【7】Troppo

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Izuku era tentato di fare dietro front e scappare via, ma nel salotto sicuramente c'era ancora Todoroki e al momento non voleva rivederlo. Sì, si sentiva tremendamente in colpa per avergli gridato addosso solo perché si era preoccupato per lui.

Rimase fermo in mezzo al corridoio  indeciso sul da farsi e alla fine decise semplicemente di aspettare che l'altro girasse l'angolo per poi correre subito in camera e non uscirne più.
L'unica cosa a cui non aveva pensato è che lì forse era un po' troppo visibile, infatti, anche se non lo sapeva, Katsuki si era accorto da un pezzo di lui.

«Si può sapere che cazzo hai da guardare!?» disse con voce molto alta nonostante fosse in piena notte.

«Ah! Scusami» disse Izuku prendendosi un colpo con il cuore che gli batteva all'impazzata e non sapeva se era per lo spavento appena preso o a causa della presenza di Katsuki, forse era per tutte e due le cose.

Nonostante ciò rimase immobile nella stessa posizione e quindi  Katsuki gli riparlò di nuovo sta volta con un tono più basso e calmo, sorprendendo così Izuku. Era raro che usasse quel tono prima dell'incidente e questa cosa mandò il suo cervello in tilt, troppi ricordi in una volta.

«Mi hai sentito?» disse alzando leggermente la voce, ma era un tono comunque troppo basso per gli standard di Katsuki Bakugou.

«Eh?» fu l'unica cosa che riuscì a far uscire dalla sua bocca, tutta quella "gentilezza" lo stava confondendo.

«Visto che ti piace stare così tanto in piedi vai a prendermi una bottiglietta d'acqua dal frigo!»

Voce alta e arrogante, eccolo tornato il solito Katsuki. Izuku arrivò a pensare perfino che quel tono di voce calmo se l'era immaginato.

«O-ok»

Esitò per qualche secondo sul posto, poi si diresse in cucina, per fortuna senza incontrare Todoroki.
Izuku era confuso dal comportamento di Katsuki, ma preferì  non fare domande e chiudere la questione il più presto possibile.
Ogni volta stare vicino a lui era una tortura: troppe emozioni, troppi pensieri, troppa agitazione, troppo tutto; Katsuki era troppo.
Si era ripromesso di lasciarlo perdere,  l'unica cosa che ricordava nel periodo prima di mettersi insieme era la tristezza, il dolore. Non riuscivano a capire i sentimenti l'uno dell'altro e si facevano del male da soli. Aveva paura di rivivere quel periodo così duro, pensava che tanto sarebbe riuscito a dimenticare tutto nel giro di un mese, invece adesso si ritrovava a pensare che non sarebbe stato male lottare per ritornare a essere felice. L'unico problema è che - a differenza di Katsuki che aveva fatto la prima mossa- lui era senza palle.

Quando tornò in corridoio gli faceva male la testa a furia di rimuginare sul passato.
Katsuki non c'era più, probabilmente stanco di aspettare era tornato in camera sua, così salì le scale, poggiò la bottiglia a terra di fronte alla camera di Katsuki e dopo aver dato dei piccoli colpetti alla porta corse via, come quei ragazzini che suonano il  citofono degli sconosciuti e poi scappano via ridendo, peccato che lui non stava ridendo affatto.

Una volta tornato tra le mura sicure della sua camera si accorse di aver trattenuto il fiato per tutto il tempo della corsa e tirò un sospiro di sollievo.

L'intenzione di restare sveglio era andata a farsi benedire, Izuku sapeva che se fosse rimasto sveglio avrebbe pensato tutta la notte a Katsuki.

Aprì il cassetto del comodino alla ricerca della boccetta delle gocce magiche, ma ben presto l'azione si rivelò vana. Non c'era traccia della boccetta, si era volatilizzata nel nulla.

Forse si era dimenticato di rimetterla a posto, ma anche cercando per la stanza non trovò nulla. Niente di niente. Gli capitava sempre di perdere le cose e adesso stava ripagando le spese causate dalla sua testa bacata.
Katsuki lo rimproverava sempre quando succedeva.

Izuku ormai arresosi, lasciò perdere la ricerca e si mise sotto le coperte, sarebbe stata una luuunga notte.

•••

Il giorno dopo era sabato, Izuku ne avrebbe approfittato per andare a trovare sua madre, che vedeva poco a causa dei dormitori.

Ottenne il permesso di poter uscire e verso il pomeriggio arrivò a casa sua.

«Mamma, sono a casa»

Nessuno rispose, la casa era immersa nel silenzio. Non aveva detto niente del suo arrivo per fare una sorpresa alla donna, ma a quanto pare era già andata a lavoro, strano dato che avrebbe dovuto iniziare un'ora dopo. Probabilmente aveva cambiato i turni o era andata a fare qualche commissione.

Dopo essersi tolto le scarpe rosse all'ingresso, Izuku salì le scale per andare in camera sua, ma si bloccò quando passò davanti alla camera di sua madre.

Forse...

Sentendosi un po' come un ladro sgattaiolò nella camera da letto. Le volte in cui ci era entrato probabilmente si potevano contare sulle dita di una mano, ma ogni volta che entrava era sempre la stessa, pareti color beige, lenzuola nove volte su dieci bianche e i mobili uguali da quando si erano trasferiti in quell'appartamento.

Aprì il cassetto del comodino dove sua madre teneva medicine di ogni genere: pillole per il mal di testa, mal di pancia, pomate per qualsiasi lesione e flaconi contenenti liquidi di ogni tipo, quello che stava cercando Izuku.

Ricordava che per un breve periodo di tempo sua madre aveva avuto dei  problemi d'insonnia, per questo quando aveva cominciato ad avere gli stessi problemi gli aveva dato quelle gocce, che non avevano bisogno di prescrizione, e lui come un idiota le aveva perse!

Izuku prese due flaconi che avrebbero potuto fare al caso suo, ora il problema era quale dei due scegliere. Forse avrebbe dovuto chiedere consiglio a sua madre, ma non voleva farla preoccupare troppo, cosa che fino a quel momento ci era riuscito molto bene. Bastava leggere il foglietto delle istruzioni e capire quello più adatto, no?

Mentre era immerso nella lettura, Izuku sentì la porta d'ingresso aprirsi e poi subito dopo sua madre chiamarlo. Non aveva neanche finito di leggere mezzo foglietto, ma se doveva decidere quale boccetta prendere doveva farlo ora o mai più. Così prese l'unica di cui aveva letto le istruzioni e dopo averla nascosta velocemente in camera sua, scese di sotto per andare a salutare sua madre.

Era finto amore? - BakudekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora