parcheggia una Harley Davidson. Ne scende fiero salutando i suoi amici, che a guardarli attentamente sono gli stessi del famosissimo Mattia: quando si leva il casco, infatti, si rivela essere proprio lui e in quel momento prego che non guardi dalla mia parte.

[...]

Sono le 10. Ho scoperto di essere in terzo CL. Quelli della mia classe sembrano tutti simpatici con la loro calata da tipici romani, danno l'idea di una classe molto legata. Fortunatamente sono sfuggita allo sguardo Mattia e ne sono quasi grata al Signore.

Mi dirigo verso le macchinette per prendere un caffè, ne ho davvero bisogno per far sì che la mia giornata si concluda senza alcun intoppo. Intravedo in attesa del suo thè caldo la bruna dello scienze umane che sembra avere una mezza cosa con Riccardo, il tipo della mia classe con i capelli colorati seduto in prima fila. Alza lo sguardo e mi sorride, io faccio lo stesso. La vedo poi tendermi la mano destra mentre con l'altra tiene il thè che quasi straripa dal bicchierino in plastica, gliela stringo e prima che possa dire qualsiasi cosa, lei mi precede.

"Tu sei Emma, giusto? Io sono Camilla" conosco già il suo nome, ma meravigliata che lei conosca il mio annuisco alla sua domanda "Sei in classe con Riki e ti avevo notata al primo cambio dell'ora, mi ispiravi simpatia" continuo a sorriderle, cos'altro potrei fare? Nulla, anche se sembro una totale idiota. "Non sei di qui, vero?" "Ehm, no. Sono di Bergamo" "Che bella! Mio padre è di Bergamo" "Vedi che coincidenza!" le parlo con quanta più disinvoltura possibile.

Dopo una lunga conversazione, ahimè, la campanella che determina la fine della ricreazione rimbomba nell'intera scuola e tutti torniamo nelle nostri classi. Camilla mi ha lasciato il suo numero, mi ha detto di scriverle se mai avessi voglia di girare Roma in compagnia, probabilmente lo farò, la contatterò. Perchè non dovrei?

[...]

Sono finalmente le 13. L'ultima ora di lezione con il madrelingua di francese non è stata proprio il massimo, ma dopo tanta noia finalmente posso tornare a casa e riposarmi un po' prima di mettermi sotto con lo studio. Infilo i libri a casaccio nel mio zaino e lo richiudo, salutando il professore per poi uscire dalla classe. Percorro i corridoi fino all'uscita a testa bassa, voltandomi solo per salutare Camilla che esce alle 14.

Finalmente sono riuscita a capire come arrivare a casa in tempi da record, raggiungo perciò la metro dalla quale scenderò alla fermata della stazione Termini e da lì il 223 nel verso opposto. Sulla metro con me vedo salire alcuni compagni di classe che mi sorridono calorosamente. Nella parte opposta al mio vagone c'è Aurora Mancini, la mora per cui tutto il Colonna va pazzo: mi è servito un solo giorno in quella prigione, che chiamano scuola, per capire che qualsiasi maschio bianco etero va dietro a lei. Ha un ragazzo seduto accanto, quando si gira mi viene il batticuore: è Mattia. Non credevo fosse fidanzato, c'è sempre l'opzione che siano solo amici, opzione che svanisce nel momento in cui lei scende dalla metro lasciando un bacio sulle labbra di lui.                                              

[...]

E' un'ora che sono tornata a casa, ora sono ai fornelli a cuocermi un po' di pasta. I miei sono entrambi a lavoro e dovrò pur arrangiarmi in qualche modo, almeno per sopravvivere.

Controllo il cellulare, ho ricevuto richieste di amicizia su Instagram e Facebook da tutti i miei compagni eccetto Aurora. Non ci siamo rivolte la parola, ha solo esordito dicendo che avevo un gran bello stile, l'ho ringraziata e lì si è chiusa la nostra così ardua conversazione. Mentre condisco la mia pasta con un po' di olio, decido di cercarla sui social, nelle foto è quasi più bella che dal vivo. Ed ecco partirmi un mi piace al post del 2016...

"Allora Emma dillo che sei scema" mi metto una mano in faccia per la figura di merda appena fatta, mentre continuo ad insultarmi da sola con un tono della voce molto elevato.

  Finisco di mangiare e metto tutto in lavastoviglie per non prendere tempo a strofinare da sola i piatti. Salgo in camera mettendo a tutto volume "Apnea" di Rkomi, la musica mi concentra moltissimo, qualsiasi cosa io stia facendo. Prendo quindi il libro di inglese ed inizio a tradurre il testo di pagina 23, prima di concentrarmi del tutto sullo studio, mando ad Aurora la richiesta d'amicizia. Tanto per mettermi l'anima in pace da questa stupida tormenta che si è creata in me, è proprio vero che la scuola ti distrugge, a partire dai compagni.

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