II

262 17 5
                                    

"Cazzo Dean, ma che ti sta succedendo?"

Sam era furioso.

"Diamine, io te l'avevo detto. Te l'avevo detto che stavi tirando troppo la corda, e che un giorno di questi di sarebbe spezzata. Devo ricordartelo, mh? Devo ricordarti in che stato pietoso eri due anni fa quando Lucifero uccise Cas proprio davanti ai nostri occhi? Io ti sentivo piangere tutte le notti. Nel sonno chiamavi il suo nome."

Aveva lo sguardo infuocato di chi davvero si stava tenendo tutto dentro, fino ad esplodere. Caratteristica tipica di entrambi i fratelli Winchester. Si chiese se Castiel avesse preso questa ennesima brutta abitudine da quei due omaccioni che vivevano di pochi spiccioli cercando di accontentarsi della salvezza del genere umano. Ma a volte non bastava.
Non bastava sapere che un bambino poteva giocare tranquillo in un parco senza il timore di venir rapito da qualche mostro. Non bastava vedere le famiglie felici cenare insieme a tavola, prive di ogni preoccupazione.
Non bastava.
Perché la frustrazione per una vita che non avevano mai voluto era sempre lì, sul fondo della gola, sottoforma di un magone difficile da mandar giù.

Queste macchinazioni non permisero a Dean di accorgersi che Sam gli si era avvicinato, il suo sguardo era più calmo si, ma non aveva abbandonato la fermezza che caratterizzò poi anche le parole che gli uscirono dalla bocca

"Perché Dean? Perché ti ostini a non voler ammettere ciò che ormai tutti abbiamo capito da tempo?! E finché non sarai onesto con te stesso, continuerai a fare sempre lo stesso errore con Castiel: pretendere che a lui basti ciò che gli dai. Ti do una notizia: non gli basta. Se le certezze sui tuoi sentimenti fossero state cibo, lui a quest'ora sarebbe morto di fame per tutti gli ossi che gli lanciavi"

Non sapeva che dire. Non poteva replicare, perché in fondo avevano ragione: era stato un coglione. Una testa di cazzo su tutta la linea. E ora rischiava di perdere per sempre l'unica cosa buona che gli fosse mai successa da quindici anni a questa parte, quando tutta la storia della caccia con Sam e la ricerca di loro padre ebbe inizio.

"Vai Dean. Vai e fermalo. Parlaci. Costringilo ad ascoltarti se necessario, ma ti prego, non vivere con quello che sarebbe l'ennesimo rimpianto della tua vita."

Ma lui aveva già deciso.
Prese la sua giacca e il cellulare, per poi salire le scale e aprire il portone di metallo. Prima di uscire, si voltò e rivolse un mezzo sorriso a suo fratello.
"Grazie Sammy" disse, prima di chiudersi la porta alle spalle.

Pioveva. Non forte, ma abbastanza da non vedere chiaramente ad un metro dal proprio naso.
Dean iniziò a correre.
Corse a perdifiato.
Scorse tra la pioggia una sagoma cupa, curva e sbiadita dalla pioggia.
Era lui. Era Cas.
Gli corse dietro, per poi afferrargli un braccio e farlo girare verso di sé, in modo da averlo di fronte.
L'inconfondibile trench era ormai zuppo, i capelli appiattiti dalla pioggia e appiccicati alla fronte. Gli occhi di un azzurro spento, quasi grigio come il cielo sopra di loro.
Durante la corsa aveva provato ad immaginare cosa avrebbe dovuto dire. Come avrebbe dovuto esprimere a parole tutto l'amore che provava verso quell'angelo dannato che si era rovinato l'esistenza per seguirlo fino in capo al mondo.
Lo amava. Dio se lo amava.
E no, non era uno di quegli amori effimeri e puramente estetici.
Sapeva che quello fosse solo un involucro, anche se maledettamente sexy.
No. Dean aveva perso la testa per Castiel, quel bagliore chiaro ed accecante che risiedeva dentro quel vestito di carne.
E avrebbe voluto dirgli tutto questo. Lo avrebbe voluto così tanto.
Ma lui non era mai stato bravo con parole, quanto con i gesti.
É per questo che dopo un lungo momento di silenzio, afferrò delicatamente il viso di Cas, del suo Cas, e lo baciò con tanto di quel fervore da sentire le ginocchia molli e un leggero capogiro.
Quanto tempo aveva passato a fantasticare su come sarebbero state le labbra di Castiel una volta sulle sue?
I corpi che si scontravano, le mani che si cercavano.
Era tutto un dare e ricevere.
L'affanno lì colpi quando si separarono.
Le fronti unite e dei sorrisi accennati sulle labbra.

"Sono stato un coglione"
"Si. Si, lo sei stato"
"Ti prego Cas, perdonami. Perdonami perché ti ho fatto aspettare tutto questo tempo. Perché non ti ho mai riconosciuto tutto ciò che hai fatto per me. Ti prego, dimmi che tornerai a casa con me, dimmi che potrò baciarti ancora così. Dimmelo"
"Dean..."
"Ti amo, Cas"

Silenzio. Era tutto ciò che udì Dean dopo quella confessione che lo aveva liberato da un macigno. Aprí gli occhi e guardò l'angelo, il quale aveva un'espressione strana, che non gli aveva mai visto fare.

"Dillo ancora" Cas aveva un tono quasi implorante. "Ti prego, dillo ancora"

Dean sorrise, avvicinandosi all'orecchio di Castiel e posandoci sopra un bacio per poi sussurrare "Ti amo"

Stavolta fu l'altro a lanciarsi sulle labbra del Winchester, quasi disperato.
"Anch'io Dean. Ti amo anch'io, dio non sai nemmeno quanto"

Dean sorrise.
Invece lo sapeva. Lo sapeva perché era lo stesso amore che provava lui nei confronti di Castiel.
Gli strinse la mano, prima di guardarlo negli occhi e chiedergli
"Torniamo a casa?"
Cas gli fece un sorriso che raggiunse anche i suoi occhi, rendendoli più luminosi che mai.
"Si, torniamo a casa."


Spazio autrice.

Non sto piangendo. Tu stai piangendo.

Lights Up // DESTIELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora